Top e Flop, i protagonisti di martedì 2 gennaio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti del 2023. Per capire cosa ci attende nell’anno che è appena cominciato.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti del 2023. Per capire cosa ci attende nell’anno che è appena cominciato.

ANTONIO TAJANI

Antonio Tajani (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Alleato della premier, vice della premier e uomo forte della premier sulla difficilissima scacchiera della Farnesina. Ma anche liberale divergente dal sovranismo di Meloni, secondo in comando di un amico-nemico di Meloni e valvola moderatrice del Ppe corteggiato a scatti da Meloni.

Il 2023 di Antonio Tajani è cominciato così, con tante caselle di partenza e qualcuna di arrivo. Poi sono successe tante cose che quelle caselle le hanno scompaginate, non sempre con esito negativo.

Certo, la morte di Silvio Berlusconi a giugno è stata una mazzata emotiva. Ma dalle “ceneri” del Cav è risorto un Antonio Tajani che si è dovuto fare decisore dopo essere stato per anni ed annorum vidimatore. Il ministro degli Esteri è diventato equalizzatore di istanze improponibili con il fondatore in vita ed al timone di Forza Italia.

È Tajani ha dimostrato che strafare non va bene ma che anche restare in broda di inerzia è sbagliato. Perciò ha ritoccato, ma dove lo ha fatto lo ha fatto con decisione. Segretario reggente che ha invitato i morosi a pagare, modellatore di uno Statuto agile e sgravato dal cesarismo. E ancora: architetto di un Congresso che a febbraio gli consegnerà il partito.

Come ministro ha masticato amaro ogni volta che Giorgia Meloni basculava tra sovranismo primigenio ed europeismo di necessità. Non ha mai strappato ma a volte ha fatto capire che ove accadesse la premier se la sarebbe rischiata. Chiude l’anno con l’imbarazzo tutto Ue dell’europeista pioniere con i lividi di un Mes non ratificato.

Ma Tajani sa una cosa: che il grip di Meloni sul Paese scemera’ è che quello di Salvini è già scemato. Perciò aspetta, fiducioso, di stappare un’altra bottiglia due mesi dopo il Capodanno che è appena arrivato.

Sulla riva del fiume.

PASQUALE CIACCIARELLI

Pasquale Ciacciarelli (Imagoeconomica)

Da Pisa a Pisa a come da casello a casello, ma con quello di arrivo targato destracentro e con lui che è passato dal presiedere una commissione a guidare un assessorato. Per Pasquale Ciacciarelli la data clou del 2023 è stata quella del 14 febbraio 2023. Due giorni prima si erano tenute le elezioni regionali nel Lazio e il leghista ex coordinatore provinciale di FI nonché pupillo di Mario Abbruzzese sbanca. Registrando oltre 14mila schede sulle quali gli elettori hanno scritto il suo nome.

Sbanca ma non va a meta perché il collegio pontino spunta uno zero virgola in più che spedisce in Consiglio alla Pisana il futuro ex leghista Angelo Tripodi.

Ma con un tesoretto fulgido di oltre 14mila voti Ciacciarelli è uomo che pesa al di là del target mancato. Tanto pesa che impugna alcuni voti negatigli al Tar ma ottiene “giustizia” dalla politica. Francesco Rocca lo nomina assessore ad Urbanistica, Erp, Politiche abitative e del Mare.

Per il politico sangiorgese è un Bingo legittimo e certificato, e da allora non si è fermato più. Celeberrima la sua newsletter con aggiornamenti, bandi ed iniziative. Incisivi i suoi interventi su viabilità e sicurezza stradale. I mesi da settembre a novembre lo vedono impegnato nei piani più del colonnello Hannibal Smith di A-Team. Piano Case Popolari, Piano Porti e tutto ciò che attiene una rigorosa pubblicistica di mission tra rigore e mainstream.

A metà dicembre Ciacciarelli diventa bardo di una legge regionale sui locali seminterrati e sulla possibilità di dare ad essi un restyling.

Insomma, l’ex enfant prodige di Mario Abbruzzese che ha chiuso il 2023 all’Edra di Cassino è cresciuto, ed attende un 2024 che sia all’altezza di quel che questi ultimi 12 mesi gli hanno apparecchiato. E per i quali si è fatto trovare pronto. Molto pronto.

Molto sul pezzo.

FABIO TAGLIAFERRI

Foto © Stefano Strani

Il 2023 è stato un anno con un cambio di galloni sulla divisa politica per l’assessore ai Servizi Sociali e già vicesindaco di Frosinone Fabio Tagliaferri. L’anno precedente aveva dovuto rinunciare alla sua legittima aspirazione di candidarsi a sindaco del capoluogo: la logica degli equilibri di coalizione aveva imposto di cedere il passo alla Lega ed alla sua indicazione del civico Riccardo Mastrangeli. Il 2023 gli ha chiesto di aggiungere al ruolo di amministratore nel Capoluogo anche quello politico di inviato diplomatico del suo Partito, Fratelli d’Italia.

Come Peace Keeper l’hanno spedito a risolvere le situazioni che si erano ingarbugliate ad Alatri e Cassino. Nel primo caso FdI era entrata in rotta di collisione con l’amministrazione del sindaco Maurizio Cianfrocca che aveva contribuito ad eleggere, passando all’opposizione. Nel secondo caso, la diversa visione delle cose tra le sensibilità interne al Partito rischiava di portare ad una clamorosa spaccatura proprio al momento di scegliere strategie, alleanze, candidature per le Comunali di Cassino. Se gli avessero chiesto di affrontare le avventure di Indiana Jones sarebbe stato meno complesso.

Ad Alatri ha risolto. A Cassino ha quasi portato a termine la missione: una rosa di candidati del centrodestra. Ma in un quadro che però non è di sua competenza. Perché è evidente l’ostilità della Lega e solo un tavolo regionale può stabilire il quadro delle candidature tra i diversi Partiti sui territori.

È però a Frosinone però ha messo a segno la più avveduta delle manovre diplomatiche: non assecondando le fibrillazioni interne alle maggioranza del sindaco Mastrangeli. Tutt’altro, Fratelli d’Italia è stata l’alleato più fedele e mai ha fatto mancare i suoi numeri in Consiglio. Il che costituisce una notevole apertura di credito politico. Vale a dire: noi siamo leali ma se l’amministrazione cade il nostro patto si esaurisce. E si rivede la candidatura.

La considerazione interna a FdI è tale che per alcune ore è stato virtualmente il secondo assessore Regionale del territorio. Poi gli equilibri, sempre loro, hanno imposto ancora un passo di lato. Tutte cambiali che si accumulano. E che nel 2024 potrà decidere se mettere all’incasso.

Fratello col basco blu.