Top e Flop, i protagonisti di giovedì 28 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 28 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 28 marzo 2024.

TOP

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni durante le comunicazioni alla Camera

Il “sospetto” è che lei abbia appeal molto più di quanto non indicherebbero i temi su cui a detta di molti quell’appeal potrebbe perderlo. E una cosa è certa: farà pure le faccette da avanspettacolo, perplesse e sardoniche quando parlano gli avversari, ma Giorgia Meloni c’è. E dove molti italiani l’hanno messa ci sta benissimo.

Cioè al centro esatto di un gradimento pop che sembra sopravvivere ad ogni scadenzario di luna di miele con l’elettorato. A quello e ad ogni contingenza di governo. Roba che logora chiunque e che, giocando di iperbole, non ha risparmiato gente come Kennedy, Adenauer e tornando indietro perfino Churchill.

Insomma, Giorgia Meloni ha imparato benissimo a gestirsi su una cosa che possiede già di suo: l’istrionismo ruffiano, ed il politica quello è tritolo. Chiama i parlamentari “ragazzi”? Poco male se quelli si indignano e la riprendono. Lei sa benissimo che al netto di quel che accade in Aula conta quel che passa fuori dalla stessa.

E che il reel della sua “uscita” porterà molti italiani a dire: “Questa parla come mia cognata quando spiega ai suoceri acidi come fare la festa di compleanno a Carletto. Sì, è una di noi. A riprova del fatto che Meloni per adesso è tra i leader politici più inossidabili in quanto a gradimento ci sono anche gli ultimi sondaggi partitici prima della Pasqua 2024.

Più forte dell’usura da governo
Giorgia Meloni

Che dicono che FdI è risalito, anche se assieme a Pd, M5S ed alla Lega. Sarebbero “tutti in crescita”. Lo ha spiegato il sondaggio Swg per il Tg La7. Secondo quel report Fratelli d’Italia si conferma “il primo partito e, guadagnando lo 0,2%, sale al 27%. La formazione guidata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni allunga sul Pd, che cresce dello 0,1% e ora vale il 19,9%. Progresso dello 0,3% per il M5S e per la Lega, che rispettivamente approdato al 15,6% e all’8,3%”.

E ancora: “Frena Forza Italia, che scende al 7,7%”. Non c’è un significato preciso, ma una linea generica la si può desumere. Ed è quella per cui Giorgia Meloni è più forte dell’usura su quel che fa. E perfino più forte dell’usura per quel che fanno (a volte malissimo) i suoi.

E piaccia o meno questo è un merito di cui tener conto con il massimo dell’onestà intellettuale.

Carismatica.

RICCARDO MASTRANGELI

Riccardo Mastrangeli e Matteo Piantedosi

A prescindere dal risultato. È il gesto, ciò che conta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in mattinata è stato a Frosinone per parlare di sicurezza. E lo ha fatto pochi giorni dopo avere incontrato il sindaco Riccardo Mastrangeli che ha ricevuto al Viminale.

Un sindaco non è il responsabile dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica sul suo territorio: compete a carabinieri e polizia. E nemmeno ha l’onere di interfacciarsi con il livello centrale che sovrintende a quel settore: compete al prefetto ed al questore. Ha però la possibilità di sollecitare il livello amministrativo e politico: cioè il ministro dell’Interno. Che avendo un’agenda alquanto affollata non può occuparsi di tutto né ricevere tutti.

Il sindaco di Frosinone invece è riuscito a farsi ricevere e ad avere un riscontro diretto in meno di dieci giorni con il ministro in persona venuto a presiedere il comitato per l’Ordine e la Sicurezza. Un’interlocuzione che sarà stata sicuramente facilitata dal ruolo attuale del predecessore Nicola Ottaviani: una delle teste pensanti della Lega che ha espresso il ministro. Opzione forse necessaria ma di certo non sufficiente.

A convincere il ministro sono state argomentazioni. Non di carattere operativo: a quelle provvedono le Forze dell’Ordine ed il prefetto. Ma di carattere sociale. Con la necessità di dimostrare in maniera plastica che lo Stato c’è e non sottovaluta sette colpi di pistola esplosi dentro un bar in pieno centro nel sabato sera, come avvenuto quasi tre settimane fa a Frosinone.

A prescindere dal contenuto della risposta del ministro è importante che una città abbia un sindaco in grado di farsi ricevere dal ministro. E questo, gli va riconosciuto, Riccardo Mastrangeli lo ha ottenuto andando anche ben oltre.

Buongiorno, c’è il ministro?

