Top e Flop, i protagonisti di sabato 16 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 16 settembre 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 16 settembre 2023

TOP

CLAUDIO DESCALZI

Claudio Descalzi (Foto © Imagoeconomica)

Quando qualche mese fa il governo Meloni arrivò al nodo cruciale delle nomine dei vertici delle grandi partecipate si scatenò un putiferio noto. Era quello, ricorrente in Italia, per cui ai soliti posti ci andavano sempre i soliti nomi. Tutto quindi in una sorta di balletto in cui funzionava solo l’intercambiabilità di uno zoccolo duro inamovibile. Claudio Descalzi e l’Eni finirono sulla stessa giostra mediatica e si andò avanti per settimane, dato che all’epoca delle nomine il solo che poteva ratificarle, Giancarlo Giorgetti, era impegnato a Washington.

Poi vennero suggellate dal Mise e tutti finì lì, o quasi. In questi giorni però Descalzi ha dimostrato in maniera perfetta e rotonda di essere il manager giusto al posto giustissimo. Come? Con una notizia che arriva dalla Costa d’Avorio. E’ quella per cui a meno di due anni dalla scoperta, Eni avvia la produzione nel paese africano.

Il gigante dell’oil ha avviato di fatto la produzione di olio e gas dal giacimento di Baleine, nelle acque profonde della Costa d’Avorio. Attenzione: il giacimento venne scoperto a settembre 2021 e su di essi si decise di investire solo a gennaio 2022, quindi di fatto è un record. Parliamo del primo progetto di produzione a emissioni zero – Scopo 1 e 2 – in Africa.

E Baleine è di fatto la più grande scoperta di idrocarburi nel bacino sedimentario della Costa d’Avorio. Il rapido time-to-market è stato possibile grazie allo sviluppo in fasi che caratterizza i recenti progetti di Eni e alla piena collaborazione del partner Petroci”, ha aggiunto Eni. Per la prima fase, la produzione è avvenuta attraverso “la Fpso Baleine, un’unità di produzione e stoccaggio galleggiante (Fpso, Floating Production Storage and Offloading unit) ristrutturata e potenziata per consentirle di trattare fino a 15.000 bbl/d di olio e circa 25 Mscf/d di gas associato.

Descalzi l’ha messa come andava messa, cioè in mezzo trionfo, un trionfo che di fatto è un successo per la politica energetica italiana dopo la nuove necessità post guerra in Ucraina. E soprattutto un successo di una linea che privilegerà sì sempre gli stessi, ma non i peggiori. Anzi.

Il Divo Claudio.

RICCARDO MASTRANGELI

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Il problema di Palermo è… il traffico. La battuta dell’avvocato all’ignaro Dante nel film Johnny Stecchino è diventata un’icona. Ma in quegli anni, insieme alla mafia, la corruzione, l’assenza di infrastrutture, il traffico era una ulteriore croce per i palermitani. Esattamente come lo è sempre stato a Frosinone.

Colpa di una geografia che non premia: come in tutte le città che hanno una parte storica in alto ed una più recente cresciuta intorno allo Scalo. Servono strade per salire e scendere, tanto da nord quanto da sud; e poi serve collegare sinistra e destra, altrimenti per andare da un punto all’altro distante pochi metri rischi di dover girare tutta la città.

Chi ha conosciuto la Frosinone degli anni Ottanta, oggi ha l’impressione di attraversare il capoluogo su una strada a Scorrimento Veloce. Fino a quando poi capita l’intoppo. E l’intoppo è sempre l‘apertura delle scuole: perché i bimbi vanno accompagnati, lasciati davanti al cancello e magari si resta un po’ per fare due chiacchiere.

Di fronte al crash del sistema registrato il primo giorno di lezioni, il sindaco Riccardo Mastrangeli ha preso il toro per le corna. E rivoluzionato la viabilità allo Scalo. Il primo giorno con i nuovi sensi di marcia? Zero lamentele o quasi. Soprattutto nell’epicentro di tutto il caos: la scuola media Pietrobono che manda in tilt via Puccini e con lei l’intero sistema. Ora chi arriva da via Verdi può andare dritto verso la stazione saltando via Puccini: fine della strozzatura, al limite qualche rallentamento. In via Verdi il problema resta ma solo nella mezzora in cui i bambini entrano ed escono dalle Elementari: come in tutti i posti d’Italia.

Esperimento riuscito, almeno il primo giorno. A dimostrazione che una Frosinone diversa è possibile se si ragiona in termini di mobilità pianificata e sostenibile: esattamente il tema che da settimane sta dividendo l’amministrazione e gli amministrati. Ora il problema non è più il traffico, non a Frosinone, non nell’ora delle scuole.

Ma quanto costano le banane a Palermo?

