Reno De Medici, la Regione rilascia la soluzione che non risolve

L'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla Reno De Medici non chiarisce il dibattito sui "fanghi primari" usati nel processo produttivo. Quindici prescrizioni della Regione Lazio non risolvono il problema che minaccia i posti di lavoro e l'economia circolare del settore cartario. L'azienda sta decidendo se confermare la chiusura

L’autorizzazione c’è. Ma non risolve il problema. Uguale a quelle che un tempo rilasciava l’Amministrazione Provinciale di Frosinone: un processo ha stabilito che le rilasciavano solo per poter dire di averlo fatto ed evitare le sanzioni europee. Nei fatti c’erano così tante prescrizioni che quelle autorizzazioni non autorizzavano un bel nulla. Anche l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata oggi alla cartiera Reno De Medici di Villa Santa Lucia non risolve il problema. Quale?

Quello che nei giorni scorsi aveva portato ad avviare la procedura di licenziamento per i 163 dipendenti (circa 300 con l’indotto) e di chiusura dell’impianto.

Le prescrizioni

Il nodo sta nelle disposizioni stabilite dalla magistratura di Cassino dopo una verifica sul ciclo di smaltimento dei rifiuti prodotti. Tra le disposizioni c’è lo smaltimento all’esterno di tutti i fanghi. RdM ritiene che una parte importante (i cosiddetti ‘fanghi primari‘) non debba essere smaltita in quanto riutilizzata come nuova materia prima. La nuova Aia rilasciata dalla Regione non fornisce le risposte che aveva chiesto l’azienda ed ora RdM sta valutando se mantenere o rivedere la propria decisione di chiudere lo stabilimento, specializzato nella produzione di cartoncino con materiali riciclati.

Sono quindici le prescrizioni fatte dalla Regione Lazio nella nuova Aia. La più importante: non scioglie il nodo dei fanghi primari e della loro classificazione. Continua anzi a considerarli fanghi. Un’ostacolo che nonostante le parole pronunciate dalla politica, nessun tecnico della Regione Lazio poteva superare. Perché la Legge è quella. Ed un funzionario regionale non ha né il potere né il diritto di cambiare le Leggi.

Ci sono poi aspetti relativi alla catena di controllo e di garanzie che vanno oltre la legge. Ad esempio viene chiesta una fidejussione a garanzia del ciclo di smaltimento.

Problema nazionale

Massimo Medugno (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Il problema è nazionale, come ha spiegato nelle ore scorse il direttore di Assocarta, Massimo Medugno: “È errato parlare di smaltimento in quanto è una nozione che riguarda i rifiuti. Qui siamo in presenza di una reintroduzione di fanghi nel processo produttivo, pratica ampiamente consolidata all’interno della tecnologia cartaria in Europa ed in Italia e sancita dai documenti comunitari”.

Per Medugno l’impianto RdM di Villa Santa Lucia è “fondamentale per l’economia circolare del Lazio”. Il caso sarà al centro di un confronto convocato in Regione Lazio per il 5 febbraio. Pasquale Legnante, Segretario di categoria Cisl ha sollecitato una presa di posizione del ministero che faccia chiarezza per tutto il comparto.

Reno de Medici rappresenta un ventesimo della capacità di riciclo italiana ed un quarto della capacità produttiva laziale che è il dieci per cento della produzione cartaria nazionale del settore.