Top & Flop * Venerdì 13 settembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

MANZELLA-BONACCORSI

Fino a stamattina assessori pesantissimi della giunta regionale di Nicola Zingaretti. Poi sottosegretari di Stato del Governo Conte bis, quello sostenuto da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle.

Goan Paolo Manzella, da assessore regionale a Sottosegretario Foto: © Imagoeconomica, Paola Onofri

Gian Paolo Manzella va al ministero dello sviluppo economico, Lorenza Bonaccorsi alla cultura, dove trova Dario Franceschini, leader di AreaDem e “vate” del nuovo esecutivo. Entrambi fortemente voluti da Nicola Zingaretti, segretario del Pd. Peraltro la loro nomina apre la strada ad un accordo tra pentastellati e Dem anche alla Regione. Promossi con lode.

SALVINI-BERLUSCONI

Incontro positivo ad Arcore tra il leader della Lega e il fondatore di Forza Italia. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sono andati al sodo: no alla riforma della legge elettorale in senso proporzionale e partecipazione degli “azzurri” alla grande manifestazione di piazza a Roma il prossimo 19 ottobre.

Berlusconi e Salvini di nuovo insieme

Vuol dire che si ritorna nell’ottica del centrodestra. Vuol dire che Matteo Salvini ha capito che per essere leader dell’intera coalizione non può prescindere da Berlusconi, indipendentemente dalla percentuale di Forza Italia. Dal canto suo Silvio Berlusconi ha “fiutato” che l’ex ministro dell’Interno è l’arma in più del centrodestra per tornare al Governo. L’intesa è forte e Pd e Cinque Stelle farebbero bene a non sottovalutarla. Capitani coraggiosi.

FLOP

MARIA ELENA BOSCHI

Uno come Matteo Renzi non ha certo bisogno di alibi per annunciare lo strappo e la nascita di un nuovo Partito. Ormai è evidente che lo farà alla Leopolda numero 10, in programma a Firenze dal 18 al 20 ottobre.

Maria Elena Boschi

Il percorso è questo. Non c’è bisogno che Maria Elena Boschi, petalo di ferro del Giglio magico, dica che non ci sono toscani nello schema dei sottosegretari (assist ingenuo di Zingaretti) e che si augura che il nuovo governo non aumenti le tasse. Non c’è bisogno di logiche e di argomentazioni tendenti a trovare un elemento per giustificare ciò che è visibile a tutti. Matteo Renzi non può restare nel Pd perché uno del suo livello non soltanto non farà mai il gregario, ma neppure il numero due. Non serve che la Boschi cerchi l’incidente diplomatico. Pretestuosa.

ELISABETTA TRENTA

Fuori dai giochi. Senza neppure il paracadute di essere parlamentare. L’ex ministra della Difesa, quella che ha attaccato Matteo Salvini più di tutti, è rimasta fuori anche dalla squadra dei sottosegretari.

Foto © Raniero Pizzi

E’ rimasta schiacciata nella contrapposizione tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio. A dimostrazione che nei Cinque Stelle i capi veri sparano sul pianista quando cambia il vento. Non standoci più Salvini al governo, non era necessario neppure un anti-Salvini. Scaricata.