Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 9 agosto 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 9 agosto 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 9 agosto 2023

TOP

MARCO CAMPLONE

Il mantra è quello per cui se vuoi migliorare un sistema complesso di quel sistema devi conoscere ogni risvolto. E’ l’equazione contesto-polpa alo stato dell’arte e messa sulla lavagna di Fiuggi da Marco Camplone. (Leggi qui: Il rilancio di Fiuggi, una missione da… Camplone).

Il manager milanese e girovago chiamato nella città termale a fare il suo cruciale lavoro è l’esempio di cosa va fatto quando non devi essere medico, ma artista del perfezionamento. Lui, esperto del mercato “beverages”, lo ha detto chiaramente. Con il suo metodo riesce ad “individuare le cose in cui può migliorare. Entro in un modo di vivere, interpretare la quotidianità e capisco in maniera più rapida dove e come posso intervenire.

Skillatissimo sull’universo Horeca per la distribuzione nel ramo hotellerie, restaurant e catering, è finito nel mirino di Salus per Aquam. Cioè della società con i nomi di punta della provincia di Frosinone che sta scommettendo sul meglio che da sempre Fiuggi dà. E nella sua mission di intervento ci ha messo la sola cosa, il solo ingrediente operativo che possa condurre a meta: il verismo di chi sa che le cose non sono nel libro dei sogni ma sotto la lente impietosa della realtà.

Non si lavora per costruire un’utopia buona per i gargarismi media. No, si lavora per edificare una concreta strada che conduca al risultato. Ma per fare questo devi sapere dove lo stai cercando, quale tipo di gente lo invoca e con che territorio stai interagendo per perseguirlo e raggiungerlo.

E’ la sociologia che diventa base per l’impresa ed il management d’avanguardia. Marco Camplone è il risultato i questa somma di discipline per un fine unico. O probabilmente ne è l’addendo più determinante o il segno più all’operazione.

Non tattica, strategia.

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Alexandros Michailidis © Imagoeconomica)

E’ stato lui ad illustrare nei dettagli il via libera dal Cdm alprelievo sugli extra profitti delle banche, limitato al 2023″. Attenzione, stiamo parlando di un intervento tra i più gettonati in campagna elettorale e che era finito dritto nell’agenda del governo Draghi ma senza mai trovare una definitiva attuazione.

Al di là degli intenti quindi il prelievo sugli extraprofitti era da attuare ed attualizzare per una questione non solo fiscale, ma anche di congruità etica. In cosa consiste? In pillole se guadagni moltissimo devi versare qualcosa per chi non se la passa benissimo, come una patrimoniale di settore.

A contare che in Italia il solo termine patrimoniale uccide i tori l’annuncio di Salvini ha a suo modo del clamoroso. La misura è stata portata in Cdm dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ma la comunicazione mainstraeam è andata in testa al vicepremier e ministro delle Infrastrutture.

Che ha detto: “Gli introiti andranno all’aiuto per i mutui prima casa e al taglio delle tasse“. Quel provvedimento è una “norma di equità sociale, e non stiamo parlando di qualche manciata di milioni ma si possono ipotizzare alcuni miliardi”.

Perché proprio ora? Perché l’incremento dei tassi della Banca centrale europea “ha portato a un innalzamento del costo del denaro per famiglie e imprese”. Di contro, “non c’è stato un altrettanto solerte, veloce e importante aumento per i consumatori. Quindi, in questo gap, si verrà a contare un 40% di prelievo dagli extraprofitti multimiliardari delle banche. La quantificazione è robusta e che lo sia è giusto e salvifico, per equità e per necessità di cassa. Perché contribuire non è roba da livella, ma di scala di possibilità.

Salvini senza salve.

FLOP

CARLO NORDIO

Il Guardasigilli Carlo Nordio

Nella settimana che introduce alle “Feriae Augusti” Carlo Nordio potrà imbracciare paperella e secchiello con un malcelato orgoglio. L’orgoglio di essere riuscito a mettere la parola fine al reato di abuso d’ufficio e di aver consegnato all’Italia del Pnrr e del nuovo Codice degli Appalti la più potente arma convenzionale dai tempi delle V2 tedesche.

L’autunno che ci attende sarà all’insegna della (auspicabile) messa a terra della terza e quarta rata di quanto l’Europa ci “deve”. E sarà l’avvio della più imponente stagione di soprusi potenziali di sempre. Soprusi possibili ma non più abusi certi o quanto meno accertabili in punto di Diritto.

