Le parole che mancavano al Pd. E che ora Zingaretti ha messo in chiaro

Nicola Zingaretti colma il vuoto che si era aperto nel Pd. Indicando le parole chiave del Partito. Per definire la sua linea. E quella lungo la quale vuole portare il Paese per guidarlo fuori dalla crisi e renderlo più moderno

Al Partito Democratico mancavano “le parole: i concetti chiave nei quali racchiudere il suo pensiero, la sua linea, la sua strategia per il Paese. Tanto più semplici quanto più dannatamente efficaci. Come ‘immigrazione‘ diventata parola chiave della Lega insieme a ‘Quota 100‘; oppure ‘Reddito di Cittadinanza‘ o ‘Taglio dei Parlamentari‘ per il Movimento 5 Stelle. (Leggi qui Al Pd manca la… parola). Un vuoto colmato questa mattina da Nicola Zingaretti con la sua lettera al quotidiano La Stampa. (Leggi qui su La Stampa).

Con chi sta il Partito Democratico

Giuseppe Conte

Il primo segnale di chiarezza: con chi sta il Partito Democratico. Nicola Zingaretti su La Stampa mette in chiaro che il Pd non è né la stampella né il servo sciocco del Movimento 5 Stelle. Il Segretario rivendica a pieno titolo per il suo Pd la scelta di tirare su il governo Conte 2. Una scelta consapevole e continta.

La scelta di formare questo governo da parte del Pd è stata lungimirante. Anche se non vanno nascoste le difficoltà in nome della salvezza della Repubblica” ha spiegato Nicola Zingaretti.

Dove sta la lungimiranza, perché alla fine è stato meglio non far naufragare la legislatura, stordita un anno fa dai mojito in riva al Papeete Beach?

Senza questo governo non avremmo potuto fronteggiare la pandemia: Salvini l’avrebbe gestita come Trump o Bolsonaro e il rapporto conflittuale con l’Europa non avrebbe permesso di ottenere per l’Italia gli straordinari risultati, anche in termini di risorse”.

Il primo vuoto di parole colmato da Nicola Zingaretti è chiarissimo: il Pd – spiega il Segretario – ha fatto il governo con Giuseppe Conte, lo ha fatto con convinzione, i fatti accaduti dopo gli hanno dato ragione.

C’è un secondo vuoto: il Segretario evidenzia come il Pd ha portato al Governo la sostanza e la concretezza di cui c’era disperato bisogno e che era mancata nel governo Conte 1.

Il Pd è la garanzia ed è il motore affinché le cose cambino in meglio. Le risorse del Recovery Fund vanno utilizzate su progetti credibili, concreti e di valore strategico”.

Le parole che mancavano

Foto © Christian Reimer

Sulla sua Pagina Facebook il Segretario Nazionale del Pd mette in fila le parole che mancavano. E le spiega, iniziando a rispolverare i temi chiave.

Al primo posto ci sono le parole Innovazione, Ricerca, Scuola, Capitale umano, Valorizzazione dei nostri talenti, Green economy, Digitalizzazione del Paese. Non bastano? No perché con loro viene indicato anche il drastico Ammodernamento della Pubblica Amministrazione, con la semplificazione dei regolamenti troppo numerosi e complicati; lo snellimento della ancora così forte vischiosità della Pubblica Amministrazione.

In termini più semplici: Nicola Zingaretti ha tracciato il profilo del Paese che il Pd vuole realizzare. Un paese smart, snello, semplificato, senza il freno a mano della burocrazia, basato sulle idee dei giovani e sulle grandi opportunità di sviluppo che oggi sta dando l’economia Green e quella Circular.

La sfida diretta

NICOLA ZINGARETTI

Non è un caso che al secondo posto ci sia un tema che è lo scontro frontale con l’ideologia delle destre.

Infatti, Nicola Zingaretti pone come secondo tema per il Pd l’Impegno contro le discriminazioni di genere. 

È la contrapposizione tra due culture. Il Segretario propone una visione dell’Italia che non sia condizionata dal maschilismo latino ma preveda finalmente la fine della discriminazione delle donne, il salto verso un mondo nel quale non si venga giudicati in base alla persona verso la quale si prova amore.

Il messaggio all’Industria

Il mondo dell’imprenditoria al Nord è rimasto deluso da Matteo Salvini. Lo dimostra la maretta di queste settimane, con la restituzione delle tessere salviniane e la richiesta di tornare al Nordismo. Nicola Zingaretti sa che dietro a quella richiesta c’è un messaggio concreto: chi produce rischiando il proprio capitale vuole efficienza e reclama che i soldi delle sue tasse vengano investiti in cose concrete e non in assistenzialismo.

Per questo il Segretario nazionale del Pd indica al terzo punto il “rilancio di politiche industriali in grado di coordinare meglio le strategie e dare alle nostre grandi imprese pubbliche degli obiettivi Paese”. Insomma, finalmente un’Agenda industriale: che questo Paese non ha e che si era iniziata ad intravedere solo con la breve parentesi di Carlo Calenda. 

L’impresa ha bisogno di essere sostenuta. E allora Zingaretti prosegue con l’elenco delle parole: “Sostegno molto più attivo al tessuto della piccola e media impresa. Sul piano fiscale, l’adeguamento dei pagamenti all’erario da parte da tante partite Iva. Infrastrutture moderne, risanamento strutturale del dissesto idrogeologico dei nostri territori, interventi nel Mezzogiorno”. 

I soldi del Mes

Paolo Gentiloni

Nella visione delle cose fornita da Nicola Zingaretti, in Europa ci siamo andati da protagonisti: il ministro Roberto Gualtieri ed il commissario Paolo Gentiloni hanno portato a casa un risultato che in soldoni, se investiti bene, è in grado di raddrizzare la linea di galleggiamento del Paese. Per questo Nicola Zingaretti parla di “Rilancio del Sistema sanitario. Occorre attivare il Mes che è una linea di finanziamento molto più vantaggiosa rispetto alla ricerca di risorse sul mercato. Ed è senza condizioni”.

Il messaggio a tutti affinchè ognuno dia il suo contributo di idee e di azione: “So che dovremo raggiungere questi obiettivi in una situazione politica per certi aspetti anomala. Ma è inutile lamentarsi, tramare o fare confusione. Occorre un impegno corale per cambiare e ricostruire fiducia nel futuro”.

Conclude il Segretario: “Abbiamo una missione: lasciare ai giovani un’Italia migliore di quella che abbiamo trovato. Ora è possibile”.