Pendolari sui treni Tav? Solo se c’è mercato

DENISE COMPAGNONE per IL MESSAGERO ED FROSINONE

Collegamento ferroviario veloce con Roma: c’è un passo in avanti importante. Ma anche nuovi ostacoli. Quel passo, ieri, l’ha compiuto la Regione Lazio. I funzionari dell’assessorato alla mobilità di Michele Civita, infatti, hanno ricevuto i rappresentanti dell’Associazione Roma-Cassino express che, stufi delle promesse della politica, qualche mese fa hanno deciso di mettersi loro stessi al lavoro per stilare un progetto, economicamente sostenibile, che porti a collegare Frosinone e Cassino con Roma in rispettivamente 37 e 70 minuti.
In che modo? Utilizzando l’interscambio tra la linea classica, la FL6 Roma-Cassino, e linea Tav, snodo già esistente all’altezza di Sgurgola.

Sulla carta c’è il primo ostacolo tecnico: l’impossibilità per i treni che oggi percorrono la linea standard, per questioni di alimentazione, di percorrere anche i binari della Tav. Servirebbero treni ad hoc. Quanto costerebbe il tutto? «Per la realizzazione di 22 corse al giorno del nuovo treno veloce (11 in andata ed altrettante al ritorno) – hanno spiegato dall’Associazione – abbiamo stimato un costo annuale di circa 11 milioni di euro, che corrispondono circa al 3,5% del costo dell’attuale contratto di servizio».

Incommensurabili i vantaggi: un miglioramento epocale della vita dei pendolari ma anche un impatto significativo sul tessuto economico della provincia, basti pensare solo a quanti, essendo Frosinone distante solo mezz’ora da Roma, potrebbero decidere di trasferirsi in Ciociaria, dove i prezzi delle abitazioni sono molto più bassi. Ebbene, ieri la Regione ha confermato la validità tecnica di tale progetto: sulla carta si può fare insomma. Anche la stima dei costi è attendibile. Ma è subentrato un altro problema: «La Regione Lazio ha un contratto di servizio con la divisione passeggeri Lazio di Trenitalia – spiega Pietro Fargnoli, della Roma-Cassino Express – che però non ha né le competenze né il personale per il servizio di Alta velocità. D’altro canto però la divisione che si occupa di Alta velocità non ha rapporti con le Regione. Dunque chi se ne occuperebbe concretamente? È per questo che la Regione si è impegnata, entro la fine di settembre, a chiedere una quotazione sia a Trenitalia che Ntv per capire se siano interessate a questo tipo di servizio». La palla dunque ora è nelle mani del mercato ed è forse proprio in questo momento, ancor più che in passato, che il territorio e i suoi rappresentanti, politici e imprenditoriali in primis, dovrebbero muoversi per un’azione di pressing stringente. Per dimostrare, insomma, che investire su questo territorio conviene per tutti. «Per il momento prendiamo atto del fatto che rispetto al passato la Regione si è mossa- conclude Fargnoli – ma saremo soddisfatti solo quando potremo arrivare a Roma in mezz’ora».