Una strada per Bassoli, il primo sindaco dopo Littoria

La commissione Toponomastica ha deciso di intitolare alla memoria del primo sindaco di Latina, Fernando Bassoli, un luogo ancora da definire. L'intento è ricordare e onorare il suo contributo fondamentale alla ricostruzione post-bellica della città. E al tempo stesso risvegliare la memoria di una città che dimentica troppo in fretta

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Alla fine Fernando Bassoli, primo sindaco di Latina, avrà la sua memoria. L’ha ottenuta dopo tante discussioni e valutazioni. La commissione Toponomastica ha votato all’unanimità un’intitolazione alla sua memoria. Anche se, certo, molto della decisione si scontrerà con le norme del regolamento che impongono di creare meno disagio possibile ai residenti con un cambio di nome di strada.

Così, con ogni probabilità, si sceglierà un luogo privo di residenze: la rotonda centrale del parco Falcone e Borsellino: perché fu lui a volere lì i busti di Mazzini e Garibaldi.

Una città a caccia di memoria

Il primo nucleo della ricostruzione

Bassoli è stato il primo e sarà il primo. Ma come per lui, anche altri primi cittadini che lo hanno seguito avranno un’intitolazione. Latina va a caccia dei suoi ricordi, vuole – finalmente, è il caso di dire – perpetuarli per le nuove generazioni. Decenni sono passati, le sofferenze si sono attenuate, e si può ripensare all’immediato dopoguerra con occhi differenti.

Bassoli è stato il primo sindaco di Latina, appena rinominata dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. È stata la figura della ricostruzione materiale e sociale, ma soprattutto della ripartenza di quella che era una famiglia cittadina nata dalla lotta contro la palude, contro la natura. Una figura ricostruita con cura e sensibilità nella biografia curata da Licia Pastore.

Il sindaco venuto da Fossoli

Fernando Bassoli con Giulio Andreotti

Giunse dal modenese, da Fossoli. Fu pioniere della bonifica pontina e qui rimase anche dopo il 1932, aprendo un’impresa edile. Poi, l’impegno in politica, la responsabilità da primo cittadino: prima nominato nel 1945 come commissario prefettizio, poi nel 1946 viene eletto il primo Consiglio comunale che voterà lui come sindaco. Erano gli anni in cui la paura degli uomini soli al comando era ancora dietro l’angolo: i sindaci non venivano eletti dai cittadini ma attraverso un ulteriore esercizio di democrazia; i Consiglieri comunali eletti dai cittadini dovevano formare una loro maggioranza ed eleggere in Aula il sindaco.

Iscritto al Partito Repubblicano, fu il primo sindaco della città che fino a quel momento si era chiamata Littoria ed era stata governata da podestà o prefetti (con la parentesi dell’occupazione angloamericana). Erano giorni di «fame miseria e stracci» come scrisse Alberto Moravia di quei tempi, ma anche di una nuova vita che si affacciava. E che doveva essere completamente reinventata.

Bassoli governerà con una giunta PRI-PCI, occupandosi soprattutto della ricostruzione dei luoghi, in particolare di quelli di aggregazione, come l’attuale Circolo cittadino. E non risparmiandosi mai, anche in prima persona. Cinque anni da primo cittadino, fino al 1951, quando poi avrebbe vinto la Democrazia cristiana, rimasta al governo cittadino fino al 1993, anno in cui Aimone Finestra (MSI) sarà il primo sindaco a elezione diretta.

Il rapido oblio

Il sindaco Bassoli con Aldio Moro

Bassoli scomparirà poi nel 1988, in una Latina ormai ormai trasformata. Nelle ore scorse, dunque, la commissione Toponomastica, ha riempito un vuoto, che non è solo della singola persona, ma dell’intera comunità: Bassoli, primo sindaco di Latina, sarà anche il primo sindaco ad avere un’intitolazione. Cui, hanno precisato i commissari, ne dovranno seguire altre.

Perché i sindaci, soprattutto quelli che hanno lasciato un segno, come Antonio Corona negli anni ’70-’80 per le grandi opere pubbliche. E la commissione ha dato anche il secondo voto all’unanimità, quello definitivo, dopo il parere positivo della Prefettura, per l’ intitolazione allo scrittore Premio Strega Antonio Pennacchi di un tratto di via del Lido, dalla rotonda di via Nascosa fino al mare. E di installare, su quella pista ciclopedonale, cartelli che ne ricordino le opere.

Piaccia o no la scelta: Latina ha iniziato a scavare nella sua memoria. E metterla sotto gli occhi dei suoi cittadini.