La semestrale di Banca Popolare del Cassinate. Utile netto a 8,5 milioni, in crescita del 66%. Aumentano i ricavi dalla gestione e la raccolta complessiva
Più forte dei timori, più solida delle incertezze. Nonostante l’aumento del gas, l’impennata nei costi dell’energia, i prezzi trainati verso l’alto, le incertezze che trascinano gli investimenti verso il basso, la Banca Popolare del Cassinate chiude il primo semestre 2022 con un utile netto pari a 8,5 milioni di euro.
Il dato è in crescita del 66% rispetto allo stesso periodo del 2021. Soprattutto conferma il ruolo di Bpc come banca di territorio: con le sue 25 succursali e 56 sportelli bancomat sta affiancando le principali operazioni di investimento, sostenendo allo stesso tempo le famiglie. “Raccolta del risparmio, esercizio del credito: senza avventurarsi in terreni ad alta redditività ma ad altissimo rischio, non è quello il nostro terreno” come ha lasciato in eredità lo storico presidente Donato Formisano.
Più ricavi e più raccolta
Il risultato registrato dall’istituto guidato dal professor Vincenzo Formisano riflette un significativo aumento dei ricavi della gestione caratteristica. Per gli amanti dei numeri il margine di intermediazione è pari a 24 milioni di euro, con un incremento del 35%, di cui il solo margine di interesse è cresciuto del 69%.
Il totale dell’attivo patrimoniale si attesta a 1,31 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi costituiti da crediti verso clientela.
Lo stock dei prestiti netti a favore della clientela cresce su base annua del 20,9%.
Ci sono poi anche quelli che tardano a pagare ed a restituire i soldi ricevuti in prestito. I crediti deteriorati netti rappresentano il 3,5% degli impieghi, con una incidenza delle sofferenze nette dello 0,4%. Che oltretutto vengono considerati merce pregiata dagli istituti che acquistano i crediti deteriorati per poi procedere con i solleciti: si tratta quasi sempre di clienti disposti a rientrare ma non con le regole rigide che invece una banca deve rispettare.
La raccolta complessiva aumenta su base annua del 3,3% e si attesta a oltre 1,1 miliardi di euro.
I fondi propri ammontano a 111,8 milioni di euro (+5,1% su base annua), mentre gli indicatori di solidità patrimoniale (CET1r, T1r e TCr) risultano pari al 21,9%, anch’essi in crescita e ampiamente superiori ai requisiti applicati dall’Autorità di Vigilanza.