Quarto Savona 15, in Ciociaria l’auto della scorta di Falcone

L'auto della scorta di Giovanni falcone ha ripreso a girare. Dentro una teca: simbolo dell'Italia che resiste alla Mafia. L'otto giugno sarà a Veroli, accompagnata dalla vedova del Caposcorta Montinaro

La sconfitta dei boss senza coppola e senza lupara sta in un box carrellato dalle pareti trasparenti. Affinché tutti possano vedere. L’acciaio annerito della Croma al suo interno, accartocciata dalla forza del loro tritolo, doveva essere il simbolo del successo dei clan. E della sconfitta di uno Stato senza spina dorsale.

È andata nel modo esattamente opposto a quello che capibastone e mammasantissima insieme alle menti raffinatissime avevano progettato. Doveva finire sepolta sotto la terra e l’asfalto dell’autostrada di Capaci sollevata dall’esplosivo, dimenticata insieme al giudice che scortava ed alle sue scomode inchieste. E invece Giovanni Falcone oggi è un pezzo della memoria dell’Italia e quell’auto dal nome in codice Quarto Savona 15 ha ripreso a camminare.

Foto Benvegnù e Guaitoli © Imagoeconomica

Macina chilometri in giro per l’Italia. Il suo tachimetro contorto non li può più registrare. Ma Quarto Savona 15, dentro la sua teca, come reliquia di un martirio civile, sta girando da Nord a Sud. Per ricordare l’Italia degli onesti che non si è piegata alla mafia. Per continuare a combattere le cosche ed i mandamenti anche dall’altro mondo, con la forza inarrestabile della memoria.

E l’otto giugno Quarto Savona 15 sarà a Veroli.

Quarto Savona in eterno

La accompagnerà Tina Montinaro, la vediva del caposcorta Antonio che su quella Croma blindata viaggiava con Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica

A volere che ci fosse una tappa proprio a Veroli è stata la presidente della Commissione Consiliare Antimafia del Lazio Sara Battisti; l’otto giugno accompagnerà lei quella teca insieme a Gianpiero Cioffredi presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio. Interverranno il prefetto Ernesto Liguori ed il questore Domenico Condello; il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero ed il presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo.

Ma soprattutto parlerà Tina Montinaro. E racconterà di quegli uomini comuni che non volevano diventare eroi. Volevano solo combattere la loro battaglia quotidiana contro la Mafia per lasciare ai figli un Paese più onesto. E invece sono diventati il simbolo della vittoria di uno Stato che non è finito tra le lamiere accartocciate di Quarto Savona 15.

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