Zingaretti: “Chi rifiuta il vaccino è un privilegiato”

La manifestazione dei no green pass e l’aumento della curva dei contagi determinano la reazione del presidente della Regione Lazio. Che scrive: “Così si mette in pericolo la vita degli altri, la nostra libertà e la possibilità di uscire da questo incubo”.

Ci sono dei momenti nei quali il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti prende posizioni forti. E ieri è stato uno di quelli. Perché il Governatore sulla pagina Facebook ha scritto questo: “Il vaccino funziona, chi lo rifiuta è un privilegiato che mette in pericolo la vita degli altri, la nostra libertà e la possibilità di uscire da questo incubo. Il mio pensiero va a tutti gli operatori della sanità che da due anni sono in trincea per curare e salvare vite umane. Ieri contro il virus, oggi contro la follia umana perchè il virus sappiamo come sconfiggerlo”. Tutto per celebrare il successo degli open day nel Lazio.

Molti hub vaccinali sono rimasti aperti per l’accesso diretto di tutti coloro che dovevano effettuare la prima dose oppure il richiamo “booster” se  erano trascorsi 180 giorni dalla seconda somministrazione.

Il virus nel Lazio

Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica

Il fatto è che nel Lazio la situazione non è semplice. Ieri si sono contati 1.216 nuovi contagi da Coronavirus. I morti sono stati 5. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 13.984 tamponi molecolari e 27.182 antigenici con un tasso di positività al 2,9%. Superiore a quello nazionale, che è fermo al 2%. I ricoverati nei reparti ordinari sono 636, mentre nelle terapie intensive i posti occupati sono 83. A Roma città 580 casi, quasi la metà del totale. E’ una situazione che va monitorata con attenzione.

L’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto: 

«La ragione per cui bisogna correre con le terze dosi? Perché rispetto all’attuale situazione pandemica siamo in ritardo di un mese. Se a livello nazionale la decisione di procedere con i richiami fosse arrivata prima, oggi saremmo in condizioni migliori». E poi ha aggiunto: «Da qualche giorno è scattata la spinta al richiamo. Ed è la chiave di volta decisiva. Abbiamo superato le 440mila somministrazioni. Ma se nella prima settimana di novembre il tasso di adesione è stato del 50% e nella successiva del 75, oggi siamo al 111%. Il che vuol dire che abbiamo recuperato anche chi non aveva prenotato. C’è una corsa! Forse dovuta anche alla paura, visto quello che sta succedendo nel resto del mondo. Ma qui la situazione è diversa, per numero di casi, decessi e ospedalizzazioni, soprattutto rispetto al 2020. E questa grande differenza è data dai vaccini».

Insomma, in una fase nella quale dominano le incertezze, Zingaretti e D’Amato non usano certo giri di parole.