Soumahoro e la coscienza pulita dei nuovi inquisitori

Oggi tutti a cercare il cattivo. Ed a puntare il dito contro le coop dei familiari dell'onorevole Soumahoro. Ma pochi ricordano il tempo in cui le cercavano per farsi togliere i migranti da davanti agli occhi. Perché nessuno li voleva. E la coop Karibù risolveva. Non importava il prezzo

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sono invaso da commenti su Aboubakar Soumahoro e la coop Karibù di Sezze. Il tutto condito da tanti soldi, si parla di 68 milioni di euro (quasi 140 miliardi di lire), mica bruscolini. Ora tutti cercano il cattivo. E dal punto di vista politico il deputato ex Verdi – Sinistra italiana, è indifendibile; dal punto di vista etico anche. Ma?

Ma ricordo il tempo in cui gli immigrati sbarcati non li voleva alcuno. Ricordo quando erano una patata bollente per cittadini, amministratori, sindaci, organi dello Stato. Quando la parola d’ordine era “a qualsiasi costo” ma toglieteli dalla buona coscienza di tutti. Per dirla nella lingua di quella mia Sezze oggi sotto accusa: “levategli dinnanzi agli occhi me“.

Nessuno li voleva vedere e dovevano sparire in  fretta. Karibù li faceva sparire. Certo non era una confraternita caritatevole e si faceva pagare, e pagare bene quando capisce che la patata bolle assai. Soldi tanti, ma anche “soluzioni rapide”. Come per i rifiuti, nessuno vuole il termovalorizzatore e la discarica, e tutto il nostro territorio è discarica.

Ora si corre dietro la somma dei soldi, ma nessuno faceva di conto sulle aggiunte al conto. Parliamo di uomini, di umanità: ma quanti ne sono arrivati a quegli uomini, donne, ragazzi? Nessuno li voleva vicino a casa, nessuno nel proprio Comune, nessuno nella stessa Asl. Karibù neanche doveva chiedere incarichi, gli arrivavano.

Oggi, la meraviglia morale fa difetto della negazione corale di allora. I buoni non volevano vedere, i cattivi non li volevano manco pensare, la Karibù risolveva tutto come un prestigiatore. Certo faceva, per dirla con Carlo Marx, plusvalore, ma è il capitalismo che non ha carità ma profitto.

Gli stivali di Soumahoro stonano in assoluto, ma stanno nella mediocrità di questo scaricabarile che produce mostri, come il sonno della Ragione di Goya. Tutti a cercare dove i soldi sono finiti, nessuno a spiegare perché sono arrivati.

Cari ben pensanti i giochi di prestigio si pagano e per salvare le nostre belle coscienze abbiamo pagato salato, ma vuoi mettere sentirsi buoni?

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