Primi per giovani disoccupati in Italia: e la politica non si muove, lo fanno gli Industriali (di L. D’Arpino)

È la settimana dei paradossi. La provincia di Frosinone è prima in Italia per numero di giovani disoccupati. ma ad attivarsi non è la politica. Bensì gli Industriali. Che fanno quello che avrebbe dovuto fare la politica.

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’ARPINO per IL MESSAGGERO

Quella appena trascorsa è stata la settimana dei paradossi. Il primo: tanti giovani disoccupati, ma anche l’impossibilità, da parte delle aziende che offrono lavoro, di trovare ragazzi adeguatamente preparati. In Ciociaria infatti la disoccupazione giovanile è al 47,6%, il valore più alto in Italia. Un numero che fa rabbrividire, anche se nessuno dei politici locali sembra essersene accorto vista la totale mancanza di iniziative in tal senso.

E se le scuole, specialmente quelle professionali, non assolvono al loro compito ecco allora che Unindustria ha rotto gli indugi e ha deciso di svolgere la funzione di tutor, mettendo soldi e competenze, per formare i futuri lavoratori che servono alle imprese ciociare. Mercoledì scorso, quindi, è stata presentata la fondazione per la realizzazione dell’Istituto tecnico superiore meccatronico del Lazio. I corsi inizieranno ad ottobre presso l’Itis Galilei di Pontecorvo ed accoglieranno 25 neo-diplomati che, nel giro di due anni, saranno formati in maniera specialistica per essere assunti nelle aziende ciociare. Altri 25 posti saranno disponibili nel secondo ciclo.

Una goccia nell’oceano della disperazione giovanile? Per ora sì, ma le potenzialità sono infinite e una volta partiti l’effetto moltiplicatore è assicurato. Infatti, il modello di riferimento, lo ha detto il vice presidente nazionale di Confindustria, Maurizio Stirpe, arriva dalla Germania: «Tutte le imprese che hanno già aderito – ha aggiunto – si sono impegnate alla fine dei due anni formativi dell’ITS ad assumere gli studenti, perché formati dietro nostre precise indicazioni. Questa è la strada migliore per creare occupazione sicura. D’altronde, basti vedere la Germania, dove gli ITS formano ottocentomila lavoratori, mentre da noi soltanto ottomila».

Il secondo paradosso è all’insegna del «Vorrei, ma non posso».

Il Comune di Frosinone sarebbe pronto ad acquistare il palazzo di Bankitalia di piazzale Vittorio Veneto alla modica cifra di 1,5 milioni per trasformarlo nella sede di rappresentanza del Comune. Bello, giusto, ma per ora lo stesso ente non riesce a trovare i soldi, poche migliaia di euro, per sistemare il fondo dissestato della strada che passa proprio davanti a quel palazzo.

La pavimentazione in sampietrini è tutta da rifare. Proprio una bella immagine e un buon auspicio per quello che dovrebbe diventare il palazzo più prestigioso della città.

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