Niente acqua nella piscina, solo scontro politico

Scontro politico a Monte San Giovanni Campano sulla piscina delle Maestranze. L'amministrazione Veronesi punta a ripartire. Ma l'ex sindaco Minelli contesta la procedura.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Una delibera di Consiglio comunale per dare in gestione esterna la piscina comunale delle Mastrazze a Monte San Giovanni Campano. Ma ne esisteva già una del 2010. L’Amministrazione del sindaco Angelo Veronesi giustifica la scelta nell’introduzione della relazione tecnica, obbligatoria per legge già dal 2012 ma arrivata solo oggi. E parla di un primo segnale per far ripartire la struttura. L’opposizione denuncia i gravi danni presenti nell’immobile e negli impianti che “nella relazione non vengono menzionati”. La delibera del 2010 inoltre “andava o annullata o inclusa nella nuova”. Intanto la piscina resta chiusa.

Errori sia nella gestione che nella procedura amministrativa? Ne è sicuro il gruppo di opposizione consiliare del Pd a Monte San Giovanni Campano. La vicenda della piscina comunale a Le Mastrazze è lunga e travagliata. Negli ultimi anni è stata addirittura interessata da un esposto all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) da cui era scaturita un’inchiesta della Procura delle Repubblica.

Polemiche e ripartenza

Ora il Comune prova a gettare nuove basi per ripartire, come sottolineato dal consigliere comunale delegato allo Sport, Tommaso Pellegrini che, proprio rispondendo all’ex sindaco Antonio Cinelli parla di una “partenza” e vede positivo. Anche lo stesso sindaco Angelo Veronesi ha parlato di “anno zero”. Cinelli, invece, continua a sostenere imperterrito che c’è una anomalia nelle nuove procedure per l’affidamento.

Esiste già una delibera di Consiglio comunale – le parole di Cinelli – La numero 16 del 21 giugno 2010, che esternalizzava il servizio prevedendo una gara di appalto attraverso cui garantire la presenza di un gestore specializzato. La piscina aveva raggiunto picchi di oltre 1000 iscritti, con abbonamenti e altro. Si praticava nuoto libero e nuoto terapeutico, con agevolazione per gli indigenti tramite i servizi sociali del Comune. Dopo qualche anno ci fu un altro bando di gara. Al gestore che se la aggiudicò dopo qualche anno venne tolta la gestione perché aveva dei canoni arretrati”.

Ricorda ancora Antonio Cinelli: “Lui sosteneva di avere eseguito migliorie e chiedeva la compensazione ma alla fine fu cacciato ex abrupto e la gestione della piscina venne affidata al secondo arrivato nella gara d’appalto”. Era sindaco Angelo Veronesi.

Sempre più difficile

Ed è a questo punto della storia che la questione diventa sempre più intricata. Si, perché l’allora gruppo politico locale dei Cinquestelle fece un esposto all’Anac, sostenendo che non poteva subentrare il secondo arrivato nel bando ma che invece andava fatto un altro bando.

All’esposto all’Anac seguì una procedura anche da parte della Procura della Repubblica, con avvisi di garanzia. Improvvisamente, dopo l’intervento dell’Anac anche il secondo gestore venne mandato via. Si approntò un bando e arrivò una ditta di Verona (si parla di poco meno di due anni fa). Dopo qualche mese, manco a dirlo, la piscina venne nuovamente chiusa  per una gara di ristrutturazione. 

Da oltre un anno – incalza Cinelli – fino ad oggi non è stata mai riaperta. E i lavori non partono. Improvvisamente l’altro giorno sbuca questa delibera di Consiglio comunale per esternalizzare (di nuovo!) la piscina, giustificando il tutto con una relazione tecnica che già dal 2012 sarebbe stato obbligatorio avere ma che, fino a oggi, non c’era”. 

Relazione salvatutto

Ed è proprio l’introduzione della relazione, secondo la maggioranza e il sindaco Veronesi, come da lui stesso spiegato in Consiglio, che giustifica la nuova delibera di affidamento esterno del servizio di gestione (quella votata venerdì sera dalla maggioranza). Lo stesso delegato allo sport Tommaso Pellegrini ha difeso a spada tratta la scelta, vedendola come un positivo segnale di ripartenza della struttura. E come spiegato dal primo cittadino, l’introduzione della relazione giustificherebbe la “ripartenza” anche dal punto di vista burocratico, segnando l’anno “zero”. 

La relazione non fotografa la reale situazione della struttura – incalza il consigliere di minoranza Cinelli – Ci sono danni agli impianti idraulici ormai fermi da un anno, all’impianto elettrico, ai pannelli solari che, con il vento di febbraio, erano addirittura volati via”. E aggiunge: “Quando amministravo io quei pannelli fotovoltaici facevano incassare al Comune circa 20mila euro l’anno per la corrente elettrica prodotta”.

Spiega inoltre che ci sarebbero danni causati dal mancato utilizzo. “Ho chiesto che, prima di fare una relazione, venga quantomeno fatto un sopralluogo per quantificare i danni. Il nuovo gestore deve sapere a cosa va incontro e quanti soldi deve investire”. E sulle irregolarità nella delibera di affido conclude: “Non possono parlare di anno “zero” per via della introduzione della relazione prevista per legge, perché se così fosse l’anno zero avrebbe dovuto essere già il 2012, quando il sindaco era sempre Veronesi. L’altra delibera andava comunque neutralizzata in qualche modo, o richiamandola nella nuova, oppure annullandola”. 

Intanto mentre si discute e si producono “carte bollate” la piscina resta chiusa e le centinaia di cittadini che ne facevano uso sono costrette a fare i “pendolari”.