L’ultimo giorno di Ruberti, aspettando Manzella

Ultimo giorno in Regione Lazio per Albino Ruberti. Da domani inizia la sua attività in Campidoglio, al timone della macchina del sindaco Gualtieri. Per la successione alla Pisana in pole l'ex sottosegretario Manzella. Ma c'è un ostacolo

Gli scatoloni sono già sigillati e spediti. Il dottor Albino Ruberti li aprirà domani mattina nel suo nuovo ufficio: quello di capo di gabinetto del sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri. Quella di oggi è la sua ultima giornata al timone della macchina amministrativa di Nicola Zingaretti. (Leggi qui Ruberti in partenza, non arriva Venafro).

Quattro anni dietro ai riflettori

Lascia dopo quattro anni vissuti intensamente. È entrato sul ponte di comando della Regione con l’avvio dello Zingaretti bis: anno Domini 2018, il Partito Democratico si era appena sbriciolato in tutta l’Italia, il Governatore del Lazio era l’unico ad avere portato una vittoria a casa, la legislatura iniziava senza però una maggioranza.

Albino Ruberti (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Albino Ruberti è stato in prima linea ma sempre un passo indietro alla luce dei riflettori. C’è anche lui dietro all’intesa intessuta da Daniele Leodori e da Mauro Buschini che ha condotto al Patto d’Aula consegnando una maggioranza a Zingaretti; sempre lui è stato tra gli architetti che hanno costruito piano dopo piano il dialogo con il Movimento 5 Stelle di Roberta Lombardi, culminato in un rapporto nazionale e nella nascita del governo Conte 2.

Politico e tecnico, competenza amministrativa e giuridica: ha riorganizzato la macchina cambiando completamente passo rispetto allo Zingaretti 1. Sono state due esperienze diverse: la prima è stata segnata dal risanamento dei conti regionali e dalla necessità di mettere le briglie al bilancio della Sanità che condizionava tutto il resto. La seconda è stata caratterizzata dalla ripartenza e dalla scalata del Lazio nelle classifiche nazionali.

A Roma Albino Ruberti ritroverà le sue grandi passioni: la prima è Roma stessa, la seconda è la grande opportunità di rilancio offerta dalla Cultura. Tutti sanno che c’è lui dietro ai provvedimenti regionali con cui sono stati salvati durante il Covid i teatri e le orchestre, le compagnie e gli artisti, i musei ed i luoghi d’arte.

La difficile successione

Gianpaolo Manzella con Francesco Borgomeo

In cima all’elenco dei papabili alla sua successione c’è Gianpaolo Manzella. Ha tutti i requisiti necessari: ha fatto parte dell’amministrazione Zingaretti guidando con abilità e competenza le Attività Produttive. È andato al Governo ricoprendo il ruolo di sottosegretario allo Sviluppo Economico. Conosce la politica e conosce il mondo delle imprese, sa districarsi tra i testi di legge e la loro applicazione pratica.

Meno cardinalizio di Ruberti, più votato al profilo industriale. Conosce bene la macchina della Regione Lazio: la sua delega allo Sviluppo Economico abbracciava tutto ciò che avesse attinenza con il mondo produttivo e quindi lo portava a confrontarsi con una larghissima parte degli uffici regionali.

C’è un curioso parallelismo che unisce Ruberti e Manzella: entrambi sono riusciti a realizzarsi nonostante avessero in casa una figura con cui era difficilissimo fare il confronto. Il capo di Gabinetto uscente è figlio dell’ex Rettore della Sapienza nonché ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica. Il suo possibile successore è figlio del costituzionalista di fama mondiale Andrea Manzella ed è genero di Mario Segni.

L’ostacolo per Manzella

La sede della Giunta Regionale del Lazio (Foto: Stefano Petroni)

Master in Relazioni Internazionali alla Yale University, Gianpaolo Manzella ha collaborato con la Banca europea degli Investimenti, la Corte di Giustizia della Comunità europea, il Ministero del Tesoro e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

C’è un ostacolo lungo la strada che potrebbe riportare l’ex assessore in Regione Lazio. In questo periodo ha un importante incarico con la Banca Europea degli Investimenti: prevede un iter abbastanza lungo per una eventuale rinuncia. Molto dipende anche dai tempi necessari per il passaggio delle consegne.