FLOP

ENZO SALERA

Enzo Salera (Foto © Roberto Vettese)

Chi ha le comodità e non le sfrutta è in peccato mortale. La saggezza contadina non concedeva spazio di perdono a chi poteva rendersi la vita migliore. Ma non lo faceva o per pigrizia o per non ammettere che le comodità sono utili. Il sindaco di Cassino Enzo Salera non è indolente, né è nemico della modernità. Ma ‘in casa’ ha un’università di Cassino che al suo interno possiede una cattedra specializzata in traffico. Si: traffico. Quello urbano, cittadino, fatto da macchine e moto che si ingorgano, suonano i clacson ed appestano l’aria. All’Unicas studiano e tracciano la soluzione.

Un paradosso che ha quasi il sapore della beffa. Perché con l’apertura della scuola anche. aCassino è accaduto ciò che è stato registrato a Frosinone (vedi sopra). E cioè il traffico è andato in tilt. Il caos s’è sviluppato alla Folcara dove ci sono l’Itis Majorana’ e lo Scientifico Pellecchia’.

Si sapeva. Al punto che nei giorni scorsi Cotral aveva richiamato l’attenzione di tutte le istituzioni. Aveva chiesto di rispettare l’accordo raggiunto a marzo. Prevede che Unicas autorizzi il passaggio dei bus e le fermate lungo la bretella di sua proprietà, che permetterebbe di evitare gli ingorghi in via Sant’Angelo. Ma il rettore non ha firmato. Possono passare solo le auto private. Perché?

Il rettore Marco Dell’Isola ha spiegato che da tre anni Unicas autorizza il passaggio dei mezzi pubblici all’interno del proprio campus. Ma doveva essere una soluzione temporanea. Giusto il tempo di costruire la soluzione definitiva. Che non può essere quella bretella. Perché? Non è progettata per la viabilità ordinaria ma solo per quella leggera interna al campus.

E poi, lamenta, il Comune non tutela quella strada. Infatti sono state vandalizzate le barriere; gli sversamenti di sabbia hanno ostruito le caditoie della fogna stradale; sfrecciano moto sullo stradello pedonale; passano auto non autorizzate. Il tutto senza che il Comune ci metta un soldo per partecipare alla manutenzione.

Il sindaco una soluzione l’ha trovata. Il progetto è pronto, si allarga la strada e si migliora la viabilità, lasciando all’Unicas la sua bretella interna. Il tutto entro la fine del 2023. Ma nel frattempo, chiede che il rettore gli lasci passare i bus fino alla fine dell’anno.

Il problema sta nei tempi. Non quelli di esecuzione. ma quelli di comunicazione: sarebbe bastato dirlo quando Cotral aveva ricordato il problema ed il rettore non avrebbe preso d’aceto. Ma Enzo Salera è uno che se potesse si metterebbe la tuta e passerebbe pure l’asfalto, nella convinzione che nessuno sappia metterlo meglio di lui.

Ma quanto costano le banane a Cassino?

MARCO CAPPATO

Marco Cappato © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Premettiamo che Marco Cappato è una di quelle persone la cui sola esistenza arricchisce la società in cui essa si dipana. Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni è stato e continua ad essere il solo, eroico baluardo contro una pigrizia normativa italiana che sfiora la riottosità ideologica. E quando si parla di fine vita essere pigri e riottosi equivale ad essere poco meno che crudeli, senza fronzoli ma va detto.

Preambolo due: nel merito di questa vicenda magari Cappato aveva ragione ma pare abbia avuto torto, almeno da quanto trapela a seguito di una indagine interna avviata dopo la sua denuncia di due settimane fa. Quale denuncia? Quella con cui Cappato aveva scritto a Giorgia Meloni. Per cosa e su cosa?

“Chiedo formalmente alla Presidente del Consiglio di verificare se corrisponda al vero l’informazione a me giunta anonimamente che dal febbraio 2023 sarei sottoposto a captazione informatica del telefono (intercettazione permanente e totale)”. Quella operazione sarebbe avvenuta “con Trojan di Stato e che siano in corso intercettazioni con microcimici nelle mie sedi abituali di lavoro e di vita dal marzo di quest’anno”.

Il tesoriere della Coscioni è anche candidato alle elezioni suppletive del Senato a Monza del 22 e 23 ottobre prossimi. E forse in fregola da martirio o in perfetta buona fede, magari iperbolica, aveva spiegato altro. “Il monitoraggio sarebbe ad opera dell’Agenzia di Informazione e sicurezza – Aisi – su richiesta del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza della Repubblica – Dis.

E l’argomento? Una non meglio precisata “ipotesi di contestazione del reato di ‘associazione sovversiva’ ed eventuali reati riscontrati in fase di indagine”. Ebbene, il report interno dice che Cappato non è stato intercettato. Perciò delle due l’una: o non era vero oppure, pur vero, era stato rivelato male.

InCappato in un refuso?