La protesta giusta contro il bersaglio sbagliato

Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. La protesta dei ristoratori davanti a Montecitorio. Giusta sui temi che solleva. Sbagliata sui bersagli che ha preso di mira

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La giornata di protesta degli ambulanti e dei commercianti è la dimostrazione di quanto sia facile passare in un attimo dalla ragione al torto. Come si fa a non condividere le richieste invocate a Milano e Roma? Fatte al grido di “Lavoro, lavoro” per sollecitare di riaprire “prima possibile”, reclamando “immediati ristori” per un comparto “allo stremo“. 

Una protesta tanto più giustificata se si considera che nello stesso momento se si riaprono le scuole: un posto dove le occasioni di contagio sono ben maggiori.

Allo stesso modo però non si può condividere una protesta che alza le mani contro carabinieri e poliziotti che sono gli stessi ai quali poi commercianti e ristoratori si rivolgono per proteggere i loro locali dai delinquenti.

Non si può pensare di dare l’assalto alla Camera dei Deputati, quando i decreti li fa il Governo. Non si può scambiare un potere dello Stato con un altro potere, pur di sfogarsi.

Deve essere chiaro che il primo nemico è il virus, poi si può discutere delle misure adottate dallo Stato per contrastarlo.

Lo Stato non può essere un nemico: tenere chiusi i ristoranti, tenere fermi i commerci è Iva che lui per primo perde.

Quella manifestazione andava fatta, quella protesta è giusta. Ma più giusto sarebbe stato farla davanti alla sede di una Astrazeneca che non rispetta una sola data di consegna. Di chi, per questioni di geopolitica, non ci dice se lo Sputnik russo è un vaccino affidabile o meno.

Serve una data per la fine delle chiusure. E per scriverla servono i vaccini. Quelli che non stiamo ricevendo.

Senza Ricevuta di Ritorno.