Top e Flop, i protagonisti di mercoledì primo novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì primo novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì primo novembre 2023

TOP

CARLO MARIA D’ALESSANDRO

Carlo Maria D’Alessandro

Con puntigliosa precisione, il decano dei giornalisti cassinati Domenico Tortolano annota sul Messaggero le cifre. Sono quelle relative alle ultime liquidazioni fatte dal Comune ai creditori rientrati nel dissesto finanziario dichiarato tra mille polemiche dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro.

Annota che nei giorni scorsi sono stati pagati un’altra ventina tra fornitori, professionisti, ex dipendenti. In tutto un centinaio di migliaia d’euro.

Non è la sostanza contabile delle cose a pesare in questo caso. ma la sostanza politica ed amministrativa. Perché al 31 dicembre si chiude dopo cinque anni la fase critica del dissesto che ha penalizzato le casse comunali. Entro dicembre il Consiglio comunale metterà la parola fine al deficit finanziario approvando il Piano di estinzione dei debiti elaborato dai commissari.

Si tratta di debiti che affondavano la loro origine nella notte dei tempi. Ad esempio, sentenze per espropri fatti negli Anni 70 e mai liquidati. Oppure opere fatte nella convinzione che i soldi in qualche modo sarebbero entrati e poi da Roma nessuno ha più mantenuto le promesse: un tempo funzionava così. Si inguattavano nei conti del Bilancio, si diceva che a coprirli sarebbero stati miliardi ricavati dalle multe o dai servizi più improbabili. Fino all’arrivo del Governo Monti e la riforma della Contabilità Pubblica i primi bilanci falsi erano quelli dello Stato e dei suoi Enti.

Poi è arrivato il momento di tracciare la linea dei totali. E Carlo Maria D’Alessandro, un pluripremiato funzionario dello Stato, ha ragionato con la testa di chi non deve rendere conto alla politica ed ai suoi riti. Ha dichiarato il dissesto. Gli è costato la poltrona da sindaco: i suoi per primi non glielo hanno perdonato.

A fine 2023 il Comune uscirà dall’Amministrazione straordinaria per rientrare da gennaio 2024 in quella ordinaria senza più sottostare alle ferree regole ministeriali e della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria dell’ente. Cinque anni segnati dalla politica del risparmio e con bilanci con i tributi locali al massimo. Ma ora i conti sono risanati e Cassino può iniziare a pensare sul serio alla parola investimenti.

Nessuno di quelli che lo ha fatto cadere gli ha mai chiesto scusa. Nessuno di quelli che è arrivato dopo di lui gli ha detto grazie. Lui ha preso cappello e se n’è andato a Latina a dirigere i servizi del Catasto in tutto il Sud Lazio. A rendergli giustizia sono ora i numeri. Almeno loro.

Vincente e abbandonato.

PIERSILVIO BERLUSCONI

Piersilvio Berlusconi (Foto. Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Sarebbe ingiusto non riconoscere che la sua è stata una sorta di “rivoluzione copernicana” dell’universo creato dal Padre. Partiamo da lui, dal genitore. Silvio Berlusconi a suo tempo creò una macchina perfetta di engagement prima ancora che esistesse come concetto anglofono. Da Milano 2 prese start con una tv via cavo, lunsingò e pagò i migliori intrattenitori catodici dell’epoca. Ed inaugurò la televisione light, sciantosa e leggerina che avrebbe accompagnato (e formato) gli italiani (gli elettori) per quattro decenni buoni fino a oggi.

Aggiungiamo un “Pier” all’equazione e veniamo al figlio del Cav, Piersilvio Berlusconi. Lui ha rimesso la televisione in asse con un battage contenutistico più sobrio, ha mandato via le starlettes-totem di quell’età dell’oro efficace ma sboccata che con suo padre aveva funzionato ed ha dettato nuove linee.

Mai come in questo 2023 stampa e web si sono riempite di polemiche sul cosiddetto ‘trash televisivo’, un’espressione che a me non piace per niente. Spesso infatti è una facile scorciatoia per denigrare la televisione leggera e spensierata che se fatta bene sa essere autenticamente popolare“. Insomma, l’Ad di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi ha commentato il “Libro dei Fatti 2023” edito da AdnKronos ed uscito il 21 ottobre con un mood molto maturo e competente.

