Termovalorizzatore: l’accordo tarda, Acea “sbotta” e la minoranza preme

Le forche caudine del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio. C'è una convenzione sul tavolo ma non viene firmata. Interessi contrapposti. L'opposizione chiede un Consiglio straordinario

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Il contenitore è quello di un tema che a San Vittore del Lazio è sempre stato delicato. E lo è perché rimanda alla gestione normata dei rapporti tra chi via via governa il comune del Cassinate e chi “governa” la società che possiede il termovalorizzatore di San Cesario. A quella e ad una serie infinita di chiavi di lettura “politiche” che sono effetto secondo ma non secondario della trattazione dell’argomento. Tema quindi in chiave multipla di Pov, di “Point of view”, punti di vista.

Il clou di quella gestione di rapporti ha un nome: “convenzione”. Cioè l’ordine regolato e documentale di azioni, benefit e protocolli operativi bilaterali che Comune ed Acea Ambiente stipulano. Con due chiavi di volta: reciproco vantaggio e rispetto ambientale, dove il secondo è più cardinale del primo ma dove il primo è quello più “politico” e socialmente incisivo.

Si inserisce in questo contesto un carteggio, o meglio, una serie di note e circostanze rilevate che la minoranza consiliare di “San Vittore Bene Comune” ha inviato all’amministrazione guidata da Nadia Bucci. Il sunto è che Vittorio Marcone, Eugenio Iannetta ed Antonio Forgione deprecano con forza la condotta dell’amministrazione, che non ha ancora approvato la Convenzione in Consiglio. E che non lo avrebbe fatto malgrado una serie di note ufficiali di Acea, in cui alcuni tentativi di “limare” quell’atto con obiettivi maggiorati rispetto alla stipula valutata in sede ufficiale erano da considerarsi ufficialmente impraticabili. Non giusti, né ingiusti, attenzione: impraticabili e quindi da non elevare secondo gli oppositori a pregiudiziale deliberativa, pena “l’allungamento del brodo”.

Il merito, l’opportunità e gli attori

San Vittore del Lazio (Foto: Caranto © DepositPhotos.com)

Premessa doverosa, e stanca già in esordio: a San Vittore del Lazio quest’anno si voterà per le elezioni amministrative. Ed è perciò fisiologico e “giusto” che – anche nella comunità – ogni vicenda tenda ad essere incastonata in questo quadro antagonistico, anche indipendentemente dalla volontà degli attori o a suo traino. Tuttavia il merito è una cosa, il contesto è un’altra, e la questione attuale ha saldissimi bastioni di merito difficilmente eludibili.

L’amministrazione Bucci ha provato a “migliorare”, con una buona fede che nessuno misconosce, un accordo con un privato. Ed il privato ha cassato la più parte di quelle novità, ritiene che su quella potatura ci si sia già confrontati ed oggi chiede che si “quagli”. Anche al netto di letture “partigiane” dall’una o dall’altra parte il senso è che per due istanti su tre urge una quadra validata dall’Assise civica.

Il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio

Da questo punto di vista il gruppo consiliare di opposizione contestualizza. “Il giorno 29 dicembre 2023 alle ore 10,00 si è tenuto, nell’ultimo giorno utile per l’adozione delle variazioni di bilancio, il Consiglio comunale del Comune di San Vittore del Lazio. Questo Gruppo Consiliare, con senso di responsabilità, ha garantito il numero legale all’Assise, in quanto la maggioranza si è presentata con solo 5 presenti”.

Poi la spiegazione della scelta: “Non garantire il numero legale sarebbe stato dannoso per le casse comunali e quindi per tutta la cittadinanza. Tuttavia, la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della discussione sulle dichiarazioni dell’Amministratore delegato di Acea riportate integralmente dal Consigliere di maggioranza Spennato Domenico non è stata accolta dal Sindaco”.

Una richiesta “non formalmente corretta”

Foto © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Il motivo? Lo spiega la nota stessa: essa sarebbe stata “non formalmente corretta”. Marcone, Iannetta e Forgione integrano la loro versione. “Per completezza riportiamo uno stralcio delle dichiarazioni di Acea”.

Cosa dice in sintesi quella silloge? Che c’è una convenzione ancora da approvare in Assise malgrado discussione in presenza di Giunta e condivisione datate gennaio 2023. E malgrado una proposta di stipula trasmessa con acclusi rilievi il 18 gennaio 2023. Quello che minoranza ed azienda “denunciano” insomma, ciascuna per sua specifica mission ovviamente, è un ritardo gigante. Quello invece che l’amministrazione replica ai soli antagonisti politici è che “ci marciano”, ma oggettivamente il merito della faccenda è ancora merito di stallo decisionale.

Ecco lo stralcio dello scritto inviato da Acea al team di governo sanvittorese e sottoscritto dall’Amministratore delegato Giovanni Rosti. Stralcio che è parte integrante la documentazione in possesso della minoranza. “Nostro malgrado, dobbiamo prendere atto che, nonostante il testo della convenzione sia stato discusso lungamente tra i rappresentanti delle parti e da ultimo condiviso nel corso della riunione del 5 gennaio 2023, il testo già condiviso non sia stato approvato dal Consiglio Comunale”.

Le parole dell’Ad di Acea Ambiente

Quella riunione si era tenuta “alla presenza del Sindaco e della Giunta Comunale nonché dal sottoscritto Amministratore delegato di Acea”. Il commento che segue è degli oppositori: “Pur ritenendo un simile comportamento incoerente e contraddittorio, si evita ogni commento in merito all’evidente difficoltà. (Difficoltà) che ad ogni occasione puntualmente si manifesta riguardo l’ottenimento dell’opportuno consenso del Consiglio su quanto in precedenza concordato”. Acea lamenta dunque un “ritardo” e la minoranza denuncia “contraddizioni”, mentre la parte maggioritaria del team Bucci sottolinea il fattore “strumentalità” a carico dell’opposizione.

