Top e Flop, i protagonisti di venerdì 3 novembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 3 novembre 2023.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 3 novembre 2023.

TOP

FRANCESCO GIANGRANDE

Francesco Giangrande

«L’operazione di vendita della Palazzina Uffici Fiat a Cassino? Non mi piace. Ma non è assolutamente un segnale che indica l’intenzione da parte di Stellantis di abbandonare il sito. Non è questo il momento di preoccuparci. Semmai era legittimo farlo quando, poco alla volta, quell’edificio si svuotava. Oggi abbiamo una mission precisa per lo stabilimento ed è quella che il Ceo Carlos Tavares è venuto a comunicarci personalmente otto mesi fa: faremo auto del segmento Premium».

«I lavori che si stanno facendo oggi stanno liberando spazi: è vero ma sono le moderne tecniche a richiederne meno. Tant’è vero che al posto di due Verniciature oggi ne abbiamo una perché i nuovi processi possono essere fatti usando un solo impianto. I lavori in corso a Cassino ci danno una prospettiva industriale di almeno vent’anni».

Francesco Giangrande sulla carta è il Segretario Generale della Uil Metalmeccanici del Lazio. Invece all’atto pratico è il sindacalista metalmeccanico più influente quando bisogna trattare con l’azienda automobilistica su scala regionale. Perché in Fiat c’è entrato nel ’72 ed in quel periodo sulle linee c’erano brigatisti, esponenti dei Nar e dei Comunisti Combattenti… Ha assistito alla fine di tante epoche ed alla nascita di altrettante. È la memoria storica del sindacalismo Fiat in provincia di Frosinone.

È di quelli che agli operai dice no, se una cosa non si può fare. Con altrettanta fermezza dice No all’azienda se una sua scelta va a danneggiare i lavoratori. Sulla vendita della Palazzina Uffici ha detto che per lui è un colpo al cuore: sparisce un mondo. «Ma solo per un fattore affettivo. Oggi servono meno spazi e più funzionali. Ciò che bisogna sorvegliare è invece l’area di produzione: lì è in corso una ristrutturazione che ci fa capire quanto siano concreti gli impegni presi da Stellantis. Preoccuparsi oggi è fuori tempo».

Concretezza sulla catena di montaggio.

ALESSIO D’AMATO

Alessio D’Amato (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Non sta seguendo la “rotta” tracciata dal suo leader politico ormai da un mese. Quello che Carlo Calenda dice in ordine ad un argomento, Alessio D’Amato mette e terra, è vero, ma al responsabile Welfare della Segreteria Nazionale di Azione riesce anche un’altra cosa. Equalizzare alcune istanze di rango massimo alle esigenze dei territori, in una parola bussare alle porte di chi è chiamato in causa sui problemi.

Poi aspettare senza fretta ma implacabile, come una testimone di Geova. “Sulla grave situazione che sta interessando lo stabilimento Stellantis a Cassino chiederò al Presidente Rocca di convocare una conferenza di rilancio industriale di quest’area”. Questo il core della richiesta di D’Amato che aveva formalizzato già due settimane fa, ma a cui non è ancora giunta risposta nelle ore in cui la ex Palazzina Comando dello stabilimento di Cassino è in vendita “open”.

D’Amato, che conosce molto bene i meccanismi della Pisana e il gap tra meccanismi pubblicistici e decisionali in purezza, aveva lanciato una polpetta avvelenata. Quello Stellantis è un team importante e “sullo stato di fatto della fabbrica ex FCA a Piedimonte San Germano siamo seriamente preoccupati e non si può continuare a far finta di niente”.

Perché “oltre al calo della produzione e dell’occupazione, ci sono le indiscrezioni sulle operazioni immobiliari all’interno dello stabilimento, il che significherebbe che non c’è un indirizzo di rilancio da un punto di vista industriale, ma semplicemente una valorizzazione o per meglio dire una speculazione”.

La versione Stellantis è del tutto diversa. E cioè: quelle aree oggi non sono più necessarie, le macchine si fanno con tecnologie diverse che richiedono meno spazi. E gli spazi inutilizzati pesano sui bilanci perché sono costi superflui. Ineccepibile. C’è poi l’impegno preso a marzo da Carlos Tavares: i lavori stanno andando avanti nello stabilimento.

