Saf – L’immondizia non puzza più, ok al bilancio tra i veleni

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

L’immondizia nei cassonetti dei Comuni ciociari non puzza più. Le proteste ed i picchetti davanti allo stabilimento Saf di Colfelice per impedire l’arrivo dei camion carichi di spazzatura da fuori provincia? Tutto finito in un fragoroso applauso di approvazione. I 18 milioni di euro che i Comuni non riescono a pagare per lo smaltimento dei rifiuti: come se non ci fossero, al punto che si può provare anche a fare pubblicità tramite il Frosinone Calcio. E’ accaduto tutto durante la doppia riunione dei sindaci chiamati ad approvare i conti della Saf: la società composta dai Comuni ciociari che si occupa della lavorazione delle immondizie nello stabilimento pubblico di Colfelice.

Innanzitutto i conti. Il bilancio è passato ad occhi chiusi. Non nel senso che nessuno lo abbia guardato ed i sindaci lo abbiano votato senza sapere cosa c’è tra i conti. Nel senso che solo in 4 si sono astenuti (i sindaci di Ceccano, Supino, Arnara e Coreno Ausonio) ed uno solo ha detto no: il Comune di San Giovanni Incarico. Che ha motivato: “perché è il bilancio della passata gestione, che non condividiamo”. Così, una volta approvate le cifre a larghissima maggioranza, l’ex consigliere d’amministrazione Adriano Roma ha detto ai colleghi: “Se le cose stanno così, abbiamo il dovere morale di fare un applauso all’ex presidente Cesare Fardelli ‘Per averci lasciato un’azienda sana, con i conti in regola e che funziona’, finito al centro di ben quattro inchieste, sempre assolto, crocefisso sulla stampa, oggi abbiamo ammesso che aveva operato in maniera eccellente”. E l’assemblea ha tributato un applauso a scena aperta.

Seppure approvati, i conti sono drammatici: il bilancio è da 32 milioni di euro ma i Comuni ciociari non riescono a pagare il conto dei rifiuti che lo stabilimento di Colfelice lavora, trasforma in combustibile e poi porta al termovalorizzatore di San Vittore che lo brucia producendo energia elettrica: il loro debito nei confronti della Saf è pari a 18 milioni di euro.

Ma nonostante questo, il presidente Mauro Vicano ha proposto all’assemblea dei sindaci di destinare un contributo pari a 20mila euro al Frosinone Calcio per sostenere la squadra nella sua prima stagione di Serie A. Il primo ad alzarsi e dire no è stato il sindaco di Anagni, Fausto Bassetta: ‘ma come – ha detto in sostanza – i nostri cittadini non riescono a pagare la bolletta dell’immondizia e noi dovremmo chiedergli i soldi per sostenere il Frosinone?’. Sempre più sindaci si sono defilati. ‘Se dobbiamo sostenere il Frosinone, non facciamolo con i soldi delle tasse pagate dai cittadini: sarebbe immorale; piuttosto, compriamo di tasca nostra un abbonamento ciascuno, sarebbe un bel segnale’ ha proposto un sindaco. Alla fine, nessuno ha messo la mano al proprio portafogli, e la proposta di sponsorizzare tramite Saf è stata ritirata.

E nonostante i 18 milioni da riscuotere, Saf ha deciso di approdare a Frosinone: sta realizzando un ufficio in pieno centro; sono in corso i lavori di ristrutturazione e di arredamento per il presidente Mauro Vicano ed il suo staff.

Inoltre, nella prossima seduta l’assemblea dovrà rimettere mano allo stipendio del presidente, fresco di dimissioni dal suo posto di direttore alla Asl di Frosinone, proprio per dedicarsi ai rifiuti: lo stipendio era ancorato – per Statuto – a quello del presidente della Provincia (pari al 70% del presidente che governava in piazza Gramsci a Frosinone, circa 2mila e 400 euro) ma ora lo stipendio è stato portato a zero dalla riforma Delrio. E allora? C’è la proposta di parametrare lo stipendio di Mauro Vicano a quello del sindaco di una città con mezzo milione di abitanti. In molti se ne sono andati per non votare.

A proposito dello staff c’è stato chi ha chiesto chiarezza: è stata depositata un’interrogazione ufficiale chiedendo conferma sui nomi di alcuni professionisti ai quali sono stati affidati recentemente degli incarichi di consulenza. “E’ vero – chiede l’interrogazione – che sono parenti o amici riconducibili in maniera chiara ai sindaci che sono soci della Saf, violando così la norma che vieta incarichi a parenti fino alla terza generazione?”