Su Roma nessuna possibilità di accordo Pd-M5S

L'ex ministro chiude alle ipotesi di accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle. Le primarie flop? "C'è stato il Covid. E Roma non è Torino". Il centrodestra? "Ha già governato Roma, abbiamo visto con quali risultati”. Michetti? "Vuole ripristinare i fasti di Ottaviani Augusto. Sono più modesto"

Discorso chiuso. Non ci sono margini per un accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Non a Roma dove i Dem sono stati i più implacabili avversari della sindaca Virginia Raggi e del suo governo. Niente margini: né al primo turno né al ballottaggio. Lo ha annunciato l’ex ministro Roberto Gualtieri, candidato sindaco dal pd. “Ci rivolgeremo a tutti romani e anche agli elettori di Virginia Raggi, che hanno creduto a promesse e progetti, molti anche giusti e condivisibili. Sono stati fatti dei bellissimi piani ma non sono stati realizzati“.

Dagli studi di RaiNews24 Roberto Gualtieri è millimetrico: colpisce la sindaca ma non i suoi elettori. Condanna l’amministrazione Raggi, giustifica chi l’ha votata. Lo fa rispondendo a chi gli chiedeva di un possibile apparentamento col M5s al secondo turno delle elezioni romane. Dice che non ci sono margini.

Il Covid sulle Primarie

Roberto Gualtieri

Dietro l’angolo ci sono le Primarie del centrosinistra: si tengono il 20 giugno. In molti lo criticano, a Torino non c’è stata la grande affluenza del passato. Lo stesso Massimiliano Smeriglio, quello che nel Lazio ha inventato la Piazza Grande di Zingaretti, nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme. (Leggi qui L’allarme rosso di Smeriglio: “Rischiamo il flop”).

L’ex ministro dell’Economia non ci sta. Spiega che “C’è un grande esercizio di critica delle primarie da parte dei partiti che non le fanno e non si pongono proprio il problema di chiedere ai cittadini di votare per scegliere, ad esempio a Roma”. 

I numeri non entusiasmanti a Torino non allarmano Gualtieri: “Dopo l’esperienza del Covid non si poteva immaginare di avere risultati di altre epoche. Ma siamo fiduciosi: a Roma faremo meglio e avremo un ottimo risultato di partecipazione“.

Roma è in macerie

Gualtieri ha proseguito spiegando che “non è sufficiente il voto del gazebo, il vero punto è costruire una grande alleanza politica, sociale, civica. Dobbiamo mobilitare associazioni, sindacati, imprese e comitati di quartiere. Occorre un lavoro titanico perché va ricostruita una Roma in macerie. Facendo un patto per la rinascita di Roma, in pochi anni si può cambiare il volto della città”.

Punta ad un programma scritto a più mani per allargare la partecipazione. Il giorno dopo le primarie “farò un grande appello per costruire un programma partecipato e una grande coalizione – ha aggiunto l’ex ministro – Allargamento, inclusione e partecipazione saranno la cifra del mio lavoro. A Tor Bella Monaca, come in tutte le periferie che sto visitando, vedo cinque anni di promesse non mantenute. Non c’è stato alcun dialogo con i comitati e le associazioni: cinque anni fa Raggi ha promesso cose che non ha mantenuto. I cittadini sono arrabbiati ma mi lascia sperare il fatto che ovunque si organizzano in comitati che non solo denunciano problemi ma presentano proposte e già si occupano di migliorare la vita della città”.

Il dialogo con Calenda

Carlo Calenda

C’è poi la questione di un altro ex ministro che faceva parte del Partito Democratico. Carlo calenda è stato il primo a scendere in campo ed a battere palmo a palmo Roma con le sue periferie. È un osso duro per Gualtieri,

Dialogo con tutti gli avversari. Calenda ha scelto di essere un avversario del centrosinistra, perché si è candidato contro il centrosinistra. Ed ha deciso di non partecipare alle primarie. Chiederemo ai suoi elettori il voto per il ballottaggio”, ha spiegato Gualtieri.

Quindi ha replicato alle parole dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino che lo scorso fine settimana lo ha accusato di fare parte dello stesso gruppo di potere che nel 2015 fece cadere l’amministrazione di centrosinistra alla guida di Roma. “Sono molto contento che Marino abbia scelto di impegnarsi nelle primarie e sostenere un bravissimo candidato come Caudo. Su quella vicenda – ha detto Gualtieri riferendosi alla ‘destituzione’ dell’ex sindaco da parte della sua maggioranza – io allora ero in Europa. È stata una scelta non felice. Noi guardiamo avanti, tutti insieme”. Anche in questo caso è stato millimetrico: avrebbe potuto dire che era stato Matteo Renzi a volerne la testa. Ma molti di quei renziani ora o non sono più nel Pd o sono rimasti ed hanno un’opinione diversa: che Marino non andasse proprio candidato perché del tutto estraneo alle dinamiche dell’amministrazione di una Capitale come Roma.

La Lega sfacciata

Simonetta Matone ed Enrico Michetti (Foto: Imagoeconomica)

Prende di mira Enrico Michetti e la Lega che lo sostiene insieme al fronte del centrodestra. Roberto Gualtieri ricorda anni di politiche al grido di Roma Ladrona. “Dovremo spiegare ai romani cosa significa e cosa è stata per Roma e contro Roma la Lega nord in tutti questi anni. La conseguenza è stata che la città ha perso risorse, imprese e investimenti rispetto a una politica orientata dal leghismo contro Roma negli ultimi decenni. Mi chiedo con quale faccia la Lega chieda il voto ai romani”.

Roma è già stata governata dal centrodestra: è stato sindaco Gianni Alemanno. Gualtieri dice “Abbiamo visto la destra della Meloni al governo di questa città quali disastri ha prodotto. Tuttavia questa realtà ha una forza in questa città, sarà una sfida dura ma la possiamo vincere. Io e Nicola Zingaretti siamo legatissimi, abbiamo deciso insieme tutti i passaggi, faremo squadra insieme sapendo che partiamo con buone probabilità di vincere ma senza sottovalutare che a Roma c’è una destra radicata e forte“.

L’ultima stilettata è sempre per Michetti. “Ho letto che vuole ripristinare i fasti della Roma imperiale di Ottaviano Augusto, gli faccio tanti auguri. Non sono così ambizioso ma penso che Roma possa migliorare”.