Con molta probabilità la faccenda sta come dice l’azienda. Ma ad Alessio D’Amato va riconosciuto di avere messo in agenda la questione e di marcarla ad uomo. Agganciandola soprattutto ad un tema più grande: scongiurare la deindustrializzazione del territorio. Sia per le incognite Stellantis e sia per l’esclusione dalle Zes. Proprio quest’ultimo punto fornisce un senso alla “mozione in Consiglio per convocare subito a Cassino una conferenza regionale di rilancio industriale”. In attesa di una risposta D’Amato pungola e ci guadagna in chiave politica ed obiettiva per le sorti del territorio.

Stratega fino.

FLOP

CIACCHERI – FILIPPI

Amedeo Chiaccheri Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

“In due fanno una mezza promessa”: la battuta mutuata da “Il Circolo Matarrese” è adatta ma non calzantissima, lo premettiamo subito, però rende l’idea abbastanza bene. Abbastanza almeno da indurre ad una piccola riflessione sul presidente del Municipio Roma VIII, Amedeo Ciaccheri e sul direttore generale dell’AMA, Alessandro Filippi.

I due sono reduci da una visita alla Garbatella. Lì avevano verificato “il miglioramento delle condizioni di pulizia del territorio. La scorsa estate un comitato di cittadini a via da Pennabilli aveva lanciato con una manifestazione una protesta sostituendosi ad Ama nella pulizia del territorio”.

E cosa aveva detto Ciaccheri? L’amministratore aveva coinvolto Filippi allo scopo di incontrare i cittadini e “dare riscontro del lavoro di ristrutturazione dell’azienda municipalizzata dei rifiuti”. C’è una nota: “Come da impegno preso abbiamo incontrato di nuovo i cittadini e verificato il miglioramento della situazione sul territorio di tutto il Municipio e non solo a via da Pennabilli o a Garbatella”.

E sì, c’è un timing di recap tra due settimane: sarà il prossimo 18 novembre la data per un summit in VIII Municipio. Esso sarà “con tutte le realtà sociali del territorio che ci permetterà di condividere un nuovo modello di rapporti tra Municipio, Ama e Comitati di quartiere. Per un’attività che sul tema della corresponsabilità verifichi puntualmente il servizio di raccolta dei rifiuti e di decoro di questo Municipio come sperimentazione valida per tutta la città”.

Tutto bello, ma il problema dei rifiuti a Roma resta gigante e al di là dei summit di maniera e dei sopralluoghi non pare destinato a farsi nano. Né con esso la pazienza dei romani.

Gualtieri batti un colpo.

ANGELO PIZZUTELLI

Foto © Stefano Strani

Mercoledì sera torna a riunirsi il Consiglio comunale di Frosinone. Si torna in Aula dopo la seduta caratterizzata da interrogazioni della maggioranza contro i suoi assessori, urla, spintoni, lacerazioni. Dopo quella seduta in quattro non hanno firmato il documento di fiducia al sindaco Riccardo Mastrangeli. Che coerentemente ha ritirato le deleghe ai consiglieri di maggioranza Anselmo Pizzutelli e Giovanni Bortone.

Il clima è surriscaldato nel centrodestra. In particolare tra Fratelli d’Italia e Lega. Perché ci sono le Europee e prima ancora le Provinciali, elezioni dove contano le preferenze mentre nessun valore hanno i teatrini dei leader nazionali. La temperatura è quella ideale per infilare il grimaldello tra le crepe ed allargarle per tentare di scardinare la maggioranza. Cosa fa l’opposizione?

Prepara una mozione in Consiglio. Ottimo. Sui pessimi risultati nella classifica delle Smart Cities? Sui posti perduti nella graduatoria della qualità ambientale? Sul consumo esasperato di suolo? O sui cantieri fermi, le piste ciclabili rimaste a metà? Sul fatto che Cassino è con un piede fuori dal dissesto mentre Frosinone è ancora lontana dall’uscita del tunnel?

Ma manco per niente. Il centrosinistra unito vola alto. Pensa di essere all’Onu. E prepara una mozione sul conflitto tra Israele e Palestina. Chiede di condannare l’incursione di Hamas ed esprimere solidarietà ai civili israeliani e palestinesi.

Nulla di cui stupirsi. Dopotutto, Giorgia Meloni vince a mani basse toccando i temi sociali ed i problemi della gente. Per risposta il Segretario Pd parla su Vogue e va dall’armocromista. Allo stesso modo a Frosinone: con tutti i temi sui quali è possibile scardinare la maggioranza, si punta sugli Esteri. Tutto chiaro.

Un armocromista anche a Frosinone.