La variabile a sorpresa per la successione a Natalia

I calcoli per la successione al sindaco Natalia non si fanno ad Anagni. La norma sulle Province è indipendente da quella per il Terzo Mandato. Che al suo interno ha una serie di novità. Come quella per il quorum al 40%. Fondamentale per il centrodestra. Ecco perché dopo Natalia potrebbe toccare a Natalia

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Una sfida a due, almeno per il momento. Che però potrebbe diventare, equilibri politici permettendo, un incontro a quattro. Sempre che non arrivi qualche papa straniero, o che gli equilibri politici dopo le elezioni Europee non cambino. Ad Anagni, a pochi mesi dalla vittoria del sindaco Daniele Natalia, riconfermato trionfalmente alla guida della Città dei papi alla fine di una campagna elettorale a senso unico, cominciano già a muoversi pezzi e pedine in vista del 2028. L’anno del rinnovo dell’attuale consiliatura.

Salvo cambiamenti di leggi, Natalia non potrà ricandidarsi: la legge per estendere a tre il numero dei mandati consecutivi per i sindaci di Comuni con oltre 5mila abitanti si è impantanata. È finita nelle stesse paludi che hanno bloccato la riforma delle Province. Con una differenza: la riattivazione delle Province costerebbe un miliardo di euro che nessuno sa dove andare a prendere. Mentre il terzo mandato ai sindaci costerebbe zero e risolverebbe molti problema ad una politica che ha tagliato 150 parlamentari. (Leggi qui: La Provincia non si tocca).

Il futuro di Daniele

Cosa farà dopo il sindaco. Mente sapendo di mentire chi dice che per lui sia già pronta una candidatura forte in Parlamento. È una balla spaziale. Perché al momento i seggi sono contati e assegnati.

Camera Uninominale Frosinone è della Lega che lì esprime l’ex sindaco Nicola Ottaviani. Camera Uninominale Cassino è stato cancellato tagliando i 130 posti tra Camera e Senato. Ora è fuso con Formia, Gaeta, Terracina, Fondi e lì sono tutti voti del senatore Claudio Fazzone: che è titolare del seggio al Senato. Ammesso e non concesso che intenda cederlo sarà in favore di una candidatura capace di garantire l’equilibrio costruito nell’area: quindi un nome pontino. Va da se che il Collegio Camera Terracina – Cassino vada a Fratelli d’Italia. Fine dei giochi.

Volendo giocare alla Fantapolitica, in caso di una rimescolamento delle candidature e d’un atto di Forza compiuto da Antonio Tajani il nome in pectore c’è già: Beppe Incocciati di Fiuggi. Che appartiene all’area del presidente di Forza Italia, non proprio in sintonia con il Coordinatore Regionale.

Diverso il discorso sulle Regionali. Ma onestà intellettuale impone di dire che la posizione di Forza Italia da qui al 2028 non è affatto definita.

Riccardo, recordman di consenso ma duro

Che Daniele Natalia vada in Parlamento, in Regione, a fare l’astronauta per la Nasa o il ballerino alla Scala, senza il terzo mandato è evidente la necessità di sostituirlo. Anche qui, onestà intellettuale impone di ricordare che le candidature nelle città con oltre 15mila abitanti se non trovano un equilibrio di coalizione sul posto passano per il tavolo Provinciale e Regionale del centrodestra.

L’ “assessore” Ambrosetti con il sindaco Natalia

E qui (terzo mandato permettendo) comincerebbe la partita doppia che potrebbe diventare una partita a quattro.

Al momento, il candidato principale per succedere al sindaco è quello dell’attuale vicesindaco di Fratelli d’Italia, Riccardo Ambrosetti. Che ha abbandonato il suo posto in consiglio provinciale per entrare in giunta comunale. Con oltre 500 preferenze personali, Ambrosetti è di gran lunga il candidato più votato della storia del comune.

E questo, in relazione a quello che accadrà nel 2028, lo rende un candidato sostanziale. All’interno della stessa maggioranza, ci sono però una serie di perplessità legate non tanto alle qualità politiche di Ambrosetti, quanto al suo carattere. Ambrosetti è infatti da sempre considerato intraprendente sì, ma anche molto divisivo. Dunque, il ragionamento che si fa è: Ambrosetti va benissimo per acquisire tante preferenze. Ma per diventare sindaco bisogna anche saper aggregare una squadra più ampia. E, dunque, mostrare una capacità di sintesi della proposta complessiva che Ambrosetti potrebbe non avere. Almeno non al livello che attualmente è posseduto dallo stesso sindaco.

Marino: “promosso”, morbido ed aggregante

Carlo Marino

E qui si arriva alla seconda opzione: quella di Carlo Marino, attualmente assessore al Bilancio ed alla Cultura. Qui il ragionamento è opposto; a Marino viene assegnato un peso politico indubbiamente inferiore rispetto a quello dello stesso Ambrosetti.

Ma viene anche considerato più moderato ed aggregante. Del resto, Marino è comunque stato in qualche modo “promosso” quando gli è stata riassegnata una delega pesante come quella al bilancio. Che, di fatto, lo certifica come un assessore di primo piano all’interno della giunta. E quindi lo legittima ad avere ambizioni più alte.

La memoria di D’Ercole e il tecnico Vecchi

Vittorio D’Ercole e Claudio Durigon

Il terzo candidato possibile è Vittorio d’Ercole. Ex vicesindaco della Lega, sparito dai radar negli ultimi mesi per tutta una serie di vicissitudini. Potenzialmente il candidato più debole. Ma per Vittorio vale sempre quello che accadde nel 2018 : quando il centrodestra sembrava puntare su di lui come candidato a sindaco ad Anagni.

Ma il suo rapporto di amicizia con Daniele Natalia è talmente antico che nel momento in cui è stato chiaro che la sfida sarebbe stata tra loro, Vittorio D’Ercole ha immediatamente tolto dal tavolo la sua disponibilità. Ora i tempi potrebbero essere maturi per riaprire il dibattito.

Il che – va ricordato – pone comunque la stessa questione connessa al nome di Riccardo Ambrosetti. E cioè: Daniele Natalia è un sindaco di Forza Italia, rimpiazzarlo con un candidato di Lega o Fratelli d’Italia impone un passaggio al tavolo provinciale perché al Partito fondato da Berlusconi andrebbe riconosciuta un’altra casella.

Le due variabili

Guglielmo Vecchi

L’ultimo candidato in ordine di apparizione è Guglielmo Vecchi, consigliere comunale di Idea Anagni, ma da sempre in possesso di grandi ambizioni di ingresso in squadra di governo. Potrebbe essere una riserva nel caso in cui si decida di puntare su un elemento tecnico piuttosto che politico.

C’è poi la variabile imponderabile. E se il dibattito sul terzo mandato venisse scorporato da quello sulle Province? O se la questione venisse definita nel suo insieme già nel 2025, come prevede il calendario? Perché in ballo ci sono tante altre cosette: una su tutte è l’abbassamento del muro del 50% + 1 per andare al ballottaggio riducendolo di 10 punti. Cosa significa?

Significa che per essere eletti Governatore del Lazio o sindaco di una città non bisogna più raggiungere la soglia della metà più uno dei votanti. Ma basterà il 40%. Con un indubbio vantaggio per il centrodestra com’è oggi: in un modo o nell’altro sta in coalizione e quella soglia può raggiungerla; il centrosinistra oggi non esiste più e le possibilità di arrivare al 40% sono ridotte alle zero.

Per questo la corsa per il dopo Daniele potrebbe essere già iniziata. Con Daniele candidato per il dopo Natalia.