Torna o non torna, il nuovo dilemma di Anagni

L'ex sindaco al centro di un'iniziativa che guarda al futuro. E pensa in prospettiva. Cercando di costruire la prossima classe dirigente cittadina

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Se ci si concentra sul dato del gossip politico (torna o non torna?) si rischia di perdere di vista il concetto più importante. Ovvero che si tratta di un’operazione, per una volta, di prospettiva. Pensata per tempi medi, se non proprio lunghi. Nel tentativo, tra l’altro, di dare alla città (al territorio più in generale) una classe politica più adeguata alle esigenze.

Sta facendo discutere in queste ore il progetto di creare ad Anagni una scuola di formazione politica. Un’idea nata dalla coalizione LiberAnagni. Che, questo il dettaglio che ha provocato parecchie discussioni: si avvarrà come docente qualificato di una figura nota nella politica cittadina. Ovvero il colonnello Fausto Bassetta. Sì, proprio l’ex sindaco di Anagni, protagonista di una breve stagione di prevalenza politica del centrosinistra locale.

Ascesa e tramonto

Fausto Bassetta (Foto courtesy Anagnia.com)

Fu capace di intercettare lo scontento di una popolazione ancora scossa, in quegli anni, dagli scandali del centrodestra in Regione. E di valorizzare la spinta di un renzismo allora in fase ascendente. Quell’esperienza si era schiantata contro le divisioni tra Pd e area civica. Ed infatti, a decretare la fine di quella stagione  era stata l’estromissione dell’assessore al Bilancio Aurelio Tagliaboschi, con conseguente uscita della delegazione del Partito Democratico dalla maggioranza. A quel punto le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri comunali ed il conseguente scioglimento del consiglio erano stati la logica conseguenza.

Da quel momento Bassetta è sparito dai radar. Torna ora. Per tenere lezioni su questioni come le politiche pubbliche, gli enti locali, la gestione delle risorse finanziarie, i servizi al cittadino, l’etica nella politica.

L’iniziativa ha, come detto, scatenato subito il gossip cittadino. E si sono moltiplicate le voci su un possibile ritorno del colonnello sulla scena politica cittadina. Segno, tra l’altro, che, con tutti i limiti del caso, la sua esperienza non è stata affatto dimenticata, almeno nell’ambito del mondo progressista. Le voci sono state subito smentite dallo stesso colonnello e dai vertici della coalizione. Quindi, al netto del fatto che in politica non bisogna mai dire mai, non ci sarà un Bassetta 2-Il ritorno.

Il pensiero in prospettiva

Domenico Beccidelli con Fausto Bassetta

Resta il punto di partenza. Chi ha organizzato quella scuola di formazione lo ha fatto pensando in prospettiva. Consapevole del fatto che una classe politica andrebbe creata, formata, plasmata sulle esigenze del territorio. Per essere capace di vedere al di là della contingenza singola.

Senza tornare alle mitiche Frattocchie (la scuola di formazione del Pci), il politico oggi deve (o dovrebbe) essere non il terminale dei mal di pancia del popolo. Ma quello che, a quei mal di pancia, offre una soluzione in termini di visione e progetto complessivo. Ovvero esattamente quello che manca oggi ad Anagni (e non solo). La programmazione, la capacità di pensare in tempi lunghi. 

Se, come diceva Alcide De Gasperi (ma la paternità della frase è attribuita a James Clarke), “ Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”, allora la classe politica, anche ad Anagni, va costruita dalle basi. Quelle basi che, evidentemente, mancano nello schieramento progressista istituzionale, che in questi giorni cerca ancora di far quadrare il cerchio sulle alleanze, ed in quello del centro destra, dove le frizioni tra le anime di quel mondo evidenziano ancora di più la mancanza, a parte pochi elementi, di una vera e propria classe dirigente.