Venti sinistri sul Pd. Ma perché Renzi preferisce Berlusconi a Prodi?

Il Campo Progressista di Giuliano Pisapia e il Movimento Democratici e Progressisti di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema rappresentano molto di più di una spina nel fianco per il Partito Democratico di Matteo Renzi.

Anche nelle province come quella di Frosinone, dove il Pd ha perso alle comunali negli ultimi due anni e al proprio interno conosce una lacerazione infinita.

Con sistemi elettorali che andranno sempre più in direzione proporzionale è vero che poi si può tornare alle larghe intese (inciuci) in Parlamento, ma un’alleanza tra Pd e Forza Italia in funzione anti Cinque Stelle rallenterebbe di un paio d’anni l’avanzata dell’esercito di Grillo, ma non la fermerebbe.

Perché in Italia le uniche riforme che i Governi riescono a fare è quella sulle pensioni, allungando l’età, diminuendo il potere d’acquisto e, più in generale, “massacrando” coloro che hanno fatto salti mortali per avere una vecchia decente. Mai vengono colpiti nei fatti i vitalizi.

Pd e Forza Italia negli ultimi mesi hanno copiato la proposta dei Cinque Stelle del reddito di cittadinanza. Lo chiamano reddito di dignità o di inclusione sociale. Ma è la stessa cosa.

I Governi salvano le banche ma non riescono ad effettuare la stessa manovra per aziende o fabbriche nelle quali lavorano centinaia di migliaia di persone.

In un sistema proporzionale Campo Progressista e Mdp, magari riuscendo a federare anche Partiti di estrema sinistra, potrebbero intercettare quel voto di protesta che oggi è lontano anni luce dal Pd.

Sul territorio poi le candidature andrebbero a sottrarre voti agli esponenti dei Democrat. Daniela Bianchi in campo alla Regione sarebbe un problema non da poco per Mauro Buschini.

A quel punto una formazione del genere piazzerebbe propri esponenti ovunque. Pensiamo all’ipotesi di Fabrizio Cristofari candidato alla Camera o al Senato. Nelle ore scorse ha smentito di essere interessato alla Regione: al di là del fatto che in politica le bugie fanno parte della tattica, il mancato sindaco di Frosinone non ha escluso l’ipotesi di una discesa in campo verso il Parlamento.

Non è un problema di rappresentanza, perché con il proporzionale il problema è risolto alla radice. Una soglia di sbarramento alta, al 5%, spingerebbe tutta la sinistra a federarsi, aumentando determinazione e “rabbia”.

Un conto è l’asse tra Francesco De Angelis e Mario Abbruzzese sugli enti intermedi, altro discorso sarebbe un Matteo Renzi-Silvio Berlusconi per il Governo nazionale. Rappresenterebbe una sorta di ultima difesa di un sistema che non crea posti di lavoro e che non frena il debito pubblico.

Non solo: se il centrodestra dovesse vincere, Berlusconi potrebbe trattare da posizioni di forza con Renzi. Il Pd rischia di essere messo “sotto” scacco matto.

Renzi è sicuro che la prospettiva con Berlusconi è migliore di quella con Pisapia? Meglio il Patto bis del Nazareno che un nuovo Ulivo? Meglio con Brunetta che con Prodi?

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