Fca, futuro a rischio con l’ecotassa: ipotesi sciopero

Il segretario nazionale dei Metalmeccanici Cisl conferma i rischi per il futuro Fca a causa dell'Ecotassa. Non esclude "iniziative di lotta e di protesta" contro il Governo

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Il Governo ora rischia di trovarsi contro 82000 lavoratori Fiat Chrysler Automobiles e 100mila dell’indotto. I sindacati sono sicuri che Ecobonus ed Ecotassa continuerebbero ad avere conseguenze nefaste per la produzione FCA in Italia. Anche dopo la correzione annunciata (leggi qui Ecobonus, nemmeno la nuova versione convince. No di industriali e sindacati).

Conseguenze che si traducono in un unico, terribile corollario: l’azienda tiene congelati i 5 miliardi di investimento per i prossimi anni negli stabilimenti italiani, soprattutto a Cassino Plant. Significa non attribuire una mission a quegli impianti, non assegnargli un ruolo per il futuro dal 2021 in poi. Spostando il baricentro negli Usa.

Un rischio talmente concreto che i sindacati annunciano manifestazioni eclatanti: lo hanno fatto durante la seduta della commissione lavoro.

 «Siamo pronti – ha detto Ferdinando Uliano, segretario nazionale dei Metalmeccanici Cisl – a mettere in campo iniziative di lotta e di protesta in difesa degli oltre 82.000 lavoratori diretti di Fca e altrettanti dell’indotto se l’azienda metterà in discussione gli investimenti promessi in Italia a causa del provvedimento bonus/malus“.

L’amministratore delegato Fca Mike Manley ed il responsabile dell’area Europa – Nord Africa Pietro Gorlier erano stati molto chiari nei giorni scorsi. Dicendo: “Il presupposto di questo piano, è che non ci fossero ulteriori restrizioni delle normative già decise a livello Europeo, questo prima della prima versione del provvedimento bonus/malus che aveva licenziato il Governo“.

La Fim Cisl ha ripassato i conti anche dopo le correzioni agli Ecobonus. (leggi qui Tutti salvi dall’Ecotassa: ora Stelvio non inquina più). «Anche nell’ultima versione ‘corretta’ – afferma Ferdinando Ulianosono ben 8 modelli a benzina e 7 versioni diesel prodotte negli stabilimenti italiani che saranno penalizzate. Tutto questo avrà una ricaduta negativa sulle attività produttive attuali, con forti ripercussioni sui volumi e un incremento sugli ammortizzatori sociali».

I rischi sono diretti ed indiretti. Diretti, per via di una tassa che allontanerà gli automobilisti dalle vetture sulle quali peserà il balzello; eviteranno di comprarle. Indiretti, per via dei bonus di cui beneficeranno soprattutto marchi stranieri, in quanto Fca ha iniziato ora l’elettrificazione dei suoi modelli: in Italia mancano le colonnine di ricarica e fino a quando le cose non cambieranno, il mercato chiederà un basso volume di auto elettriche.