E in ordine alla quarta linea, questo secondo quanto attribuito dalla silloge della minoranza, “Acea ha più volte rappresentato come il tema dell’affrancazione dei terreni sia di primario (e anche reciproco) interesse. E di conseguenza il disimpegno del Comune sul punto è un segnale ‘preoccupante’”. Prescindendo dai tecnicismi la sintesi dei tre consiglieri è netta. “L’Amministratore delegato di Acea ha denunciato un comportamento scorretto della Giunta comunale di San Vittore”. Giunta che, “dopo aver raggiunto un’intesa era venuta meno agli accordi. Pertanto, non avendone potuto discutere in Consiglio Comunale, anzi, Il Sindaco, preferendo la forma alla sostanza, si è limitato a leggere una nota senza possibilità di replica alcuna”.

Come l’ha letta la sindaca Bucci

Il sindaco Nadia Bucci

Questo “non rispondendo alle questioni sollevate dall’Amministratore Delegato di Acea, ma limitandosi ad attestare che a seguito della lettera aperta del Consigliere Spennato avrebbe ricevuto attestati di stima dal resto della maggioranza. In buona sostanza l’opposizione contesta per sua visione alla sindaca uscente di aver taciuto formalmente su un tema empirico su cui rispondere. Rilevando l’inconsistenza della “fronda interna” e sottolineando di avere alle spalle ancora una squadra compatta sul tema. E di averlo fatto cucendo addosso ad esso i panni di polemica strumentale messa in piedi dai suoi avversari.

Cioè cassando il merito del fatto, che è e resta urgente a prescindere da tutto. Da chi lo “eluda” in punto di irritualità, da chi lo impugni, e da quale scopo “partigiano” sorregga gli attori tutti. Quindi, sempre in riferimento alla prima cittadina, “accusando la minoranza consiliare di sfruttare le difficoltà della maggioranza. E (accusando la minoranza – ndr) di essere disposta a imbarcare di tutto al suo interno per uscire da un presunto pantano in cui si troverebbe”.

La chiosa è un appello-nota che è anche aspettativa in punto di Articolo 39 comma 2 del Tuel che è il testo Unico degli Enti Locali, cioè la raccolta di norme che disciplina la vita di un Comune. Se non se ne è discusso e non si è andati a meta a fine 2023 allora è ora che lo si faccia con un Assise straordinaria ad hoc all’inizio del 2024. “Confidiamo in una solerte convocazione del Consiglio e di una partecipazione della cittadinanza”.

Un Consiglio aperto sul tema, subito

Foto: Stefano Capra / Imagoeconomica

Questo “affinché possa essere data possibilità di interloquire sul tema anche ai cittadini presenti”. A gennaio 2023 l’Ad Rosti aveva trasmesso “il nuovo testo della Convenzione, rielaborato a valle del nostro incontro e dei molteplici scambi tra i nostri consulenti”. C’era un auspicio del management aziendale a chiosa: “Confidiamo in una rapida approvazione dello stesso, anche in ragione delle eventuali obbligazioni a carico delle parti, che hanno una scadenza a breve (i.e. controricorso in Cassazione – nda)”. Poi l’indicazione-sollecito del “bouquet” tra vidimazione amministrativa e valutazione in Cda aziendale.

Quale sarebbe dovuto essere? Il Consiglio Comunale, ovviamente. “Sarà cura della Scrivente, a valle dell’approvazione del Vostro Consiglio Comunale, sottoporre tale documento all’attenzione del Consiglio di amministrazione di Acea Ambiente, per le relative determinazioni”. E poi, cos’era successo? La faccenda sarebbe ancora “a monte”. Secondo Acea il Comune aveva giocato al “rilancio” senza approvare fattivamente quella Convenzione.

Rosti: “Avete alzato l’asticella e rilanciato”

Giovanni Rosti (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Lo spiega lo stesso Rosti il 7 novembre 2023 dopo un’estate senza che ci fosse stata sintesi votata in sede consiliare, ma piuttosto un upgrade. “Nostro malgrado, dobbiamo prendere atto che (…) il testo condiviso non sia stato approvato dal Consiglio Comunale, ma sia stato, invece, oggetto di un ‘rilancio’, avendo il Consiglio avanzato ulteriori pretese”.

Secondo Acea “le richieste economiche sono tese ad ‘alzare l’asticella’ rispetto a quanto già concordato e frutto di plurime concessioni da parte di Acea Ambiente”. Su cosa ad esempio? Acea Ambiente sostiene di aver “accettato di innalzare considerevolmente gli importi rispetto alla precedente Convenzione”.

Poi, una nota ormai datata, una chiave di lettura possibilista ma a precise condizioni: “La proposta richiamata non è in linea di principio inaccettabile, purché non si tramuti nell’ennesima escalation”.

Cercasi sintesi disperatamente

Insomma, serviva e serve una sintesi tra gli obiettivi legittimi del Comune e quelli altrettanto valevoli dell’azienda. Un “punto di incontro tra le pretese del Comune – che devono essere senz’altro mitigate – e quanto Acea Ambiente può ragionevolmente riconoscere”, chiosava Rosti.

E la minoranza, per sua parte, chiede che la mitigazione invocata da Acea come condizione già disattesa venga messa in atto e che quella sintesi passi. E passi subito per il solo luogo dove la linea amministrativa acquisisce sostanza di deliberato e di attiva messa a terra: il Consiglio comunale in carica fino al voto venturo.