Pochi giorni fa era stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad autorizzare la presentazione alle Camere del ddl Nordio che è stato approvato in parte nella giornata di lunedì. Si tratta del disegno di legge con le modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare. In tacca di mira il Guardasigilli ci ha messo un bel po’ di cose e ci ha anche vergato sotto una dedica etica. E’ quella per il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Cosa prevede il ddl? La cancellazione dell’abuso d’ufficio, il traffico d’influenze “ridotto ai minimi termini”, secondo Il Fatto Quotidiano. Poi i limiti alla pubblicazione delle intercettazioni (e alla possibilità di citarle negli atti). Sotto molti aspetti si tratta di norme di civiltà condivise anche dagli amministratori di centrosinistra: l’Abuso d’Ufficio è norma che così com’è scritta in quasi il 90% dei casi non arriva alla condanna; il traffico d’influenze è articolato così solo in Italia rendendo oggi reato anche il semplice “Vediamo cosa posso fare, signora”; lo sconcio delle intercettazioni più intime che vengono date in pasto al pubblico non viene tollerato in altre latitudini.

Tutto questo poi va a fare i conti però con un altro provvedimento. Quello con cui il ministro Nordio prevede l’aumento delle pene minime e massime per coloro i quali si rendono responsabili degli incendi dolosi che stanno devastando l’Italia. A chi chiedeva al giurista Francesco Cossiga se esistesse una via per risolvere Mani Pulite senza azzerare la classe dirigente del Paese, il Presidente rispose che bastava alzare una decina di patiboli davanti al Palazzo di Giustizia di Milano ed impiccare i primi dieci a caso. Sapeva benissimo che l’Italia è il Paese della caccia alle streghe nel quale tutti passano dalla parte della strega una volta che è stata presa e sistemata sul rogo.

Aumentare le pene per decreto come propone il ministro Nordio non aumenta il numero di carabinieri sulle strade italiane, non aumenta il numero di magistrati nelle aule di Giustizia, non accelera d’un secondo un iter che oggi è paralizzato da procedimenti spesso inutili. Quel provvedimento serve a raggiungere esattamente lo stesso risultato che indicava Cossiga. Placare la gente.

Il che consentirà a Nordio di andare al mare sereno, con paperella e secchiello. Perché gli italiani si sentiranno rassicurati. Ma la sostanza è altra. Come ha avuto il coraggio di dire con la sua riforma.

Forma e sostanza

MATILDE CELENTANO

Non c’è nulla di empiricamente “imputabile” alla condotta di Matilde Celentano come sindaco di Latina, c’è piuttosto un “fumus”. L’impressione cioè che la prima cittadina del capoluogo pontino non stia opponendo resistenza su due fronti precisi. Su quello della mistica delle azioni “mainstream” per soli fini pubblicistici e politici e quell’altra.

Poi quella molto più netta che il governo della sua maggioranza consiliare sia cosa molto più difficoltosa del governo della comunità di cui è stata chiamata a guidare le sorti. In parole più spicce. Pare proprio che la Celentano non abbia ancora saldamente le redini in mano di una squadra a cui è affidata la mission di tenere la rotta di una città importantissima come capoluogo e cruciale come spot politico per il cento destra.

In occasione di una recente visita del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca all’ospedale Goretti di Latina l’impressione che ha dato la sindaca è stata quella di una amministratrice impegnata in una mera passerella politica d’area.

Passerella “con vista” più sull’intento della visibilità che sulla mission di ciò che in quel momento si stava visitando. Il Goretti non ha Tac funzionanti ed ha un pronto soccorso in limine vitae. Vero è che la Sanità è materia di competenza regionale, ma l’impressione da parte del governo di base è stata quella di aver voluto agevolare una passerella e di salirci sopra, non l’altra, quella di farsi portavoce di tare che incidono direttamente sulla qualità della vita degli amministrati.

Nella squadra di Celentano poi, “ogni assessore fa repubblica a sé”, senza contare poi lo strano caso Udc, e questo non aiuta certo a dissipare quel sottile dubbio. Che cioè Matilde Celentano si arrivata a governare con il piede giustissimo ma sia partita nel farlo concretamente con quello sbagliato. C’è tempo e ci sarà modo per riallinearli, ma non moltissimo.

Fuori squadra.