Se è una Pec a mandarci in tilt

La polemica nata dalle Pec che la Provincia non avrebbe inviato per annunciare il rinvio di qualche giorno degli Stati Generali. Che invece erano state regolarmente spedite. Pone tutti di fronte alla stessa riflessione che fece Kafka quando scrisse il suo 'Castello'. Ed è proprio la dimostrazione di quanto sia urgente avviare quel confronto

La conferma arriva da una Pec: un banalissimo messaggio di Posta Elettronica Certificata. Sta tutto li in quel messaggio: la difficoltà di questa provincia d’essere competitiva, di avere una velocità al passo con quella delle altre in Italia, l’abilità di essere smart. Ed affinché non ci siano fraintendimenti: la lettera usata è quella minuscola, cioè ad indicare non l’ente Provincia di Frosinone ma a voler dire tutti quelli che compongono questo territorio provinciale.

E per essere ancora più chiari: il paradosso non sta in quello che sta scritto nella Pec: sta proprio nel fatto che questo territorio vada in tilt per un messaggio di posta.

La posta che ci manda in tilt

Luca Di Stefano

Riassumiamo i fatti. Il presidente della Provincia di Frosinone (con la P maiuscola) Luca Di Stefano decide che per affrontare l’ondata di crisi che sta investendo il territorio sia arrivato il momento di riunire tutti ed ascoltarli. Per tracciare insieme una rotta con cui uscire dalle secche: le aziende se ne vanno dalla provincia (con la p minuscola) sostenendo che sia più agevole operare su altri territori. Nasce così l’idea di convocare gli Stati Generali.

Il presidente ha una assenza di vincoli tale da consentirgli i più ampi margini di manovra: tanto a destra e tanto a sinistra. Il che ha generato più di qualche preoccupazione, nell’uno e nell’altro fronte. Perché uno che va a mettere il naso tra le cose fatte e da fare in Regione ed in Parlamento è potenzialmente una rottura di scatole.

Ma è un altro lo spirito con cui Luca Di Stefano s’è mosso. È quello di coinvolgere tutti e sentire tutti per arrivare ad un documento di sintesi sul quale far partire la discussione. Così partono le Pec con cui annunciare che il 28 settembre ci sarà la sessione introduttiva che porterà il territorio agli Stati generali della Provincia. A cosa serve una sessione introduttiva? Ad elaborare un documento di partenza sul quale costruire poi gli Stati Generali.

Il messaggio incriminato

Francesco Rocca negli Usa

Nel frattempo, dagli Usa il governatore della Regione Lazio Francesco Rocca benedice l’iniziativa. E fa sapere che intende esserci. Per ascoltare pure lui ed accorciare i tempi: se la Provincia non intende stare con le mani in mano anche la Regione fa capire che vuole fare la sua parte.

Quando è certa la nuova data parte la Pec. Ma qualcosa non quadra. Perché il Segretario Generale della Cgil delle province di Frosinone e Latina Giuseppe Massafra rilascia una dichiarazione ufficiale. In cui tuona: «Siamo profondamente delusi nell’apprendere che l’incontro è stato annullato senza alcuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità preposte». Seguono poi alcune considerazioni sull’opportunità o meno di rinviare per consentire la presenza di Rocca. Ma il vero problema è che per loro non esiste nessuna Pec.

I testimoni riferiscono di un Vincenzo Formisano che martedì va in Provincia convinto che ci sia la riunione e scopre che invece è stata rinviata. È il vicepresidente di un’organizzazione nazionale che riunisce 54 banche, 3793 sportelli, 6,5 milioni di clienti, 213 miliardi di attivo. E pure il rettore dell’Unicas il mattino del 28 settembre è ancora alla ricerca di conferme.

Il nostro limite

Chiaro allora che qualcosa non abbia funzionato. La Posta Elettronica Certificata? La Segreteria della Provincia? Le evidenze direbbero di si. Se non fosse che tra sabato sera e domenica mattina saltano fuori proprio le Pec incriminate: inviate prima del 28 appena è stata certa la data comunicata dalla Segreteria del Presidente Francesco Rocca.

La conferma che questo territorio abbia urgente bisogno di riunirsi e di parlarsi sta proprio in quella Pec. Perché dovremmo riflettere su quanto la forma abbia preso il sopravvento sulla sostanza.

Premesso che la forma è sostanza e se non ci atteniamo alla forma poi rischiamo che ognuno dia alla sostanza una sua personale interpretazione, ma se tutto è legato alla forma poi rischiamo che diventi una trappola, un alibi, un castello di Kafka. Dove tutto ruota intorno alla forma della della burocrazia, della legge come ordine globale. Ma quello che ne deriva, pagina dopo pagina, è l’alienazione e la frustrazione continua dell’uomo che tenta di integrarsi in un sistema che mentre lo invita, contemporaneamente lo allontana emarginandolo.

La provincia (con la p minuscola) ha bisogno di recuperare i suoi margini. E non finire in una trappola di formalità. Altrimenti si rischia che una Pec, smistata prima o dopo dal sistema, generi solo incomprensioni. Mentre la sua missione era quella di unire.