Se Unindustria a Cassino è un dito nell’occhio alla politica

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

L’asse portante dell’economia ciociara torna a poggiare su Cassino. Più oggi che negli anni Settanta.

All’epoca c’era anche il polo industriale di Anagni, con una miriade di fabbriche disseminate a ridosso dell’autostrada. C’era il polo di Frosinone, con via le Lame piena di stabilimenti dei quali oggi rimangono i ruderi e solo il colosso Klopman. C’era il polo di Sora, con un vero e proprio distretto del  Tessile. Oggi invece è dal polo dell’Automotive di Cassino che nasce la maggior parte del Prodotto Interno Lordo provinciale. Ed è da lì che può partire lo sviluppo: quello vero, fatto di infrastrutture e di stabilità; non quello effimero di questi mesi, fatto di qualche stipendio in più e soldi bruciati subito sull’altare dei consumi. E’ per questo che Unindustria ha deciso di aprire lì il suo nuovo caposaldo. E di affidarlo non ad un emergente ma ad un suo ex presidente: Davide Papa.

Segnali chiari per la politica. Pessimi per i politici. Perché gli industriali non sono abituati a perdere né denaro né tempo. Se hanno aperto a Cassino una loro sede c’è un motivo preciso. Che non è la Fiat Chrysler. Ma è la potenzialità che può portare. Non più sull’asse Cassino – Frosinone – Roma ma su quello Cassino – Gaeta – resto del mondo. In altre parole: a Cassino si produce ma i mercati sono nel mondo. E’ lo scenario minimo sul quale esibirsi se si vuole recitare un ruolo industriale. Il mondo che compra lo si raggiunge attraverso il porto di Gaeta. Che ha già avviato una trasformazione, i grandi trasportatori tra Italia e Usa hanno adeguato la loro flotta: Giulia arriva negli States passando da quel porto. Ma la politica non sembra ancora averlo capito. E rimane arroccata all’interno del suo collegio elettorale.

Unindustria allora va oltre. E mette in campo l’operazione Cassino – Gaeta. Spacchetta i collegi, abbatte i confini amministrativi delle province. ne disegna di nuove lungo l’asse della crescita.

Ma non basta. Siamo lontani anni luce da quello che occorre.

Così Davide Papa mette il dito nella piaga. E ricorda alla politica che tre consorzi industriali nel basso Lazio sono uno spreco senza giustificazioni. C’è l’Asi di Frosinone che ha competenza su una parte delle strade, dell’illuminazione ed un depuratore in piena area Fca. C’è il Cosilam di Cassino che è nato per far crescere il Cassinate ma non ha mai avuto le infrastrutture da Asi. C’è il Cosind di Formia: che non è interfacciato né con Asi né con Cosilam. Per i politici c’è una logica. Per gli industriali no. Per Davide Papa «il consorzio unico serve a snellire le procedure tecniche ed amministrative e a dare, soprattutto, risposte immediate alle imprese».

Ma lo sviluppo sarebbe maggiore, più veloce, se ci fosse una ferrovia Gaeta-Cassino: capace di alleggerire il traffico sull’unica superstrada che collega i due centri, assorbire il traffico merci. «Se ne parla dal Dopoguerra e ora la questione non può più essere rinviata se vogliamo costruire qualcosa di davvero utile per il territorio».

Il porto è una componente fondamentale. Ma i lavori fatti finora sono appena sufficienti «il nuovo porto di Gaeta deve poter ospitare navi di medie dimensioni, così ogni traversata sarà ancora più conveniente per l’armatore, per il produttore che avrà un costo più basso, per l’economia in genere».

Che Cassino – Gaeta sia un polo strategico, sul quale ci giochiamo una fetta del futuro, lo dimostra la presenza di Filippo Tortoriello presidente di Unindustria: la seconda organizzazione dopo Assolombarda al tavolo nazionale di Confindustria.

Tortoriello ha ricordato ancora una volta il tema del 4.0: tra pochissimo tempo spariranno migliaia di posti di lavoro. Non serviranno più. Quel lavoro lo faranno i robot. Ma nasceranno migliaia di altri posti: per chi deve progettare, gestire, governare, manutenere quei sistemi. Bisogna sbrigarsi. Perché il 4.0 non arriverà domani: nello stabilimento Fca di Cassino è già iniziato.   Ha spiegato Tortoriello  «il settore dell’automotive ha un ruolo essenziale per l’economia di Cassino. Proprio per tutte le sfide sulla mobilità e sull’innovazione che attendono la società e le imprese nel prossimo futuro, questo è un comparto produttivo chiave per tutto il Lazio».

Ma la politica lo ha capito?

Ecco perchè Unindustria a Cassino è un dito nell’occhio della Politica.

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