Zingaretti-Salvini, il duello è questo. E adesso passa anche dalla Regione Lazio

Foto: © Imagoeconomica, Pasquale Carbone

Il leader del Carroccio, dopo aver cannibalizzato i Cinque Stelle, prepara il terreno per andare ad elezioni anticipate insieme a Giorgia Meloni e attaccando l’Unione Europa. Il segretario nazionale del Pd non ha alternative: essere il nuovo Romano Prodi. Lo scontro è cominciato.

La sfida politica del prossimo futuro è delineata: Matteo Salvini contro Nicola Zingaretti. La Lega è il primo partito con oltre il 34% e in Ciociaria è andata oltre il 40%. Percentuali democristiane.

Il Movimento Cinque Stelle è franato rovinosamente e se Luigi Di Maio farà ancora finta di nulla non rassegnando le dimissioni irrevocabili da capo politico, andrà ancora peggio. I Cinque Stelle faranno di tutto per evitare quello che per loro adesso è l’incubo di elezioni politiche anticipate. Perché potrebbero uscire ulteriormente ridimensionati dalle urne. Però non hanno spazi a disposizione, neppure il presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Soprattutto con 40 miliardi di euro da trovare per una manovra economica da “massacro sociale”. Matteo Salvini ha già iniziato a preparare il terreno mediatico per la campagna elettorale. Con questo tipo di ragionamento-slogan: l’Europa non ci consente di sforare il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, quindi non c’è alternativa che ridare la parola agli elettori.

Il leader del Carroccio confida in un’alleanza con Fratelli d’Italia per superare il 40% alle politiche, soglia che gli consentirebbe di poter governare con la maggioranza assoluta. Con tanti saluti a Conte, ai Cinque Stelle (forse non a Di Maio), ma anche a Silvio Berlusconi e Forza Italia.

L’unico avversario è Nicola Zingaretti, che però per essere competitivo deve far effettuare al Pd un balzo in grado di toccare almeno il 34%. Come? Provando a riprendersi tutti gli spazi lasciati ai Cinque Stelle. Ma non sul piano politico. Su quello della società: scuola, sanità, servizi sociali, lavoro e tutto il resto. Lo ha detto bene Carlo Calenda: se l’Europa chiederà tagli e sacrifici lacrime e sangue, verranno toccati welfare, scuola e pensioni. La frontiera politica è quella.

Zingaretti però deve riuscire a tenere unite due opposte esigenze. Quella di rassicurare il ceto medio e dare risposte a moderati e centristi e quella di convincere l’ala sinistra ad “arruolarsi” nell’esercito di una coalizione ampia. Un po’ quello che dovette fare Romano Prodi qualche anno fa.

Matteo Salvini lo ha capito ed è per questo che cercherà di far cadere la Regione Lazio. Zingaretti sta già preparando le barricate.