La televisione, per dirla ‘old style’, è un elettrodomestico. Un device che può essere acceso o spento. Quando è acceso diventa un media, come la stampa, come il web”. Poi il distinguo: “Alcuni programmi possono essere istruttivi ma non la televisione nel suo complesso. Per intenderci, i minori non devono essere lasciati da soli davanti ai media, né davanti alla tv né a nessun altro device“.

Tanto per chiarire le cose e per prendersi l’eredità del padre ma senza lasciarla in frigo così com’era. Cioè non più adatta ai tempi che corrono.

Delfino pilota.

FLOP

CARLO MESSINA

Carlo Messina (Foto: Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Da amministratore delegato di Intesa San Paolo si è trovato a gestire non proprio una “crisi”, ma un momento di impasse grossa che ha gettato qualche ombra sull’umore dei correntisti. A dire il vero più che di ombre si sarebbe trattato di ulcere ma il risultato è lo stesso: Intesa San paolo è finita al centro di malumori decisamente diffusi, se motivati o meno poco cale, ma di certo incisivi sul target. Cosa è successo? Che più di 2 milioni di clienti della banca Intesa Sanpaolo hanno scoperto una cosa e l’hanno scoperta a mo’ di doccia fredda.

Cioè che tra la fine del 2023 e il 2024 verranno trasferiti a Isybank. Attenzione: le due banche sono organiche ad uno stesso gruppo, ma “la meno nota Isybank è una banca online”. Ed alcuni correntisti non hanno preso proprio in modalità “rose e fiori” l’annuncio del trasferimento. Ma come funzionerà?

La procedura sarà per quei correntisti che effettuano le loro operazioni preferibilmente “via app o homebanking. Molti clienti però non hanno apprezzato l’iniziativa e si sono riversati sui social per esprimere il loro disappunto”. Lo riporta Affari Italiani. E cosa non è piaciuto, segnatamente, ai correntisti? In particolare “il modo in cui è stato comunicato il passaggio da Intesa Sanpaolo a Isybank: alcuni sostengono di avere ricevuto una notifica via app comprensiva di termine ultimo entro il quale poter rifiutare il trasferimento”.

Tutto bene dunque? Pare di no, dato che costoro non avrebbero avuto il tempo di aprire l’app per opporsi a quanto stabilito. E la banca cosa dice? La versione è che “la modalità di notifica delle informazioni è stata scelta direttamente dagli utenti nella stipula del contratto”. Si parla della buona, vecchia, inossidabile, legalissima ma decisamente odiosa modifica unilaterale del contratto, ma con possibilità di opposizione. A tempo.

Zac, sei mio!

SALVATORE FONTANA

Salvatore Fontana

La politica è una passione dalla quale non ci si disintossica. Si può fare in forme diverse. Ma resta dentro e prima o poi torna con prepotenza a galla. È possibile ripudiarla, promettere a se stessi ed al mondo che non la si farà più e mai per nessun motivo. Invece è un po’ come con le donne: la passione è passione, non c’è logica che tenga.

La dimostrazione vivente di queste ore è Salvatore Fontana: imprenditore immobiliare e per un certo periodo Segretario Provinciale della renziana Italia Viva, tonitruante Consigliere comunale di opposizione a Cassino. Tanto rumoroso quanto politicamente inconsistente. Ma gli va dato atto che con le sue dimissioni l’Aula consiliare di Cassino è diventata una specie di mortorio, nel quale le uniche impennate dei toni sono state di un livello talmente basso da rasentare l’osteria ed innescare l’intervento della presidente d’Aula Barbara Di Rollo a suonare la fine della ricreazione, annunciando lo stop di ogni tolleranza e l’espulsione immediata per chi debordasse.

Salvatore Fontana ha tuonato ma mai debordato. Ecceduto ma mai sconfinato nella cattiva educazione. Graffiato e colpito sotto la cintura ma anche pagato. Ritirandosi dalla vita politica ed annunciando che mai più l’avrebbe fatta.

Invece le cronache di questi giorni dicono che è di nuovo li, a ridosso della prima linea ad ispirare l’azione campale. C’è lui a sussurrare nell’orecchio dell’ex sindaco Peppino Petrarcone e promettergli nuovo sostegno in vista della prossima sfida per le Comunali del 2024.

Legittimo. E per certi versi confortante. Sicuramente interessante. Ma già visto, decine e decine di volte con decine e decine di altri volti. Ed uno come lui non poteva non saperlo che della passione per la politica non ci si libera mai.

Mai dire mai.