«Via il ticket». La bufala di Zingaretti

VALENTINA CONTI per IL TEMPO

«Dal primo gennaio sarà abolito il ticket regionale». L’annuncio roboante per bocca del governatore del Lazio Nicola Zingaretti è arrivato ieri nel corso di una conferenza stampa sulla sanità in via Cristoforo Colombo.

Dopo la firma di «un verbale con Cgil, Cisl e Uil» avvenuta in mattinata. Ma la notizia non era esatta, tutt’altro. Il ticket della sanità non scomparirà. Quello che verrà eliminato, nei fatti, dal prossimo anno, sarà solo il contributo regionale aggiuntivo al ticket nazionale che venne introdotto nel 2008, sotto la gestione Marrazzo, a causa del disavanzo della sanità del Lazio arrivato all’epoca a circa 1,6 miliardi. 15 euro per risonanza e tac, 4 euro per la prestazione specialistica ambulatoriale e 5 euro per la fisiokinesiterapia. Costi che si andavano a sommare alla quota di compartecipazione prevista da norme nazionali.

Chi pensava che il taglio riguardasse tutto è rimasto fregato. Cambiano solo queste tre/quattro prestazioni: per risonanza magnetica e tac oggi si pagano 61,10 euro, dal primo gennaio saranno invece 46,10. Perla fisiokinesiterapia si passa dagli attuali 51,10 euro a 46,10; per la visita specialistica ambulatoriale da 50,10 a 46,10.

«La giornata di oggi è dedicata alla giustizia sociale, segna uno spartiacque nella storia del Lazio», ha esordito tronfio Zingaretti. Una «manovra» che, secondo i calcoli, «porterà a un risparmio di 20 milioni di euro per i cittadini del Lazio».

Poi sui nodi che portarono al commissariamento regionale ha spiegato: «Abbiamo lavorato per mettere a posto i conti e aumentare i livelli di assistenza (Lea). Siamo già in una situazione per cui le regioni oggi non sono commissariate e ora il confronto col governo dovrà portarci ad individuare le forme per uscirne. La fase del commissariamento, almeno nella sua parte più odiosa, la stiamo lasciando alle spalle. Oggi che i conti sono in ordine abbiamo voluto dare un segnale di uguaglianza alle persone che hanno diritto di accesso alle cure e non possono essere limitate da vincoli economici. I Programmi operativi che sono al governo contengono molte cose positive, ma questo era uno degli elementi più simbolici».

I prossimi provvedimenti della giunta regionale riguarderanno le liste d’attesa: «Ci sono timidi miglioramenti, ma non siamo ancora soddisfatti», ha aggiunto il governatore che ha sorvolato sui dati agghiaccianti ripetutamente pubblicati da Il Tempo.

«Il risanamento dei conti ha permesso di arrivare ad eliminare il ticket sanitario regionale introdotto nel 2008. È una buona notizia. Ora è indispensabile avviare una seconda fase che guardi con attenzione ai servizi offerti ai cittadini della regione Lazio che non sono ancora in linea con uno standard di qualità accettabile», il commento del segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola, di quello della Cisl del Lazio Andrea Cuccello e del segretario generale della Uil di Roma e del Lazio Alberto Civica.

«Le liste d’attesa per i servizi, in rapporto con un eccessivo uso dell’intramoenia, rapporto tra sanità pubblica e convenzionata sono la vera scommessa per stabilizzare i conti ed efficientare il sistema».

 

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