La tristezza del comico che non fa più ridere

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Non c'è da arrabbiarsi per "Un pullman di troie per i calciatori in caso di vittoria”

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Sono due le caratteristiche micidiali che un buon comico deve possedere per tenere il palco, come si dice in termine tecnico. La prima è il senso del paradosso, sul quale costruire le battute; la seconda è il tempo comico, cioè la scelta del momento in cui lanciare la battuta.

Per avere un successo duraturo nel tempo, occorre anche l’abilità di restare sintonizzati sui tempi e sulle cose che succedono. Perché il mondo cambia. E quello che faceva ridere negli anni Sessanta non fa ridere il ragazzi di oggi.

Totò fu un comico universale: poco apprezzato nella sua epoca ha fatto ridere per generazioni negli anni a venire; i comici di oggi faticano a farsi comprendere da chi ha già i capelli bianchi. E’ tutta una questione di sintonia e di scelta dei tempi.

L’intervento di Berlusconi per i calciatori del Monza

Per questo, Silvio Berlusconi che ai ragazzi del suo Monza dice “Adesso avete il Milan, la Juventus… Se vincete con una di questa grandi squadre vi faccio arrivare nello spogliatoio un pullman di troie non fa arrabbiare, non fa ridere, non fa indignare. Fa solo tenerezza.

È quella del vecchio comico che crede di poter ancora far ridere con il suo repertorio di quarant’anni prima, quando le donne venivano considerate quarti di carne e non persone; battute che appartengono ad un mondo in cui per qualcuno era pensabile il bunga bunga e le olgettine.

Innegabile. Con quella battuta, ancora una volta Berlusconi ha centrato la prima pagina. Su questo resta un maestro.

Una volta ci riusciva invitando Putin a Pratica di Mare e promuovendo il disgelo internazionale. Oggi genera solo una sensazione polverosa di quasi trapassato remoto. La tenerezza del comico che ha avuto un grandissimo passato. Ed ora non fa più ridere. 

Senza Ricevuta di Ritorno