L’accordo c’è: il congresso provinciale del Pd si farà. In inverno. L’intesa è stata raggiunta ieri a pranzo. A Frosinone al Pepe Nero: allo stesso tavolo si sono seduti Francesco De Angelis (leader della componente socialista del Pd ciociaro, area Zingaretti), Mauro Buschini (il suo delfino politico), Simone Costanzo (segretario provinciale del Partito, area Franceschini), Sara Battisti (presidente provinciale del Pd, area Giovani Turchi di Orfini).
Niente ostriche né aragoste: il menù è stato spartano. Quello politico invece è stato molto più ricco: alleanze, congresso, candidature non solo alle elezioni comunali ma anche alle prossime Regionali ed alle politiche.
Anche il tipo di cucina è stato molto diverso. Più piccante per Buschini e Costanzo, più Light per De Angelis e Battisti. Politicamente, s’intende. Nel senso che i primi due hanno avuto un approccio più rigido al tema dei rapporti con Francesco Scalia: ‘è lui che ha spaccato il partito – hanno detto in sostanza – alle scorse provinciali non ha rispettato le linee della Direzione Provinciale ed ha schierato un candidato presidente in contrapposizione a quello ufficiale del Pd’. A stemperare i toni hanno provato gli ultimi due: Sara Battisti ha ricordato che in questa storia ci sono molte attenuanti e che errori ne sono stati fatto in abbondanza da entrambe le parti.
Ma gli scenari stanno per cambiare. Non solo a Frosinone. Francesco de Angelis ha tracciato il quadro politico che rischia di delinearsi nei prossimi mesi a livello nazionale e che avrà i suoi riflessi anche sul territorio. In altre parole: c’è il concreto rischio che si vada a votare, perché i numeri al Senato sono sempre più risicati, i risultati economici non arrivano e la popolarità del premier è in calo; soprattutto c’è Berlusconi che non vuole nemmeno sentir parlare di un nuovo patto del Nazareno, ci sono le banche – soprattutto inglesi – che potrebbero spingere per un avvicendamento a Palazzo Chigi. E allora Matteo giocherà il tutto per tutto e manderà il Paese alle urne.
Se si andrà al voto, De Angelis non vuole faide ma alleanze blindate. E sa che per stringerle ha un solo modo: la situazione politica deve essere chiara, i rapporti di forza devono essere certi e pesati. Per farlo c’è un solo modo: il congresso.
Le tre componenti De Angelis/Buschini – Costanzo – Battisti, al Pepe Nero hanno individuato una piattaforma programmatica comune. Andranno unite al congresso provinciale: insieme raggiungono un 70% che non lascia spazio a rischi.
E le diverse interpretazioni del regolamento che finora hanno impedito di convocare gli iscritti? Il tavolo ha individuato la soluzione: proporre al Nazionale una richiesta di chiarimenti su come vadano lette alcune norme interne. E poi via con il congresso straordinario. In autunno non si farebbe in tempo: più realistico fissare per novembre o dicembre.
Il problema principale, però, potrebbe essere proprio questo. A Roma potrebbero non volere il congresso a Frosinone, proprio per i motivi per cui invece a Frosinone lo vogliono: se la situazione è confusa, Matteo può pescare dappertutto e promettere tutto a tutti, senza che dai territori arrivino fronde; in particolare da una Federazione Pd come quella di Frosinone, che andrebbe in quota Zingaretti.
E Scalia? Per lui, niente Pepe Nero. Al momento ha problemi di digestione: i rapporti con Antonio Pompeo si stanno logorando, sulla questione del gruppo di Forza Italia in Provincia ma anche sulla promessa della candidatura alle Regionali, sulla quale il presidente di piazza Gramsci inizia a dubitare.