Top e Flop, i protagonisti di giovedì 4 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 4 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 4 aprile 2024.

TOP

MARINA PELLANDA

La sede della Iuav Università di Venezia

Lei insegna Storia del cinema allo Iuav università di Venezia. E’ una davvero in gamba, Marina Pellanda e non solo per la sua ultima scelta. No, stiamo parlando di una esponente “ a prescindere” di una cultura che lotta per affermare cose. Cose e persone che si sono contraddistinte per il lustro che hanno dato all’Italia tutta.

Pellanda è scrittrice, dottore di ricerca in Storia e Critica dei beni artistici, musicali e dello spettacolo. E tre le sue opere più rappresentative ci sono chicche come Tra pittura e cinema. La storia interminabile delle immagini (Venezia 2007), Senso (Palermo 2008). Poi Cinema e teatro. Influssi e contaminazioni tra ribalta e pellicola (Roma 2012).

E poi Gian Maria Volonté (Palermo 2006). Ecco, bisogna partire proprio da quest’opera per capire quanto importante sia stato quel che Pellanda ha fatto-deciso. Il dato è quello per cui l’attore Gian Maria Volonté alla fine è entrato a pieno titolo e diritto nella Treccani.

Gian Maria l’immenso
Gian Maria Volonté sul set del film Il Caso Mattei

E’ successo oggi, nel 2024, cioè nell’anno in cui si celebra il 30° anniversario della morte dell’immenso attore italiano. Nella Treccani compare una “lunga voce dedicata alla vita e alla carriera del grande interprete di film memorabili”. Film come “Sacco e Vanzetti” (1971) di Giuliano Montaldo, “La classe operaia va in paradiso” (1971) di Elio Petri. Poi “Il caso Mattei” (1972) di Francesco Rosi. Il lungometraggio che forse ha più rispondenza di tutti in una certa politica totemica di oggi che invoca Mattei senza aver capito bene cosa Mattei fece. E soprattutto come Volonté riuscì a renderlo magistralmente con quel film superbo, frenetico e scattista come il personaggio chiave.

La bio di Volontè risulta pubblicata sul volume 100 del Dizionario Biografico degli Italiani. Dizionario che è a cura proprio di Marina Pellanda, una che alla figura dell’attore ha dedicato studi sopraffini e dovuti.

Un mostro sacro

C’è davvero molto poco da lodare di Volontè in senso codino: è stato un mostro sacro e lo resta, forse uno dei più grandi attori di sempre ed a livello planetario. Professionista specchiato dalle “straordinarie doti interpretative, basate su una naturale abilità mimetica e su un lavoro attoriale ossessivo, al servizio del miglior cinema di impegno civile”.

E Pellanda, che assieme a moltissimi di noi lo sapeva, ha pensato bene di ribadirlo con un atto concreto. Un atto quanto mai dovuto. E per colpe certo non sue tardivo.

Braccio e mente della giustizia.

VALERIO TALLINI

Massimo Pizzuti e Valerio Tallini

Paradossale. Guida la società editrice dei due principali quotidiani del Sud Lazio ma non ama le prime pagine, predica il basso profilo, sussurra anziché strillare. Ed in giro ci sono pochissime foto che lo ritraggano. L’avvocato Valerio Tallini è il presidente della cooperativa Giornalisti Indipendenti che edita Ciociaria Oggi e Latina Oggi. C’è lui dietro alla decisione di chiamare nuovamente al timone della società l’ex Direttore Generale Massimo Pizzuti. (Leggi qui: Massimo Pizzuti ed il Kintsugi per Ciociaria Oggi e Latina Oggi).

È un segnale di maturità del sistema. Che sana la lacerazione apertasi tre anni fa quando il rapporto tra la società ed il suo Dg si interruppe in maniera burrascosa, innescando anche una spirale di carte bollate. Maturità, perché pone su piani diversi il rapporto personale e quello professionale. L’ondata di cambiamenti che sta rivoluzionando il sistema dell’informazione non concede margini né per sentimentalismi né per rancori: o si avvia in maniera rapida un upgrade o si rischia di rimanere travolti dal nuovo che avanza. E brucia copie.

La vera sfida per Tallini è stata proprio quella di richiamare al timone l’uomo che più di tutti conosce la macchina: fu l’ex Dg a guidare la cordata che rilevò i giornali dal Fallimento. Una sfida perché nel frattempo i cocci si sono accumulati. Ed oltre ad una sana ed oculata gestione economica servirà anche un intenso lavoro di pacificazione. A cui affiancare una moderna visione industriale. Tre miracoli in uno.

Buona lettura.

FLOP

MATTEO SALVINI

Capire l’aria che tira ed innestare una retromarcia potente quanto subitanea è caratteristica umana, ma tende ad essere più esacerbata quando ad innestarla sono tipi umani abituati al bipolarismo. Tipi come Matteo Salvini, che avendo intuito in quale format tv era andato a calarsi ha pensato bene di giocarsi la matta della sincerità in purezza.

Solo che la sincerità del leader leghista è indiscutibile ma caleidoscopica, perciò il risultato non è quasi mai quello del “diciamocela tutta e una volta per sempre”. No, il risultato è quello di una scacchiera che rimanda a nuove mosse e di un giocatore che si affanna a giocare su nuove incursioni. Il dato a cui partire è quello, incontrovertibile, per cui la Lega di Salvini è in affanno ed in predicato di prenderle di brutto alle Europee di giugno.

A Belve una belva mancata

Perciò da Francesca Fagnani a “Belve” Salvini ci è andato con la ferma intenzione di ribaltare tutte le narrazioni sulle sue (presunte ma molto probabili) difficoltà. La prima è quella del rapporto con Giorgia Meloni, di cui Salvini è sicario d’elezione. “Con Giorgia stiamo costruendo un’amicizia, abbiamo cominciato a frequentarci anche fuori dalla politica. Ogni tanto la sera gioca a burraco con la mia fidanzata. Sono due faine e odiano perdere”.

Davvero l’immagine in comunella della premier e della morosa basta a sanare il fatto che i due sono ormai molt vicini a odiarsi? Magari anche no, come direbbero i giovani in slang. E ancora, sul suo futuro alla guida della Lega: “Io penso di avere ancora tanto da dare, ho voglia, idee, tempo. Poi persone in gamba ce ne sono, ma li lascio aspettare un attimo”.

Davvero basta un proposito di vigore geriatrico (in senso politico) per dire che va tutto bene? E ancora: “Entro l’autunno si farà il congresso, l’ultima roba che voglio è sembrare incollato alla poltrona”. Ma davvero è così facile indicare quel che hanno ingiunto gli altri presentandolo come quel che si è autonomamente deciso?

“Su Vannacci ci pensiamo”
Roberto Vannacci (Foto: Andrea Apruzzese)

E sulla candidatura del generale Roberto Vannacci alle elezioni Europee. “Ci stiamo ragionando”. Salvini alla domanda se “direbbe mai che le persone omosessuali non sono normali” ha risposto: “No. Infatti ho detto che condivido le sue battaglie sulla libertà di pensiero, ma per me uno può essere omosessuale, eterosessuale, transessuale, bisessuale, polisessuale.… L’ultima delle mie intenzioni è entrare nella vita privata della persone.

Davvero serviva sconfessare Vannacci dopo che era stato proprio Vannacci per primo a sconfessare o quanto meno ad intiepidirsi sulla sua corsa per la Lega?

Matteo Salvini tutto questo che gli sta accadendo lo sa ma lo ha presentato come suo. Riuscendo malissimo a mascherare i suoi guai attuali.

Retromarciante.