Sora, la storia di Vittorio il mercante e Roberto il diffidente

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Potresti trovarlo tranquillamente seduto intorno ad un tappeto insieme ad una carovana di cammellieri. O altrettanto a suo agio al tavolo dove discutono Confindustria ed i sindacati. Dall’una o dall’altra parte per lui farebbe poca differenza: Vittorio Di Carlo è un maestro della trattativa.

Vende quello che non ha, ottiene quello che non potrebbe. Lima sul prezzo, aggiusta le clausole. Alla fine il risultato è quasi sempre quello che dice lui.

Così come era accaduto cinque anni fa quando era diventato vice sindaco di Sora.

Così come è accaduto ora con Roberto De Donatis: il candidato che piace tanto al presidente degli industriali di sponda Federlazio Alessandro Casinelli, nato da un’intuizione del dominus socialista Gianfranco Schietroma, annusato ed approvato dal cinico fiuto politico machiavellico di Mario Abbruzzese.

E’ in larga parte di Vittorio Di Carlo il merito dell’intesa che porterà sullo stesso fronte Roberto De Donatis candidato sindaco di Sora e Forza Italia con tanto di insegne.

Il vero colpo da maestro nell’arte della trattativa è stato quello di riuscire a far accettare a De Donatis la presenza del simbolo politico di Forza Italia. L’assenza delle bandiere di Partito era un dogma per il candidato sindaco che vuole uno schieramento formalmente civico. Tanto quanto la presenza del logo è un principio fondamentale e non negoziabile per Mario Abbruzzese che ha ricevuto espresso ordine da Antonio Tajani e quindi Silvio Berlusconi.

Nel corso dell’aperitivo (e non pranzo, ogni tanto un’imprecisione può scappare: Vittorio s’è messo a dieta – leggi qui il precedente) di martedì a Frosinone pare che la soluzione si stata a) Forza Italia aderirà al manifesto etico e di ispirazione totalmente civica che verrà messo a punto dal candidato sindaco De Donatis; b) il Partito porterà in dote anche una seconda lista, civica, composta interamente da esponenti della società civile; c) Forza Italia a queste condizioni manterrà la bandiera.

Ma se le cose stanno così, perché non fanno la conferenza stampa con l’annuncio dell’intesa? Perché Roberto De Donatis su Facebook scrive: “Non essendo stato presentato ad oggi alcun programma, non esiste alcun accordo che vada oltre il confine dela piattaforma civica che prosegue il suo percorso di lavoro e di incontri? E perché pure Vittorio Di Carlo sta accreditando la voce che l’accordo non sia ancora chiuso ed anzi potrebbe essere rimesso in discussione?

L’accordo c’è ed è solido. Ma De Donatis vuole prima vedere la firma del delegato di Forza Italia sotto al suo manifesto programmatico, altrimenti non annuncia un bel niente.

Vittorio Di Carlo invece temporeggia perché è un artista della trattativa: la porterà avanti il più a lungo possibile per incassare il prezzo politico più alto per Forza Italia e per se stesso. Il principio di Vittorio è “Qui non c’è ancora nessun accordo siglato, quindi anche io personalmente sono ancora in gioco per candidarmi a sindaco; sono in pista perché mi sostiene il gruppo consiliare”. Ma è un bluff: pure i muri sanno che tra lui e Giacomo Iula ci sono visioni diverse della politica e che all’interno del gruppo c’è un’altrettanto netta divisione; per non chiamarla spaccatura.

Cosa ottiene in questo modo? Di fronte al Partito e davanti a De Donatis, Vittorio farà un sacrificio supremo, per il bene della città, per l’unità del Partito e per la riaggregazione di tutte le opposizioni. Farà un passo indietro e cederà il passo a Roberto.

 

Scommettiamo che farà il vice sindaco?