Marrazzo, scoperte 1400 intercettazioni dimenticate

Sei Cd sui quali sono incisi 1400 files audio: sono le telefonate e le parole dette otto anni fa dai quattro carabinieri accusati d’avere ricattato l’allora governatore del Lazio Piero Marrazzo.

Gli otto compact disc stavano dove dovevano essere: in un armadio nell’ufficio del magistrato che ha coordinato le indagini. E’ il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, andato in pensione alcuni mesi fa.

Perché li ha tenuti nell’armadio? Il motivo è semplice: la pubblica accusa ha ritenuto che il loro contenuto non fosse utile alle indagini. E per questo li ha tenuti in un armadio blindato, in attesa della chiusura dei processi. Solo allora si potrà procedere con la loro distruzione.

Ma quelle 1400 intercettazioni ora potrebbero essere utili ai difensori dei carabinieri. Vogliono dimostrare che i loro clienti non misero su una macchina del ricatto: vogliono dimostrare che molto più semplicemente realizzarono un maccheronico tentativo di guadagnare qualcosa dal vivo girato nel corso del blitz in cui trovarono Piero Marrazzo in atteggiamenti privati dentro un appartamento nel quale c’era cocaina.

L’esistenza dei sei Cd è stata annunciata dal sostituto procuratore Edoardo De Santis, che sostiene l’accusa in udienza. Ha spiegato che appena il suo Ufficio è venuto a conoscenza di quel ritrovamento ha provveduto all’immediato deposito dei Cd, mettendoli a disposizione delle difese.

Gli avvocati dai carabinieri vogliono la trascrizione di quelle 1400 intercettazioni. Per portarle in udienza. Occorrerà molto tempo. Il rischio che il processo, incardinato cinque anni fa, subisca un lungo stop, si fa concreto. (leggi qui l’udienza precedente)

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