Niente discarica, in bilico 100 posti di lavoro a Colleferro

Con la chiusura della discarica di Colle Fagiolara ora ci sono cento posti di lavoro a rischio. Confronto in Regione per verificare la possibilità di ricollocarli. Ma al momento non c'è una proposta.

Niente rifiuti, niente lavoro. Rischiano di rimanere disoccupati i 129 lavoratori di Lazio Ambiente, l’azienda della Regione Lazio che si occupava della gestione dell’impianto di Colle Fagiolara a Colleferro. Con la chiusura della discarica rischiano da marzo di non avere più uno stipendio. La prospettiva migliore al momento è quella della cassintegrazione o della mobilità.

Foto: copyright Imagoeconomica Stefano Carofei

Il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna nel corso di un confronto con la Commissione Lavoro in Regione Lazio ha proposto la possibilità di assumere una parte dei lavoratori nel suo Comune. Per fargli fare cosa? Sanna si è detto disposto ad assumersi l’onere di effettuare la gestione post mortem dell’impianto di smaltimento. I lavori per il ripristino di Colle Fagiolara dureranno trent’anni e ad oggi deve occuparsene Lazio Ambiente.

La gestiamo noi

La proposta del sindaco però contiene alcuni vincoli. “Lazio Ambiente ha su un conto corrente vincolato 9 milioni per fare le operazioni di gestione post mortem e l’assessore regionale al Bilancio Alessandra Sartore mi ha confermato che ha sbloccato altri 2 milioni per il 2019, quindi sono 11” ha spiegato Sanna.

Quindi le risorse per iniziare la copertura della discarica ci sono. Se Lazio Ambiente svincola quella somma e se la Regione si prende un impegno giuridico-legislativo nei confronti del mio Comune per cui tra nove anni non mi lascia appeso, possiamo gestire il post mortem. O come Comune o attraverso il consorzio Minerva. Venticinque lavoratori costano un milione di euro l’anno, quindi se si parte con il post mortem e si lasciano le risorse per l’acquisto di materiali per la copertura, si puòandare avanti nove anni“.

Non solo. Il sindaco guarda oltre la gestione dell’impianto chiuso. Alla regione ha detto di essere disponibile ad avviare uno studio con cui verificare la possibilità di assorbire anche qualche lavoratore dei termovalorizzatoriper gestire degli impianti idraulici, termici ed energetici a servizio delle scuole e degli impianti sportivi”.

Gli è stato fatto notare che oggi quei servizi li coprono le ditte esterne. La risposta è stata “Non ci spaventa chiudere i rapporti con le ditte di manutenzioni private e farle con la municipalizzata. La nostra predisposizione puo’ riguardare qualche unita’ lavorativa“.

Basta con i rifiuti

Colle Fagiolara

Tutto il piano che ha portato alla chiusra di Colle Fagiolara si basa sulla conversione degli impianti in una ‘Fabbrica dei Materiali’: un moderno impianto dal quale ricavare materie prime dai rifiuti indifferenziati. Ma Pierluigi Sanna oggi ha messo sul tavolo una considerazione che non lascia presagire nulla di buono.

Lazio Ambiente ha già bandito una gara per la progettazione della Fabbrica dei Materiali. Rappresenta la colonna centrale del Piano Rifiuti del Lazio: quello stabilimento è destinato ad essere un asset strategico per la vendita di Lazio Ambiente.

Il sindaco ha detto che “L’auspicio unanime dei sindaci è concludere in maniera definitiva la storia economica riguardante i rifiuti del nostro territorio”.

Allora che fare? “La Regione scelga la ricollocazione nelle società regionali. Questa sarebbe la più indolore delle soluzioni visto che pure questo miraggio continuo dell’economia dell’immondizia non mi fa sentire tanto sicuro, perchè la volontà popolare della mia gente la conosco. La cosa migliore non è un altro miraggio ma un progetto di ricollocazione”.

Insomma: i rifiuti non li vuole ma i posti di lavoro sì. Una parte del personale resta in discarica e una va in pensione: da 129 diventano meno di 100. E sanna chiede alla Regione di farsene carico e ricollocarli.

Nessuna proposta

La sede della Giunta Regionale del Lazio Foto © Stefano Petroni

Un nuovo incontro in Regione è stato fissato per giovedì all’assessorato al Lavoro. I sindacati si aspettano proposte concrete per risolvere la vertenza. Cgil, Cisl e Uil lo hanno ribadito durante l’audizione di oggi. “I lavoratori hanno pagato un prezzo altissimo per le varie crisi vissute dall’azienda, occorre un intervento normativo da inserire nel collegato in discussione in queste ore in Consiglio”.

Chiedono che ci sia la garanzia sulla ricollocazione nelle altre aziende regionali: nelle partecipate o in altri enti della Regione. Come già in passato hanno chiesto che nuove attività vengano affidate a Lazio Ambiente dopo la chiusura della discarica, partendo da quelle legate all’attuazione del piano regionale dei Rifiutisfruttando cosi’ a pieno le professionalita’ presenti all’interno dell’azienda“.