La sfida di Zingaretti per un buon Governo

Alla ex Dogana di Roma Nicola Zingaretti lancia la sua sfida. Al Pd ed al Paese. Il dialogo come forza aggregante. L'autonomia, per non perdere più le elezioni. «Abbiamo vinto e vogliamo governare bene»

Neanche la scelta dei colori è stata lasciata al caso. È l’arancione a dominare nella scenografia che abbraccia Nicola Zingaretti e la sua sfida. Quella per un’alleanza del fare, con cui ricostruire il Pd e insieme rimettere in piedi le macerie del Paese: entrambi lacerati e divisi.

Neanche gli uomini sulla scenografia arancione sono messia caso: il primo alle spalle del Governatore è Mauro Buschini: l’assessore che è stato capace di amministrare l’immondizia nel Lazio senza rimanere schizzato dal fango o dal percolato.

Neppure l’abbigliamento è un caso: Nicola Zingaretti è senza cravatta, il suo modo per dire che è arrivato il momento di arrotolare le maniche e mettersi a fare.

Sul palco, accanto a Zingaretti, seduti su dei cubi colorati, c’è tutta la Giunta Regionale. E poi i consiglieri eletti nelle liste che hanno sostenuto il presidente (unica assente Michela Di Biase).

A presentare i vari interventi sul palco è stata la cantante Tosca. Non è stata l’unico volto noto presente all’ex Dogana. Tra il pubblico c’erano il geologo Mario Tozzi, l’attrice Simona Marchini, il presidente dell’Associazione Piccolo Cinema America, Valerio Carocci con il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti.

 

L’alleanza del fare

Il segnale è chiaro appena il Governatore sale sulla scenografia allestita nell’ex Dogana a Roma. «Oggi lanciamo l”alleanza del fare’  perché il dieci giugno si vota alle amministrative e chi è solo perde, chi è isolato perde, chi è debole perde. Noi dobbiamo aiutare chi sta  combattendo e chi combatterà in questi comuni con una alleanza forte».  

La parola d’ordine è antica: non viene pronunciata ma tutti quelli che vengono da sinistra l’hanno ben chiara nelle orecchie e si chiama Unità. «È vero, abbiamo vinto anche perché gli altri erano divisi, ma divisi lo potevamo essere anche noi. Invece abbiamo scelto di essere uniti. In quello sta l’intelligenza politica».

 

Questa assemblea non è un trampolino

La strategia è quella delle grandi candidature. Dire che non si intende candidarsi per ricordare, in realtà, che si è pronti a farlo. Nicola Zingaretti stravolge la partitura, non gioca a nascondino e lo dice con chiarezza: «Noi qui non sbaracchiamo, qui c’è una squadra: questa assemblea non è un trampolino di lancio per altro. Quando qualcuno si candiderà se ne accorgeranno tutti, non ho bisogno di nascondermi».

Non rinuncia però a lanciare la stoccata a chi, a livello nazionale, non è ancora riuscito a costruire un Governo, lasciando il Paese fuori dai grandi temi mondiali. E ritardando le grandi scelte strategiche. «Sono convinto che alla maggioranza degli italiani questa deriva dell’immobilismo non piaccia. Sta a noi, vincitori nel Lazio, offrire una nuova idea e una nuova proposta per donarla al futuro e agli altri».

 

Abbiamo vinto, vogliamo governare bene

Governare non è solo una questione di numeri. Ma di progetti, di idee. Soprattutto è capacità di dialogo. Quella che al Partito Democratico è mancata in questi ultimi anni. «Mi sono rotto che ogni volta che esistono due idee diventano subito due idee contrapposte una contro l’altra».

Il Governatore lo sta dimostrando: nel Lazio l’anatra zoppa finora non è stata un problema. A zoppicare, fino a questo momento sono state le opposizioni che avrebbero avuto i numeri per mandare a casa Zingaretti fin dal primo Consiglio.

«Abbiamo vinto, e siamo stati gli unici  in Italia, siamo persone serie e ora dobbiamo governare bene,  rispettare gli impegni. Non vogliamo chiuderci nel palazzo».

«Dopo la giunta e l’avvio della legislatura  richiamiamo, dunque, una coalizione diversa, larga e plurale,  differente, che proviene da tutti i comuni. L’obiettivo -ha anticipato il presidente della Regione Lazio- è quello di cominciare a rispettare gli impegni e costruire la regione del futuro. La vittoria è stata un  atto di fiducia rispetto ad una proposta politica e sarebbe da  irresponsabili, ora, far finta di niente».

 

La furbizia M5S da cui imparare

Nicola Zingaretti poi analizza il nuovo orizzonte politico. Entra nello schema di funzionamento del Movimento 5 Stelle. E fa notare che loro hanno sempre avuto «una furbizia che il centrosinistra non ha letto, restando subalterno». Il Governatore rimprovera al suo schieramento di non avere saputo leggere «la loro retorica nel semplificare società: da una parte i cittadini e dall’altra il potere. Noi diciamo invece che anche nei cittadini c’è l’onesto e il meno onesto».

