Salta il confronto tra i candidati sindaco a Veroli. All'ultimo momento due dei candidati si sono accorti che il moderatore del dibattito non gli andava bene.
Salta la “cosa a tre” per le amministrative di Veroli. Con essa, salta il tappo di un equilibrio formale che avrebbe dovuto avere il suo momento culminante nel faccia a faccia dei tre candidati a sindaco della cittadina ernica previsto per stasera.
Una sbornia di democrazia che però ha lasciato il posto ad un’astinenza da complottismo casareccio. Il candidato dei Cinquestelle e quello del centrodestra non si sentono garantiti in quanto ad imparzialità nella conduzione dell’evento ed hanno tirato il pacco al contender numero uno, quel Simone Cretaro che invece, nei loro “niet” e “nein” ci marpioneggia alla grande.
Il sindaco in carica ha chiesto infatti fino all’ultimo e a gran voce che il confronto si facesse, lasciando intendere che chi si stava tirando indietro era birbaccione e paviduccio.
Narra Svetonio, che come tutti sanno era un gran pettegolo, che quando ad una cena imperiale voluta da Lucio Domitio Enobarbo si presentarono dei cuochi sopraffini per una sfida di quelle tanto care al godereccio imperatore (meglio conosciuto come Nerone) due di essi si rifiutarono di partecipare perché il terzo pare fosse notoriamente già nelle grazie del gran visir di palazzo, quel Petronius Arbiter Elegantiarum che, prima di suicidarsi proprio per colpa di Nerone, dello stesso era mentore artistico e maestro bon vivant.
L’aneddoto in realtà è di Robert Graves, che fra fantasy e storia ci basculava alla grande, ma, fatta la tara all’Impero che con la Veroli repubblicana dei Fasti poco c’entra, dà la cifra di quanto accade in città in queste ore.
Il primo a rompere gli indugi e a fare retromarcia sul confronto a tre di oggi è stato stamattina Fabrizio Cretaro del M5S. A suo dire, fra i motivi del diniego, c’è la “mancanza di garanzie minime di imparzialità del confronto“. La stessa motivazione addotta a qualche chilometro di distanza dal suo collega di Cassino Giuseppe Martini che aveva chiesto la sostituzione del direttore Alessio Porcu come condizione per partecipare al confronto tv su Teleuniverso. Il confronto si farà lo stesso: senza il candidato del M5S.
A Veroli, dopo il dietrofront del candidato grillino, a ruota gli ha fatto eco Marco Bussagli, che in un altro post ha proclamato solenne come “le motivazioni sono da ricercare nell’attività giornalistica che si configura nel dovere di verità, ossia garante delle opinioni altrui“. Insomma, a Bussagli non piace che a moderare il confronto ci dovesse essere l’addetto alla comunicazione della squadra di Simone Cretaro.
Il casino trova grip quando è lo stesso sindaco uscente a prendere la parola sul web, e, forte di una posizione in griglia che in quanto terzo lo avvantaggia non le manda a dire.
“Ho appreso, da poco, dell’indisponibilità degli altri due candidati, Marco Bussagli e Fabrizio Cretaro, a partecipare al confronto pubblico previsto per stasera alle 18 presso l’Aula Magna. Non ne condivido le motivazioni (5 anni fa si è tenuto un confronto pubblico organizzato da chi era molto vicino ad un altro candidato e nessuno si è sottratto al confronto). Soprattutto, non condivido i tempi e le modalità di una tale decisione. I nostri Concittadini meritano maggiore rispetto e considerazione“.
Come a dire, liberamente interpretando dal latinorum: “il fatto che vi siate tirati indietro in modalità last minute puzza. Anche perché sapevate dall’inizio chi sarebbe stato a moderare. Per me avete solo paura di perdere un confronto sugli argomenti e, dopo un primo si, avete giocato di fioretto e in sintono con la clessidra per strategia e spregio della comunità. Di tutta la comunità, anche dei vostri”.
L’occasione era troppo ghiotta per non evidenziare con la penna rossa le pecche degli avversari, che incasserebbero così, contromossa alla mano, la patente di “conigli e volponi” in un colpo solo, in una mirabile crasi zoofila che sul caso di specie non fa prigionieri.
Il lato social di Veroli intanto è esploso come i centralini di Pensylvania Avenue dopo il Watergate: c’è chi prende atto, chi s’incazza e chi si rammarica per un tardo pomeriggio sugoso saltato all’ultimo minuto.
Tre cuochi dovevano apparecchiare una ricetta e sfidarsi a pantagruelica tenzone e uno solo ne esce con la dispensa quanto meno intatta.
In cucina, come in politica e in ogni altra umana faccenda, gli assenti hanno sempre torto.