Virgili «Ecco perché feci bene ad andare via dalla maggioranza»

Cinque anni fa avversario. Come oggi. Ma nel mezzo Giuseppe Virgili è stato alleato dell'ex sindaco Pompeo. Cosa non ha funzionato. Perché non c'è stato l'accordo. Da dove nasce l'alleanza con Fiorletta. le adesioni da destra ma anche da sinistra: "Queste sono Comunali, si deve pensare a risolvere i problemi di Ferentino, non alla politica”

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Inizia la sua avventura puntando alla carica di sindaco: avversario dell’uscente Antonio Pompeo. Oggi è di nuovo in campo: ancora una volta contro Antonio Pompeo, non come candidato sindaco ma schierando la sua coalizione a sostegno di Piergianni Fiorletta. Tra le elezioni di cinque anni fa e quelle che ci saranno tra due settimane Giuseppe Virgili è stato alleato di Antonio Pompeo.

È uno dei paradossi di queste strane elezioni comunali di Ferentino. Impossibile catalogarle. Nessuna altra storia è paragonabile in provincia. Dove a sfidarsi talvolta ci sono gli stessi avversari di cinque anni fa, oppure sono blocchi storicamente contrapposti. Nulla di tutto questo a Ferentino: dove la maggioranza è andata d’amore e quasi d’accordo per cinque anni, sbandando clamorosamente a pochi mesi dalla campagna elettorale. Alla quale si presenta la stessa maggioranza che governa praticamente da venticinque anni ma divisa su tre nomi diversi. E l’opposizione? Non fa una sua coalizione ma si diluisce con gli ex avversari.

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Giuseppe Virgili aveva anticipato i tempi: da sfidante di Antonio Pompeo era diventato suo assessore. Ora ha abbracciato il progetto di Piergianni Fiorletta. Perché?
Giuseppe Virgili

Il nostro progetto parte da lontano. Dal 2016. Con un gruppo di amici decidemmo di scendere in campo e metterci la faccia. Perché tanti si lamentavano e chiedevano il cambiamento ma poi vincevano sempre gli stessi. Ecco, noi gli creammo un’alternativa: nuova, diversa. Ed ottenne il suo riconoscimento con l’elezione in Aula”.

Poi però siete entrati in maggioranza con i vostri avversari.

“Il gruppo è cresciuto con nuove adesioni. E questo ha cambiato in parte la nostra fisionomia politica. Nel frattempo anche in maggioranza qualcosa cambiava: diciamo che noi ci siamo ritrovati spostati verso di loro e loro si sono ritrovati spostati verso di noi. Al punto che le nostre idee e punti programmatici hanno cominciato a coincidere. Inutile a quel punto giocare sul filo dell’ipocrisia: per me le cose devono essere alla luce del sole. E così abbiamo annunciato l’intesa”.

Però ora siete divisi: allora non ha funzionato?

Il percorso poteva continuare. Noi eravamo pronti a riproporre lo stesso schema. Ma abbiamo capito che non tutti intorno a noi la pensavano allo stesso modo. Serviva massima condivisione, programma unitario e soprattutto una strategia per la città. Qualcosa non è andato per il verso giusto. Più chiedevamo chiarezza e meno ne avevamo. Per essere chiari: chiedevamo ‘Chi sarà il candidato e con quali programmi?’ Ci rispondevano di fidarci. Noi ci siamo fidati. Poi è stato chiaro che si stava andando da nessuna parte. Ed abbiamo preso la nostra strada. Non senza avere prima chiesto più volte un chiarimento. Che non abbiamo avuto”.

Avete accusato Antonio Pompeo di voler candidare l’avvocato Vincenzo Galassi.
da sinistra Andrea Pro, Giuseppe Virgili, Piergianni Fiorletta, Luigi Vittori e Nico Dell’Olio

Io l’ho scoperto da Alessioporcu.it. Ho chiesto un chiarimento: il sindaco ci ha detto che non era vero. Poi è emerso che già da luglio 2022 c’erano stati contatti. Non è questo il concetto di lealtà politica e trasparenza che ho io”.

Cosa aveva Galassi che non andava bene?

Nulla. È addirittura il mio avvocato. L’ho detto con chiarezza all’epoca e lo confermo ora: poteva essere il candidato di tutti. Ma andava portato su un tavolo di discussione dal quale arrivare ad una scelta condivisa. Una cosa è la condivisione e cosa diversa è l’imposizione. Spiace che sia stato trattato così un nome di quel calibro. Ma un approccio diverso avrebbe portato sicuramente a risultati diversi. Ci sono state forzature verso progetti più personalistici. Ed abbiamo deciso per primi di dire no e lasciare la coalizione. Ma lo ribadisco ancora: l’abbiamo fatto alla luce del sole“.

Lei guida la civica Uniti per Ferentino che ha raccolto adesioni anche da esponenti di destra. Non teme di snaturare la sua scelta civica?
Santia Salvatori Virgili

Chiariamo subito: le elezioni politiche sono una cosa, le comunali sono altro. Perché qui non si fa politica ma si amministra una città e si risolvono i problemi della gente. Non mi metto a fare le analisi del sangue a chi mi chiede di entrare nella mia coalizione: mi accerto però che abbia le doti per essere un buon amministratore, sia onesto, capace. il nostro gruppo Uniti per Ferentino cresce ed attira gente di tutti gli orientamenti, da destra a sinistra. Quando si tratterà di fare politica non escludo di entrare in un Partito. Ma questo non cambia la matrice civica del nostro progetto“.

Il fronte di Alfonso Musa ha portato Maria Elena Boschi, poi Marta Bonafoni: è una prova di forza?

No. È una dimostrazione di debolezza. Significa che non hanno niente da dire su Ferentino e la buttano sulla politica nazionale. Vorrei fosse chiaro che qui si vota per eleggere persone che devono risolvere i problemi di Ferentino e non per andare a Montecitorio. Forse c’è chi teme di essere dimenticato ed organizza queste passerelle. Che non risolvono né risolveranno i problemi della città”.

Perché ha scelto Piergianni Fiorletta ed il progetto Ferentino 2030?
L’abbraccio tra Virgili e Fiorletta

Abbiamo aderito al progetto Ferentino 2030 innanzitutto perché crediamo che Piergianni Fiorletta sia la persona giusta per guidare la città di Ferentino in questa fase. Il suo slogan dice tutto: È Piergianni, la gente lo conosce, si fida, sa chi è, non c’è bisogno di dire altro. Intorno a lui è nato un progetto di città una visione a lungo termine che credo possa portare ad un rilancio di Ferentino“.

Cinque anni fa era candidato sindaco di Ferentino, ora no. Eppure avrebbe avuto uno scenario favorevole: Antonio Pompeo non può ricandidarsi.

Nella vita e nella politica ci sono sempre fasi e momenti che bisogna rispettare. Non mi sono candidato sindaco facendo un passo di lato perché credo sia il momento di Piergianni Fiorletta: è la persona giusta al momento giusto. In un futuro non escludo di potermi candidare alla carica di primo cittadino. Ma tutto dipenderà dalla volontà dei cittadini. Io sarò ancora a disposizione a prescindere dal ruolo che andrò a ricoprire“.

Cosa pensa degli altri candidati sindaco?

Sono tutte persone di alto profilo, alcuni dei quali sono miei amici di vecchia data. Ognuno potrà dare un contributo importante. Piergianni Fiorletta ha qualcosa in più dovuto alla squadra che ha messo in campo, alla sua esperienza ma anche alla sua determinazione ed alla sua persona. Posso affermare di aver fatto la scelta giusta senza rimpianti‘.