Viadotto, tante parole e nessun atto

CRISTINA DELLE FRATTE per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Nessuna variazione di Bilancio. Nessun provvedimento specifico. Ad oggi, in Regione, non c’è nulla di concreto che attesti l’imminente inizio dei la- vori per la sistemazione del viadotto Biondi, chiuso dal 13 marzo di due anni fa, giorno in cui si è verificato il movimento franoso che ha spaccato in due il capoluogo.

Eppure il bando di gara per l’aggiudicazione dell’appalto era atteso per la fine di giugno, stando alle dichiarazioni dell’assessore alle Infrastrutture Fabio Refrigeri. Siamo a luglio, ma nulla.

Del problema se ne è tornato a parlare solo di recente quando, dopo un incontro alla Pisana tra Refrigeri e alcuni esponenti del Pd locale, il segretario Venturi ha annunciato: «A settembre l’appalto dei lavori per il ripristino del viadotto Biondi. Dopo mesi di silenzio calato sulla problematica della frana, che ha provocato la chiusura dell’arteria, finalmente sono giunte dalla Regione Lazio notizie incoraggianti e chiare. Nel- l’incontro, sono stati illustrati gli elaborati del progetto finale di ripristino del viadotto, inerenti la terza ed ultima fase dell’intervento che prevede un impegno di spesa, già stanziato, di quasi 3 milioni di euro».

Un’ottima notizia, non c’è dubbio. Ma chi bazzica per gli uffici di via Cristoforo Colombo sostiene il contrario, ovvero l’inesistenza di delibere o determine dirigenziali, nonché della necessaria variazione di bilancio, a conferma del finanziamento.

Davanti a questa incertezza il Comune è stato costretto ad attivarsi con un progetto autonomo finalizzato alla bonifica e alla messa in sicurezza dell’area (che si chiami ponte Bailey o in altro modo è ancora tutto da verificare).

Certo, scommettere sulla reale possibilità che vada in porto è molto difficile. Le risorse sono praticamente inesistenti e pre- disponendo il Bilancio di previ- sione, che dovrà essere appro- vato entro il 31 luglio, sono emerse altre difficoltà. All’appello mancano infatti 3 milioni di euro necessari per la gestione ordinaria. Anticipazioni di cassa il Comune non può farne, sia alla luce delle modifiche apportate alla metodologia della tenuta della contabilità degli enti locali sia perché è sottoposto ad una piano di rientro da ben 50 milioni di euro.

Il sindaco Ottaviani non vuole aumentare le aliquote, in me- dia con i parametri nazionali, ma è evidente che senza i tre milioni di euro si prospettano tempi duri. Durissimi. Con molti servizi che dovranno per forza essere sacrificati.