Alle amministrative possibile alleanza con i Cinque Stelle? «Noi costruiamo l’alleanza del fare esattamente per essere  autonomi -ha risposto Zingaretti- Liberi, indipendenti da altre  proposte politiche. L’unica garanzia della nostra autonomia politica  -ha ribadito ancora il presidente della Regione Lazio- è avere una  nostra alleanza competitiva per vincere».

 

Autonomia per non perdere di nuovo

La data delle elezioni non è ‘il’ problema per Nicola Zingaretti. La sua preoccupazione è che manchi un cantiere. Nel quale iniziare a costruire qualcosa di nuovo, adatto al Paese. Qualcosa che vada a superare ciò che il 5 marzo le urne hanno detto che è ormai vecchio. «Una cosa è certa. E mi permetto di dirlo anche a livello nazionale. O si voterà tra qualche mese, tra un anno,  tra un anno e mezzo, si voterà forse con questa legge elettorale o in  modo diverso più ‘maggioritario’ vorrei dare un suggerimento urgente,  bisogna assolutamente aprire un cantiere nuovo».

Cosa deve costruire questo cantiere? Chi ci deve lavorare. Ed in che modo? Nicola Zingaretti ha spiegato: «Un cantiere nuovo per una nuova alleanza fatta soprattutto di persone. Non ripopoliamo gli schemi del passato. Schemi ormai superati. L’unico modo  per garantire l’autonomia culturale del nostro pensiero, anche  rispetto ai Cinque stelle e alle destre è vincere e costruire le  condizioni per non perdere di nuovo».

Il Lazio come elemento centrale. Ma pure come modello. Dal quale trarre ispirazione. Dal momento che ha funzionato.

«Siamo qui, soprattutto per il Lazio, perché vogliamo rispettare gli  impegni. Ma questa grande esperienza che, in controtendenza ha  ottenuto un risultato ci invita a dire che non vogliamo che si finisca qui. Non perdiamoci di vista e continuiamo a combattere nei  territori».

 

 

Il tema del Lavoro

C’è un nervo scoperto sul quale Nicola Zingaretti mette il dito. È il tema del Lavoro. «Se penso alla gig-economy e al ricorso respinto dei lavoratori di Torino che portano le pizze, penso che li’ c’è rabbia sociale e se noi non stiamo lì la colpa non è loro, ma nostra. Non possiamo chiudere gli occhi sugli effetti che le innovazioni producono sulla dignità umana».

Indignarsi non basta. Lo fanno già tutti. La straordinarietà di Nicola Zingaretti è la capacità di fare. Per questo annuncia: «Faremo una legge regionale per garantire i diritti ai lavoratori occasionali sottopagati. Ce la impugnassero, tanto non si sa neanche chi sarà al governo. Magari sarà bocciata, ma intanto lanceremo il sasso nello stagno».

 

Il problema non la mancanza di lavoro in sé. È che così si alimenta la rabbia, aumenta la disuguaglianza. Nicola Zingaretti viene da un campo che combatteva entrambi: «L’incertezza sul futuro è vera e motivata nel popolo italiano, perché scritta nella crescita delle diseguaglianze che non sono legate ad un fatto salariale ma alla devastazione dell’animo umano che si manifesta nella difficoltà dell’accesso alle cure, nel prendere un autobus, nell’avere una città sporca o insicura. Noi ci ribelliamo all’idea che si possa trarre profitto da queste diseguaglianze».

 

Sindaci, giovani e turismo

In campagna elettorale Nicola Zingaretti aveva promesso un’attenzione in più verso i piccoli Comuni. Lo conferma. «Mi rivolgo ai tanti sindaci che oggi sono presenti nello spazio dell’ex Dogana. Manterremo l’impegno a tenere viva la delega, non solo ai piccoli comuni, ma apriremo anche uno sportello diretto a tutti i sindaci e gli amministratori del Lazio per facilitare la burocrazia, per dare loro un unico interlocutore».

Ma non è l’unica novità dietro l’angolo. Il Governatore annuncia che entro l’estate lancerà la grande sfida del ‘Lazio delle meraviglie’ . «Nel nostro territorio c’è la più alta concentrazione di bellezze storico-monumentali, paesaggistiche, architettoniche, ma anche di borghi e di qualità del cibo. Servirà non solo a promuovere il turismo ma anche una migliore qualità della vita».

A far compiere il salto di qualità al futuro della Regione, per Zingaretti saranno i giovani. A loro è dedicata la prima legge che è in via di definizione in giunta. Il Governatore annuncia che verrà approvata tra qualche giorno: «sarà la legge regionale sul diritto allo studio. Una legge importante che farà fare un salto di qualità al futuro della nostra Regione».