FLOP

ALESSANDRO ORSINI

Alessandro Orsini (Foto: Valerio Portelli © Imagoeconomica)

Non ci aveva dormito la notte, si è applicato con diligenza ma no, non ne è venuto a capo. Come quando noi “mortali” litighiamo con l’utente social di turno che ci fa lo spiegone pubblico su un tema e ci viene la fregola di andare a pescare i post che sconfessano la tesi dell’imbucato in account.

Tutto questo è umano ed Alessandro Orsini è un uomo, ma va fatto un distinguo, una volta per tutte. Orsini non è uno qualunque e non è solo un target preferenziale per le sue tesi ardite sugli scenari bellici mondiali. No, Alessandro Orsini è un docente di valore assoluto ed uno studioso con competenze di grado elevatissimo sui temi con il quali però rimesta troppo nel suo ego.

Perciò da lui ci si aspetterebbe sempre un upgrade di condotta. Di quelli che magari non ti fanno cadere nel trappolone di andare a cercare tutti i post che ti hanno messo in graticola. Questo per dimostrare che malgrado la stessa erano analiticamente esatti.

La missione fallita e la soluzione

E alla fine, quando il docente non è riuscito nella sua ossessiva mission, non gli è rimasto altro che… tacere? Lasciar correre? Macché. Gli è rimasta la via di postare un ennesimo tomo cartesiano in cui spiega che non ci è riuscito, a trovare quei post. Ma che ne può citare alcuni a memoria.

“Vorrei scusarmi con tutti. Avevo promesso che avrei rilanciato i tweet per i quali sono stato querelato. Purtroppo ho scoperto che recuperare quei post è una specie di incubo. Ho scoperto che per recuperare i post d’inizio ottobre dovrei farmi venire un crampo alla mano scorrendo centinaia di tweet a ritroso”.

E siccome Orsini è un uomo ed ha come tutti “tantissimi impegni familiari e di lavoro che mi impediscono di compiere una simile operazione” ha smesso. Anzi no: ha messo il carico da mille come ineluttabile epilogo. “Quindi l’unica soluzione è che riscriva i post per i quali sono stato querelato così come li ho letti sui giornali”.

Il censimento delle querele

“Dunque, una prima querela l’ho presa per avere scritto: ‘Fino a quando ci saranno uomini come Netanyahu, lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile’”. Poi il timing, che per quelli come Orsini che senza un’oncia di ragione manistream non dormono è fondamentale. “Credo di avere scritto questo post il giorno prima dell’inizio dello sterminio dei palestinesi.

“E’ stata una previsione perfetta giacché Netanyahu sta effettivamente sterminando un popolo, tant’è vero che Israele fronteggia un processo all’Aja per genocidio”.

Il guaio del professor Orsini non sta (sempre) nel merito di ciò che dice, ma nella tenacia con cui egli si ostina a voler dimostrare che è nel giusto. Anche a costo di fare cose sbagliatissime, ed infantili.

Ossessionato.

ANTONIO BONI

Alessandro Foglietta

Uno scatto di nervi. La pazienza che si esaurisce: Martedì sera, durante la seduta del Consiglio Comunale di Supino, il Presidente dell’assise civica Antonio Boni ha lasciato l’Aula al culmine di un acceso dibattito sul mancato rispetto delle regole da parte della minoranza.

All’Ordine del giorno c’era un’interrogazione presentata dall’opposizione sulle aree sensibili e l’approvazione del Bilancio 2024-2026 con annesso aggiornamento al Documento Unico di Programmazione. Proprio al primo punto è scoppiata la discussione animata: il consigliere di opposizione Alessandro Foglietta ha preso la parola esponendo la sua posizione politica, logorando ed innervosendo il presidente. Perché? Ha superato i limiti dell’interrogazione eccessivamente allargando l’argomento.

La decisione di Antonio Boni di abbandonare l’Aula ha suscitato polemiche, soprattutto tra i membri dell’opposizione. Che ha evidenziato come mai prima fosse accaduta una cosa simile.

Al di là del merito. Alessandro Foglietta è uno dei politici più navigati in provincia di Frosinone. È stato Federale del Movimento Sociale, consigliere Regionale del Lazio, portavoce del governatore Francesco Storace, parlamentare europeo e più volte sindaco. Sa come esaurire la pazienza dei suoi avversari, logorarli, innervosirli, portandoli ad un gesto come quello compiuto da Boni.

Ma proprio per questo occorrerebbe fare tesoro della tattica attuata con successo da un’altra grande figura della politica locale: Francesco Scalia. Che rimaneva impassibile di fronte a qualsiasi attacco degli avversari, senza scomporsi nemmeno di fronte alle accuse più feroci ed ai colpi sotto la cintura. Ma un secondo dopo che l’avversario aveva concluso l’intervento replicava osservando la sua maggioranza: “Bene signori, possiamo passare alla votazione”.

La forza dell’esperienza