Regione, ecco l’intesa per riformare la legge elettorale

L’accordo politico c’è. La riforma della legge elettorale con cui votare alle prossime Regionali nel Lazio può andare avanti. La Commissione Riforme ha trovato l’intesa sui principi in base ai quali scrivere il nuovo testo. Accordo unanime su: abolizione del listino, rappresentanza alle Province, doppia preferenza di genere, divieto di terzo mandato e data certa delle elezioni in caso di scioglimento anticipato.

In pratica, alle prossime Regionali potremmo non trovare più il listino che è abbinato al candidato presidente. E nel quale – fino ad oggi – c’erano dieci nomi che entravano in aula automaticamente in caso di sua elezione. Quei dieci nomi potrebbero essere spalmati tra le province del Lazio ed eletti dai cittadini, al pari di tutti gli altri consiglieri. Anziché un candidato, potremmo votarne due. Ma a condizione che siano nella stessa lista e di genere diverso: un uomo ed una donna. Inoltre potrebbe non esserci spazio per chi ha già fatto due mandati in Regione. E in caso di scioglimento anticipato, la data del voto potrebbe essere individuata in modo automatico.

La legge elettorale regionale del 2005 deve essere riformata. Devono essere rispettati i criteri introdotti su scala nazionale. Infatti: la doppia preferenza uomo / donna e l’obbligo di mettere in lista candidati dei due sessi in maniera equilibrata (non più del 60% dello stesso sesso) è solo un adeguamento alla legge nazionale n° 20 del 2016). Il divieto del terzo mandato consecutivo è poi il recepimento della legge nazionale n°165 del 2004. L’abolizione del listino è prevista da un’altra normativa nazionale.

Nonostante l’accordo all’unanimità sui punti cardine, la riforma della legge elettorale potrebbe non essere una passeggiata. Valentina Corrado (M5s) ha messo in chiaro che pur condividendo i punti cardine, si riserverà poi di articolare le sue proposte in un secondo momento. Giancarlo Righini (FdI) ha evidenziato che i cinque punti condivisi devono costituire il perimetro entro cui muoversi, dicendo da subito no all’introduzione di qualsiasi altro argomento una volta portato il testo in aula. Pietro Sbardella (Misto) ha invece invitato la commissione a prendere in esame anche una sua proposta di legge, già depositata, nella quale sono contenuti i principi approvati.

Sugli altri punti non sono emerse grosse divergenze. Ma è risultato evidente che l’abolizione Listino lascerà aperta la questione del ‘premio di maggioranza‘. Infatti, l’attuale legge prevede che l’80% dei seggi (40) viene assegnato in proporzione ai voti presi dalle liste presentate nelle province. Gli altri 10 seggi (il listino) vengono assegnati alla coalizione vincente.

Ma abolendo il listino si pone la questione di come riattribuire i 10 seggi. E come riconoscere alla maggioranza un premio che le consenta di governare per l’intero mandato.

Su questo punto, già oggi sono state espresse varie opinioni, che vanno dall’abolizione tout court di quella quota, facendo scendere l’attuale consiglio regionale da 50 a 40 consiglieri. In confronto ad oggi, ogni provincia ne perderebbe uno e Roma ne perderebbe cinque o sei. Ma c’è anche la proposta di garantire al vincitore altri 5 o 6 consiglieri, pescandoli in proporzione ai voti presi.

Ora che sono stati individuati i principi cardine verrà preparata una bozza. Verrà girata per competenza alla Commissione Affari Istituzionali. Alla quale spetta il compito di scrivere il testo della Legge da portare poi in aula per la discussione e la votazione.

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