Il vero tema sull'aumento degli 'stipendi' ai sindaci non è quanto prenderanno in più. Nè se sia troppo o poco. Ma se fanno quello per cui vengono pagati. E cioè: far funzionare la loro città o il loro paese
Surreale. È il dibattito che si sta sviluppando in queste ore: sull’aumento delle indennità ai sindaci per il lavoro che svolgono in favore della comunità. Un aumento in percentuale al numero degli abitanti ma che rischia di spostare su un piano secondario il punto focale della discussione.
Sul punto questa mattina il quotidiano Il Messaggero ha registrato le prese di posizione dei sindaci di Frosinone Riccardo Mastrangeli e di Cassino Enzo Salera: di fatto i Comuni più grandi della provincia. Sono quelli nei quali gli aumenti avranno l’impatto più significativo. Entrambi ritengono gli incrementi assolutamente giustificati, dall’impegno che deve svolgere quotidianamente un sindaco di una città importante. È in servizio tutta la giornata. E si assume dalle responsabilità, anche di natura finanziaria e penale per le decisioni prese in amministrazione.
Ma il tema non è questo
I conti della serva
Prima di andare al nocciolo del problema facciamo due conti. La premessa: gli aumenti sono stati stabiliti da una legge dello Stato. Nello specifico lo ha deciso la Legge di Bilancio 2022 del governo Draghi, decretando gli incrementi a partire dal primo gennaio 2024. Quindi una legge votata dal parlamento italiano.
Vediamo di quanto si parla. Prendiamo il Comune di Acquafondata che è tra i più piccoli della provincia: l’aumento è di 7.132 euro lordi spalmati in tre anni. Lordi significa che bisogna toglierci le tasse, ammontano in tutto a circa il 50%: scendiamo così a 3.566 euro netti. Che sono spalmati in tre anni: fanno 1.188 euro puliti all’anno. E siccome ogni anno è composto da dodici mesi: fanno 99 euro al mese. Adesso è un po’ più chiaro.
Dal più piccolo ai due più grandi: Frosinone e Cassino hanno oltre 30mila abitanti ciascuna. In questi anni i sindaci hanno preso circa 1.700 euro al mese e spesso hanno rinunciato ad una parte. Con l’aumento si calcola che arriveranno a sfiorare i 2.500 euro al mese. In cambio dei quali rischiano i loro beni, la loro casa, non hanno un orario. A qualcuno può sembrare comunque troppo, a qualcuno sembrerà adeguato, qualcuno nemmeno si metterebbe la sveglia al mattino per quella cifra.
Il vero tema
Il vero tema però è un altro. Diverso da quello posto sotto i riflettori durante cinque anni di grillismo esasperato: che giurava si potesse fare il parlamentare a Roma per 2.500 euro al mese come ebbe a sostenere l’allora aspirante onorevole Luca Frusone in un confronto televisivo al calor bianco su Teleuniverso con il già onorevole Antonello Iannarilli. Come siano poi andati i fatti è noto a tutti.
Il vero tema non è quanto prende un sindaco o un deputato: il vero tema è quanto produce quel sindaco e quel deputato. Se le strade del paese sono pulite, se le scuole sono riscaldate, se le buche vengono tappate, se i lampioni sono accesi. E poi: se c’è un piano per lo sviluppo, se c’è un’alleanza con i centri vicini per ridurre i costi che possono essere affrontati insieme.
La narrazione di una politica praticamente a costo zero, aggratis direbbero a Roma, era solo demagogia e populismo, usati esclusivamente per catturare il consenso. I deputati grillini non hanno esercitato aggratis il loro mandato, non hanno più rendicontato le spese, da un certo punto in poi non tutti hanno versato al Partito la quota dovuta. E hanno fatto bene. Perché il lavoro si paga.
Quanto costano i Mastrangeli
il discorso è speculare anche a livello comunale. Ai cittadini di Frosinone importa poco sapere quanto prende Mastrangeli di stipendio dal Comune. O meglio: importa nella misura in cui le strade sono pulite e spazzate, il traffico è scorrevole, le erbacce ed i rovi sulle sedi stradali vengano tagliate. Che vengano realizzate le infrastrutture, riparta l’ascensore inclinato, che la macchina amministrativa comunale sia efficiente ed efficace. Che le autorizzazioni siano rilasciate in tempi brevi.
E che il progetto dei Piloni sia completato secondo il crono programma. Che in periferia sia attivato un serio e concreto processo di recupero e valorizzazione. Dallo Scalo fino ai Cavoni, passando per Colle Cottorino. E che riaprano i negozi al centro storico. Che la vigilanza urbana sia presidiata da un numero adeguato di vigili. Che le casse comunali siano in ordine.
È solo partendo da queste cose che i Cittadini di Frosinone possono stabilire se i 1700 euro al mese che fino ad oggi ha preso il sindaco Mastrangeli siano troppi, pochi o adeguati. , E lo stesso ragionamento vale per Enzo Salera come tutti gli altri 7901 comuni italiani.
Ed è veramente singolare che Mastrangeli, Salera e tutti gli altri in Italia debbano cercare argomenti per cercare di “giustificare” i contenuti, che li riguardano, di una legge dello Stato. Ecco perché lo stipendio di un sindaco, anche se raddoppiato, potrebbe essere, in teoria, anche non sufficientemente adeguato. Dipende da come amministra la propria città.