Rossella, il sogno della Regione per aiutare i più deboli

Punta ad un ruolo in Regione Lazio. Per creare leggi con cui aiutare il territorio. È l'auspicio di Rossella Chiusaroli

Bisogna ridare ai nostri ragazzi la capacità di sognare. Troppi occhi spenti tra gli adolescenti di adesso, pochi sorrisi, pochi sogni. Lei a 15 anni, di sogni, ne aveva eccome: voleva fare la cantante, ha partecipato al Festival degli Sconosciuti, cantava con Rita Pavone e Teddy Reno. Poi la vita è andata diversamente, ma la passione per il canto resta: il karaoke nelle sue feste non manca mai.

Vorrebbe che i ragazzi di oggi tornassero a sognare. È per questo che i giovani sono uno dei punti fondamentali del suo programma: insieme ai giovani, insieme alle famiglie e insieme ai lavoratori. Rossella Chiusaroli, candidata al consiglio regionale del Lazio con Forza Italia, ha scelto proprio  “Insieme” di Mina come colonna sonora della sua campagna elettorale. Lo slogan, invece, è “insieme si può”. (Leggi qui)

Insieme a chi? Chi è la sua colonna portante in questa campagna elettorale?

“Mio marito Massimo prima di tutti, con lui condivido ogni cosa. Mia madre, mia sorella Diletta, mio fratello Riccardo. E poi Yuri, Nicola, Daniela, il mio gruppo di consiglieri comunali. Insieme non è solo uno slogan”.

Sua figlia invece, come sta vivendo queste settimane frenetiche di campagna elettorale?

Non vede l’ora che finisca”. 

Lucrezia ha 15 anni e mezzo, fa parte di quella schiera di adolescenti che Rossella vuole aiutare con le sue politiche. Lei passa molto tempo nel comitato elettorale della madre, insieme anche ai suoi amici: comincia a capire cosa sia la politica. Poi se seguirà la strada della madre oppure no lo dirà la vita.

Da sempre lei è impegnata nella difesa dei diritti delle donne. Cosa si può fare di concreto per loro?

Da mamma lavoratrice mi rendo conto delle difficoltà che si possono incontrare: bisogna migliorare  l’accesso ai servizi all’infanzia e portare i bisogni dei genitori-lavoratori nelle aziende del nostro territorio. Troppo spesso le donne devono rinunciare a qualcosa per conciliare tutto: è questo quello contro cui voglio combattere”. 

Dopo la tragedia del bimbo soffocato dalla mamma al Pertini, ha pensato anche alle neomamme, con una proposta ad hoc… 

Una volta eletta è mia intenzione proporre l’inserimento nell’organico sanitario di donne e uomini che si prendano cura non dei neonati (per i quali esistono già appositi reparti), ma delle madri che hanno partorito e che sono sfinite dalla stanchezza. È la figura della “sitter mum” che esiste già in alcuni paesi del Nord Europa e che potrebbe svolgere un ruolo anche a domicilio”.

C’è un altro tema che le sta molto a cuore: quello legato alle necessità dei disabili.

Secondo me è un tema poco sentito. Il 3 dicembre, quando si celebra la giornata internazionale delle persone con disabilità, le bacheche social di tutti si riempiono di frasi o immagini, ma il giorno dopo sembra essere dimenticato tutto. Per me non è così: bisogno aiutare concretamente le famiglie che hanno ragazzi o anziani con bisogni speciali. Sarà uno dei miei primi impegni

Sta incontrando tante persone. Qualche racconto, qualche richiesta, l’ha colpita in modo particolare?

“Tante. L’altra sera un signore affetto dal morbo di Parkinson mi ha voluto regalare una bandiera che a lui era stata regalata direttamente dal presidente Berlusconi. Mi ha detto che ci teneva perché ha visto in me una grande sensibilità e la voglia di lavorare per costruire un futuro migliore.

E poi in un’azienda del territorio ho incontrato degli operai, di oltre 50 anni, che stavano partendo per andare a lavorare all’estero. Il titolare non aveva più commesse in Italia. Nei loro occhi ho visto la sofferenza ma anche l’orgoglio. Siamo italiani, il nostro è un popolo di lavoratori. Dobbiamo fare in modo che il nostro territorio offra opportunità di lavoro. In quegli occhi però, ascoltando i miei discorsi, ho visto anche un barlume di speranza. Quegli sguardi me li porto dentro.”

La richiesta più strana che invece le hanno fatto?

Una signora si lamentava perché sul nostro territorio mancano troppe cose: lavoro, ospedali, ma soprattutto: le discoteche!” Non trattiene una risata mentre lo racconta.

Ha vinto lei: la signora che vuole le discoteche. E magari anche più serate con il karaoke.