La Camera conferma: il Lazio Sud e fuori dalle Zes

La Camera approva l'istituzione della Zes senza le province di Frosinone e Latina. Rabbia Dem. Ordine del Giorno dei Fratelli d'Italia. L'analisi di Camilli: unica solouzione sono le ZLS

Il voto arriva all’ora di pranzo: c’è chi sta già prendendo il caffè e chi si sta appena mettendo a tavola. La Camera dei Deputati è chiamata a votare il Decreto Sud: è quello che istituisce una zona speciale nella quale le aziende avranno costi più bassi, contributi ridotti, tasse limitate. Le province di Frosinone e Latina non ne fanno parte. Tutti i territori che confinano con loro invece si: dall’Abruzzo al Molise fino alla Campania. (Leggi qui: Frosinone e Latina sono fuori dalla Zes).

L’allarme era stato dato da tutti, in tutte le lingue. Si era speso anche il Governatore del Lazio, Francesco Rocca dopo una lunga telefonata con il ministro Raffaele Fitto. Al termine della quale aveva ricevuto rassicurazioni precise. tanto da indurlo ad inviare una nota ufficiale al Governo per salvare Ciociaria e Pontino. Nulla da fare. (Leggi qui: Rocca al telefono con il Governo: c’è speranza per la Zes).

Il voto a maggioranza

L’Aula della Camera dei Deputati a Montecitorio

La Camera dei Deputati ha acceso il semaforo verde. Lo ha fatto con 184 voti favorevoli e 106 contrari: ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sul disegno di legge per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese.

Il terrore è che ora accada lo stesso che si registrò quando chiuse la cassa per il mezzogiorno: in tanti sbullonarono gli impianti da Cassino e li spostarono di una quindicina di chilometri. In Campania, dove invece gli incentivi erano rimasti tutti.

La rabbia si tocca con mano. Il Segretario provinciale del Partito Democratico di Frosinone Luca Fantini tuona contro «l’incredibile la superficialità con la quale si è estromessa la provincia di Frosinone nella Zona unica speciale. Mentre l’onorevole Ottaviani della Lega annuncia il fallimento di una straordinaria occasione persa per il nostro territorio cosa fa, esattamente, il deputato Ruspandini di Fratelli d’Italia? Pensa di esprimersi e tentare, o almeno far finta, di tutelarci?»

L’ordine del giorno dei Fratelli

Nicola Ottaviani nel suo intervento in Aula venerdì pomeriggio aveva annunciato il via libera della Lega sollecitando interventi però per il Lazio Sud. Non sono arrivati, il testo era blindato. Massimo Ruspandini si aggrappa all’unica cosa possibile. Fa squadra con gli altri parlamentari del territorio Paolo Pulciani, Aldo Mattia, Paolo Trancassini. Insieme, i quattro esponenti di Fratelli d’Italia presentano un Ordine del Giorno nel quale si dice che «la creazione della nuova Zes unica può incidere significativamente sulla spinta agli investimenti nel mezzogiorno. Ma pone la necessità di una riflessione per le province di Frosinone Rieti e Latina».

Fanno notare che «le regioni del mezzogiorno avevano già la possibilità di beneficiare degli aiuti di Stato. Ora si sommano ai benefici della Zes». C’è un rischio concreto: i quattro parlamentari ritengono «necessario considerare la possibilità di un effetto spiazzamento a svantaggio delle suddette province. E gravi conseguenze di lungo periodo, posto che si rischierà una desertificazione delle imprese, attratte dal più favorevole regime fiscale delle regioni contigue».

Ruspandini, Pulciani, Mattia e Trancassini richiamano l’attenzione del Governo sul fatto che «il Lazio, in particolare, è la regione più esposta a questo rischio, essendo confinante con ben tre regioni ricomprese nella Zes unica. Per questo si impegna il Governo a disporre con successivi provvedimenti normativi l’estensione della Zes unica alle province di Frosinone, Rieti e Latina».

È un‘Ordine del Giorno. Chiunque frequenti la politica se che a nessuno viene negato. La sostanza è altro.

La sostanza di Unindustria

Angelo Camilli (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Va sul concreto Angelo Camilli, presidente di Unindustria, l’associazione degli industriali del Lazio. Punta il dito sul dramma che vivrà il sistema industriale del Lazio Sud. «Confina con zone ad alta vocazione industriale ricomprese nella Zes che avranno contributi finanziari, velocizzazione delle procedure amministrative, benefici fiscali e occupazionali».

Camilli sottolinea che «ci sono aziende del cassinate, con due ingressi, uno in provincia di Frosinone e l’altro in provincia di Caserta. È facile immaginare in quale delle due direzioni la fabbrica si amplierà un domani».

Come se ne esce. Per Camilli la soluzione solo le Zone Logistiche Semplificate (ZLS). Al pari delle Zone Economiche Speciali (ZES) sono delle aree geografiche di dimensioni limitate all’interno delle quali sono previsti particolari agevolazioni e incentivi per le aziende insediate o che decidono di insediarsi.

(Foto © DepositPhotos.com)

«Quello che si sta cercando di fare – dice Camilli – è valorizzare al massimo alcune misure parallele che, se non riprodurranno le condizioni delle Zes, almeno attenueranno le differenze». Ricorda che «in tutte le politiche di sviluppo territoriale, da sempre sono previsti strumenti e aree di transizione e compensazione». Un’area cuscinetto, insomma. Per Camilli bisogna puntare al modello delle Zls (Zone logistiche speciali), con la concessione di benefici non finanziari ma almeno burocratici (tempi più rapidi, procedure ridotte), che risolverebbe almeno parte del problema. In particolare per aree che hanno un’incidenza sull’economia regionale.

Sono le aree di Civitavecchia, della Tiburtina Valley, oltre alle zone industriali di Frosinone, Latina e Rieti.