Regionali, Gasparri incontra Tajani: e fa un passo di lato

Dopo la telefonata con Berlusconi, Maurizio Gasparri incontra Antonio Tajani. L'analisi che tiene aperta la strada al candidato della società civile. Sabato nuovo incontro

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

«Non c’è stata alcuna telefonata tra il presidente Gasparri ed il presidente Berlusconi, non si sentono da giorni, non hanno mai parlato di una possibile candidatura a governatore del Lazio»: la vita dell’addetto stampa è dura. Bisogna essere pronti a smentire anche l’evidente. Come la telefonata nella quale il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha chiesto al vice presidente del Senato Maurizio Gasparri la disponibilità a candidarsi alla guida del Lazio. L’ha rivelata questa mattina il sito AlessioPorcu.it (leggi qui Squilla il telefono: Berlusconi candida Gasparri).

 

Lo staff del presidente Gasparri in serata ha smentito che quella telefonata sia mai avvenuta. In parte ha ragione: non è avvenuta questa mattina. Si sono sentiti giovedì nel tardo pomeriggio. I contenuti del colloquio sono stati nella sostanza quelli riferiti dal sito. Silvio Berlusconi chiede a Maurizio Gasparri se è disponibile a candidarsi, il vice presidente del Senato gli risponde che un soldato della politica non può dire no al presidente del Partito. Ma avanza un dubbio:  ‘Siamo sicuri che Tajani sia d’accordo?’

 

L’INCONTRO CON TAJANI

‘Con Antonio parlo io’, rassicura il Cavaliere.

Nel pomeriggio di oggi il presidente del Parlamento Ue ed il vice presidente del Senato si vedono per un caffè. Parlano della situazione politica nel Lazio e della telefonata di Berlusconi.

Antonio Tajani alza le mani e dice – nella sostanza – se è la volontà del Presidente noi siamo pronto a sostenerti, tutti ed in maniera compatta.

Però… C’è un però. Tajani, il campione del proporzionale, l’uomo che è riuscito a mettere insieme tutti i pezzi di un Parlamento Europeo spigoloso e frastagliato, conosce come pochi altri il quadro politico sui territori del Lazio.

Fa un ragionamento politico al suo collega. Gli riconosce lo spessore necessario per affrontare una competizione elettorale come quella nella Regione che ha al suo interno la Capitale d’Italia. Lo indica come il profilo più adatto a governare il futuro Consiglio Regionale che nascerà dalla nuova legge elettorale regionale tutta Proporzionale. Dice che nessuno può mettere in discussione la sua esperienza, la sua preparazione, il suo rigore morale.

Allora? Gli indicatori dei quali Antonio Tajani è in possesso forniscono una criticità. Grossa. Non legata al nome di Maurizio Gasparri. E lo mette in guardia: in questo momento c’è a Roma una grossa faglia di elettorato che guarda incuriosita al Populismo, per riportare a casa quei voti di centrodestra – spiega – potrebbe essere più efficace un nome con meno medaglie, meno requisiti da ministro, meno incardinato nella politica e visto più vicino alla società civile.

 

L’APPUNTAMENTO DI DOMANI

Maurizio Gasparri concorda in larga parte con l’analisi del suo collega. Chiede se il nome della società civile c’è. Ottiene risposta. Nessuno sa quale sia stata, tranne i due protagonisti del colloquio. Con Antonio Tajani decidono di aggiornarsi a sabato, per parlarne di persona anche con il coordinatore regionale Claudio Fazzone e con i senatori Francesco Giro e Francesco Aracri.

Il vice presidente del Senato che al mattino era pronto a candidarsi “perché il soldato della politica non può dire no al presidente del suo Partito” adesso è ancora più cauto. Vuole analizzare i numeri e la situazione insieme agli altri.

Nel frattempo però bisogna tirare il freno a mano. Si deve evitare che prenda ancora più corpo l’anticipazione fatta da AlessioPorcu.it. La versione ufficiale allora fissa tre punti: 1. Non c’è stata la telefonata in cui Berlusconi chiede a Gasparri la disponibilità a candidarsi 2. Nessuno ha mai chiesto a Gasparri se è interessato alle Regionali nel Lazio 3. Non è assolutamente detto che il presidente Gasparri sia disponibile.

Il resto si vedrà sabato.