Mad ha deciso: riapre la discarica di Roccasecca

La discarica Mad di Roccasecca sta per essere riattivata. È già dotata di tutte le autorizzazioni. I lavori sono in fase avanzata e non sarà necessaria ulteriore approvazione per l'inizio dell'operatività.

La discarica Mad di Roccasecca sta per essere rimessa in attività. Questione di poche settimane: i lavori di riattivazione dell’impianto sono già in corso e stanno per essere completati. Non c’è una data già stabilità per l’ingresso del primo camion ma non occorre alcuna procedura particolare: quando la Mad vorrà ripartire le sarà sufficiente inviare una Pec. Destinatari: la Regione Lazio e le autorità di controllo ambientale.

La discarica è pronta

Uno degli invasi della discarica di Roccasecca

Non servono autorizzazioni dei sindaci. Non occorrono altri permessi. L’impianto di località Ortella al confine tra Roccasecca, Colfelice e San Giovanni Incarico ha già tutte le certificazioni stabilite dalla legge. Anzi ha molto di più: due diffide della Regione Lazio che sollecitano l’inizio dell’attività perché è tutto in regola.

Fino ad oggi i cancelli sono rimasti chiusi per espressa volontà di Mad. La società che fa capo all’imprenditore Valter Lozza ha chiuso e rifiutato di riprendere l’attività perché nessuna autorità gli rispondeva ad un preciso quesito e cioè: quali sono i valori di fondo? Cosa significa e perché è centrale.

In pratica: domani mattina qualunque autorità potrebbe prelevare campioni di terreno ed accusare Mad di avere inquinato l’area poiché i valori di alcune sostanze naturali sono sopra il limite stabilito dalla Legge. Ma uno studio condotto da Ispra Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha certificato che quei valori sono così alti per la naturale composizione del terreno. Dice lo studio che il terreno è così prima e dopo gli impianti che sono nella zona: sia la società privata Mad che gestisce la discarica e sia la società pubblica Saf che lavora e ricicla le immondizie dei Comuni.

Perché sono fondamentali i valori di fondo? Valter Lozza quando decise lo stop pretese di avere il dato di partenza della composizione del terreno: oltre quel valore si può discutere se ha inquinato lui, entro quel valore non ha inquinato ma è naturale composizione. Nessuno gli ha risposto. Perché c’è un vuoto nella legge: tanto che i deputati del territorio Massimo Ruspandini ed Aldo Mattia (Fratelli d’Italia) hanno sollecitato una norma nazionale.

La lettera di Fallone

I sindaci Paolo Fallone (S. Giovanni Inc.) e Giuseppe Sacco (Roccasecca) (Foto © IchnusaPapers)

Che Mad abbia avviato l’iter per il ritorno all’attività nell’impianto di Roccasecca s’è saputo approfondendo i contenuti della lettera inviata nel pomeriggio dal sindaco di San Giovanni Incarico Paolo Fallone. È indirizzata al presidente della Provincia Luca Di Stefano. “Le chiedo di convocare con urgenza un tavolo aperto ai sindaci e a tutti gli esponenti politici del territorio sia regionali che del governo, al fine di scongiurare la riapertura della discarica di Cerreto, l’individuazione di un sito alternativo e attuare nell’immediato ogni azione al fine di scongiurare una possibile emergenza rifiuti che potrebbe verificarsi già dalla prossima primavera”.

Contattando gli uffici giusti in Regione Lazio si ottengono risposte chiare. La prima: la discarica Mad di Roccasecca ha già tutte le autorizzazioni necessarie per entrare in esercizio: se volesse anche domani mattina potrebbe riprendere l’attività.

La seconda: sono in fase avanzata i lavori di riattivazione dell’impianto ed il ritorno in esercizio potrebbe essere questione di poco.

La terza: non sono né i sindaci né gli altri esponenti politici del territorio e dover autorizzare un impianto che è già autorizzato ed anzi è stato già diffidato due volte dall’amministrazione Zingaretti ad iniziare a lavorare.

Pubblico e privato

Foto © Stefano Strani

E la nuova discarica che la Provincia sta cercando di individuare? Innanzitutto a che punto è l’iter. Sta camminando in maniera veloce. Velocissima. Al punto che i sindaci hanno chiesto al presidente Luca Di Stefano di rallentare. Perché? C’è uno studio affidato dall’allora presidente Antonio Pompeo al Politecnico di Torino: ha mappato il territorio ciociaro ed individuato le aree idonee ad ospitare una nuova discarica. Luca Di Stefano ne ha informati i Comuni chiedendogli le loro controdeduzioni. I sindaci a questo punto hanno chiesto più tempo e di rallentare l’iter per avere la possibilità di mettere a punto controdeduzioni tecnicamente inattaccabili.

Proprio nella mattinata di lunedì 15 gennaio 2024, poche ore prima che il sindaco Paolo Fallone inviasse la sua lettera alla Provincia, il presidente Luca Di Stefano aveva inviato una nuova Pec ai Comuni. Informandoli che il tempo per le controdeduzioni è scaduto. Perché altrimenti si va troppo oltre.

Ma se la Provincia non ha ancora individuato la nuova discarica allora perchè Mad sta per riaprire? C’è un passaggio fondamentale: Mad è una società privata. Ha una convenzione in base alla quale riceve a prezzo calmierato quello che avanza dal ciclo di lavorazione dei rifiuti e non può essere riciclato. Ma può ricevere i rifiuti che vuole e da chi vuole, purché all’interno dei parametri dei rifiuti urbani. È un’attività privata ed autorizzata: se la Provincia di Frosinone non vuole portarci i suoi rifiuti è libera di farlo. Ma Mad è libera di ricevere quelli di altri territori: ad esempio quelli del Comune di Roma.

Tutto per tutto

Fabio De Angelis (Foto © Massimo Scaccia)

In questa partita c’è un player che può giocare un ruolo fondamentale. È la Saf cioè la società composta dai 91 Comuni ciociari più l’amministrazione provinciale di Frosinone. Viene governata da un presidente e due Consiglieri d’amministrazione che vengono eletti dai sindaci e si muove all’interno di una linea tracciata dai soci. E cioè dai Comuni.

Saf ha la possibilità di giocarsi una partita del tutto per tutto. Rilevando Mad e facendola diventare una società pubblica sotto il controllo dei sindaci. Ma resta da vedere se Mad sia disposta a farsi rilevare. E se i sindaci abbiano la volontà di farlo.

Teorie. L’unica certezza, come confermano le fonti regionali, è che Mad ha avviato le operazioni per il ritorno in attività.