Qualità della Vita, la Ciociaria recupera 3 posizioni

La Ciociaria migliora la posizione nel rapporto sulla qualità della vita da 78a a 75a. Il Pontino perde cinque posti, mentre Roma guadagna 20 posizioni. Nell'analisi, esistono forti divisioni tra il Nord e il Centro rispetto al Sud e le isole. Più del 37% della popolazione vive in zone con una bassa qualità della vita

Va meglio, non tantissimo: ma il segno è positivo. La Ciociaria recupera tre posizioni e sale dal 78mo al 75mo posto nel rapporto annuale sulla qualità della vita elaborato dal quotidiano economico ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.

Va male il Pontino: perde ben cinque posizioni in un anno e scivola dalla 76ma posizione all’81ma. Chi ha il vento in poppa è la provincia di Roma: l’area con la Capitale recupera ben 20 posizioni, spinta dall’imminente Giubileo e dalla corsa con cui provare ad ospitare l’Expo.

A dirlo è la 25ma edizione di questa inchiesta: nella quale Bolzano si conferma al primo posto, seguita da Milano e Bologna, mentre Crotone continua a occupare l’ultima posizione come nel 2022 insieme alle province siciliane di Messina e Caltanissetta. Il Sud Lazio è nella seconda metà della classifica, nella zona bassa.

Disparità e Tendenze

(Foto: Elevate / Pexels)

L’analisi rivela una netta frattura tra il Centro-Nord (caratterizzato da maggiore performance e resilienza) e il Mezzogiorno e le isole (che continuano a lottare con persistenti vulnerabilità). A tracciare l’ampiezza di questa forbice sono nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza. Ed anche 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base.

Le città metropolitane del Centro-Nord sono protagoniste indiscusse della ripresa. Di riflesso, si fa più netta la separazione rispetto alle aree meno sviluppate quali Mezzogiorno e Isole, dove crescono aree di disagio sociale e personale.

Quest’anno la qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 delle 107 province italiane Tradotto in termini di popolazione, significa che quasi 22 milioni di residenti (pari al 37,2% della popolazione italiana) vivono in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente. È tanto o poco? Per farsi un’idea basta andare a prendere i dati dello scorso anno: stavano in zona scomoda 21,8 milioni di persone (pari al 36,9% della popolazione). La situazione è peggiorata per oltre centomila persone

Affari e Lavoro: Bolzano e Bologna al Top

Nella categoria Affari e Lavoro, Bolzano mantiene la sua posizione di vertice, seguita da Bologna, Cuneo, Trento e Belluno. D’altra parte, Crotone chiude la classifica, evidenziando le sfide economiche affrontate nelle regioni meridionali. È un dato che conferma la situazione fotografata da molti altri indicatori: il Sud del lazio con le province di Frosinone e Latina attraversa una fase difficile; le potenzialità economiche ed industriali ci sono ma servono politiche di sistema che al momento mancano, serve una totale rivisitazione della burocrazia che fa scappare gli investitori internazionali come è accaduto con Catalent. Serve l’energia a costi accessibili: Ciociaria e Pontino continuano a buttare i loro rifiuti invece di utilizzarli per trasformarli in gas ed energia. (Leggi qui: L’orgoglio di un territorio che non si arrende)

Bolzano si distingue anche nella qualità ambientale, seguita da Padova, Mantova e Milano. Catania chiude la classifica ambientale, evidenziando le differenze significative tra le province. Ascoli Piceno conquista il primo posto nella dimensione reati e sicurezza, seguita da Pordenone, Frosinone e Benevento. È questa l’unica voce nella quale Frosinone si colloca tra le prime posizioni e Milano, inaspettatamente, si posiziona all’ultima posizione, evidenziando le sfide della sicurezza urbana.

Il Nord-Est sicuro, Bologna istruita

(Foto © DepositPhotos.com)

Il Nord-Est emerge nelle posizioni di vertice nella sicurezza sociale, con Prato in prima posizione, seguita da Bolzano, Vicenza, Cuneo e Savona. Messina occupa l’ultima posizione, evidenziando le differenze nelle reti di sicurezza sociale nel paese. Bologna si conferma leader nelle dimensioni dell‘istruzione e della formazione, seguita da Trieste, Trento e Firenze. Crotone è in coda alla classifica, evidenziando le sfide educative nelle regioni meridionali. Bolzano domina anche nella graduatoria della popolazione, mantenendo la prima posizione per il nono anno consecutivo. Al contrario, Oristano chiude la classifica, riflettendo le dinamiche demografiche nelle regioni meno sviluppate.

Isernia si piazza al primo posto nella classifica del sistema salute, seguita da Terni, Ancona, Catanzaro e L’Aquila. Gorizia occupa l’ultima posizione. Siena mantiene il primo posto nella classifica del tempo libero e turismo, seguita da Rimini, Aosta e Verbano-Cusio-Ossola. Crotone è nuovamente all’ultimo posto. Milano si conferma al primo posto nella categoria di reddito e ricchezza, seguita da Trieste, Bologna, Aosta e Monza-Brianza. Crotone chiude la classifica per la quinta volta consecutiva.

Roma: Una Tendenza di Miglioramento

Foto © AG IchnusaPapers

Roma, nella classifica finale sulla qualità della vita, si posiziona al 33esimo posto su 107 province esaminate. La città mostra una significativa ripresa, scalando una ventina di posizioni rispetto al 2022, in linea con una tendenza post-Covid che coinvolge anche altre grandi città come Milano, Bologna e Firenze.

L’Indagine sulla qualità della vita del 2023 fornisce una panoramica dettagliata delle disparità regionali in Italia. Mentre alcune province del Centro-Nord prosperano, altre nel Mezzogiorno lottano con sfide persistenti. È il caso delle province di Frosinone e Latina, chiamate a compiere quel balzo che potrebbe consentire di agganciare la ripresa. Per non rischiare di finire nel baratro.