Fumata bianca, il candidato nel Lazio è Stefano Parisi. Chi è

Fumata bianca. Stefano Parisi accetta la candidatura a governatore del Lazio per il centrodestra. È stato già candidato sindaco di Milano. Perché e chi è il candidato.

La fumata bianca si è alzata da Roma pochi minuti dopo le 13.30. Il segnale è una dichiarazione dettata alle agenzie: «Accetto la proposta di candidatura a Governatore del Lazio che mi è stata fatta dal Centrodestra». Stefano Parisi è l’uomo che sfiderà Nicola Zingaretti, Roberta Lombardi e Sergio Pirozzi.

 

FUMATA BIANCA

Il fondatore di Energie per l’Italia, candidato sindaco di Milano battuto per una manciata di voti dal Centrosinistra, lo annuncia con poche frasi. Le affida alla sua bacheca Facebook.

«Oggi ho ricevuto l’invito dai leader del Centrodestra a candidarmi come Governatore della Regione Lazio. Come molti di voi sanno, su questa ipotesi già circolata nei giorni scorsi abbiamo avuto una lunga discussione all’interno della nostra segreteria e tra i Referenti Regionali. Abbiamo tuttavia deciso di accettare perché siamo un Partito nuovo, costruito in solo un anno di lavoro e dobbiamo innanzitutto consolidare la nostra presenza in tutta Italia, nelle comunita’, nei territori».

 

IL CONCLAVE DI ARCORE

Il nome è stato individuato nel corso della riunione no stop convocata dal Cav. E che le cose stessero andando nella direzione giusta lo si capisce quando Silvio Berlusconi parla ai microfoni di Rtl 102.5. «Credo che la questione la risolveremo entro oggi con gli alleati. Sceglieremo una persona che saprà dare per cinque anni al Lazio un buon governo».

Il nome di Parisi era stato sondato nei giorni scorsi. Poi accantonato. Perché chiedeva come contropartita cinque seggi sicuri al Parlamento: per sé e per i suoi candidati di Energie per l’Italia. Il no fermo di Berlusconi era solo pre tattica. Per abbassare il prezzo: tre seggi. Che dovrà dare Berlusconi prendendoli dal tesoretto di Forza Italia, cancellando altrettante candidature azzurre.

 

LA TELEFONATA

È Silvio Berlusconi in persona a telefonare a Parisi chiedendogli di ‘venirgli incontro’. Stefano Parisi però non chiede solo candidati in posizione eleggibile: vuole che gli garantiscano la possibilità di vincere. E quella può averla solo se Sergio Pirozzi si ritira.  Ma è una garanzia che né il Cav né nessun altro può dargli.

Il tira e molla pare che si fermi su due, massimo tre canidature.

 

IL SEGNALE DI GIORGIA

Nel frattempo un ulteriore segnale arriva da Giorgia Meloni. La presidente nazionale di Fratelli d’Italia è negli studi Rai di Agorà  dice: «Stefano Parisi sarebbe secondo me un buon candidato alla presidenza della regione Lazio». Si dice certa che il nome del candidato «lo avremo nelle prossime ore: stiamo lavorando alacremente per trovare un candidato che possa essere vincente e allargare il più possibile il perimetro della coalizione. Non vogliamo consegnare la regione al M5S, non vogliamo che la regione Lazio
rimanga in mano ai disastri del Pd».

Fratelli d’Italia vorrebbe mettere in campo il suo capogruppo alla Camera dei Deputati Fabio Rampelli. Il che gli consentirebbe di aumentare il proprio peso specifico nel Lazio. Ma è Antonio Tajani a fiutare il pericolo ed a cercare in tutti i modi un nome diverso.

Alle 12:46 Giorgia Meloni è a Montecitorio. In una conferenza stampa dice «siamo in dirittura d’arrivo e spero che nelle prossime ore ci sarà un candidato in grado di allargare il perimetro della coalizione». Le chiedono se ci sia conferma che il candidato sarà Parisi: «essendo nato a Roma, sarebbe più normale la candidatura nel Lazio di quella c’è stata a Milano».

 

IL PARISI BUONO PER TUTTI

Il fatto è che proprio per questo Stefano Parisi è il candidato ideale. Non intaccherebbe le posizioni già consolidate né all’interno della Lega, né di FdI né di Forza Italia. Non andrebbe a scombinare gli equilibri politici raggiunti tra loro ed al loro interno. perché è un esterno. E non ha velleità regionali.

A Silvio Berlusconi quel candidato va benissimo. Perché ha fatto fare un sondaggio su Parisi e il report che gli è stato consegnato assicura che il leader di Energie per l’Italia sta  sopra di 5 punti rispetto agli altri possibili candidati di Centrodestra.

Arriva al punto di dire: «Parisi é’ la persona giusta per allargare il campo del nostro elettorato e pescare, con il suo profilo pragmatico e moderato, tra tutti coloro che sono delusi da Zingaretti».

 

CHI È STEFANO PARISI

Romano di nascita (ha 60 anni), milanese di adozione (dal 1997). Stefano Parisi si è laureato all’università La Sapienza di Roma. Studi in Economia e Commercio e primo impiego in Cgil nell’Ufficio Studi.

La politica è una passione che ha da giovane. Negli anni Settanta è stato vicesegretario del Nucleo Universitario Socialista a Roma. Ha meno di trent’anni nel 1984 quando venne scelto come capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro. Ci resta fino al  1988. Poi trasloca alla vicepresidenza del Consiglio dei Ministri sotto il governo di Ciriaco De Mita.  Per altri due anni è capo della segreteria tecnica ministro degli Esteri del Partito Socialista Gianni De Michelis.

Negli anni Novanta Parisi è a capo del Dipartimento per gli Affari economici della presidenza del Consiglio dei ministri: prima con Giuliano Amato e poi con Carlo Azeglio Ciampi.

Di lui si parla già nel 1994, subito dopo la famosa “discesa in campo” di Silvio Berlusconi: è nell’elenco dei papabili come Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma Silvio Berlusconi alla fine gli preferisce Franco Frattini.

È nel 1997 che Stefano Parisi si trasferisce a Milano: va a fare il city manager del neo sindaco Gabriele Albertini. Non è più la Milano da bere ma è una città che si scuote e cerc di ridarsi un ruolo. In quel periodo viene messo a punto il “patto per Milano” sulla flessibilità: punta ad eliminare il lavoro nero e la disoccupazione.

Nel 2000 a Confindustria il presidente è Antonio D’Amato: Parisi viene scelto per fare il direttore generale. È in quel perido che si inizia a parlare di abolizione dell’Articolo 18.

Quattro anni dopo quell’esperienza, nel 2004, Parisi è l’amministratore delegato di Fastweb. Viene toccato dallo scandalo Fastweb-Telecom sulle finte fatturazioni: riceve un avviso di garanzia, si dimette, ma nel 2013 venne prosciolto da ogni accusa.

Ha fondato Chili Tv, società italiana di streaming on line di film e serie tv che ha fatto un aumento di capitale di 20 milioni di euro.

Due anni fa è stato il candidato sindaco di Milano: il doppione di centrodestra del candidato (poi vincitore) di centrosinistra Giuseppe Sala.