Marini e quel calcio di rigore da ripetere

L’impressione è quella di un calcio di rigore fatto battere due volte. E il tutto nonostante il primo fosse regolare.

E’ l’impressione che si ricava leggendo la questione dell’ex sindaco di Frosinone Michele Marini. La premessa: nei giorni scorsi il giudice decide che debba essere un processo ad esaminare gli indizi raccolti a carico di Marini con l’inchiesta sull’appalto per mettere in sicurezza la Monti Lepini; non c’è traccia di alcuna tangente pagata, non c’è alcun elemento per dimostrare che sia stato pagato denaro. Ma la procedura è questa: la Procura raccoglie indizi e fonti di prova, il giudice delle Udienze Preliminari valuta la loro solidità senza entrare nel merito; quello è compito del tribunale.

Michele Marini compie un gesto ormai sconosciuto: si dimette dall’unica carica politica che ricopre, quella di capogruppo del gruppo Pd in consiglio comunale.

Dentro o fuori, come un calcio di rigore: il gruppo deve decidere. E per farlo si è riunito lunedì scorso. Presenti il segretario Norberto Venturi, il presidente del circolo cittadino Francesco Brighindi, l’intero gruppo consiliare. Le dimissioni da capogruppo vengono respinte. La palla finisce fuori, alta sulla traversa o lontana dai pali, ma comunque c’è un chiaro segnale politico di fiducia a Michele Marini.

Poi però, l’arbitro dice che il rigore deve essere ripetuto: le dimissioni dovranno essere vagliate anche dal direttivo del circolo cittadino del PD di Frosinone.

Se lo prevede lo Statuto, se lo indica la procedura, è legittimo. Ma perché ripetere un calcio di rigore politico? Le dimissioni erano state rassegnate nelle mani del Gruppo. Ed il gruppo doveva decidere se accoglierle o respingerle. E lo ha fatto. Esprimendo anche «l’unanime apprezzamento delle doti di correttezza e rispetto nei confronti del partito da parte di Michele Marini, a cui il gruppo ha rinnovato piena fiducia pregandolo di continuare nell’incarico ».

Poi però, la decisione di ribattere il rigore: «L’argomento sarà portato all’esame del direttivo del circolo PD».