Pompeo stoppa i Franceschi: «Meglio due candidati che una finta unità»

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

«Meglio un congresso vero con due o più candidati alla segreteria che la solita assemblea forzatamente unitaria». Firmato Antonio Pompeo, presidente della Provincia e sindaco di Ferentino. Il tema è il congresso provinciale del Partito Democratico. Il 12 febbraio dovranno essere presentate le candidature. Pompeo traccia la rotta «In questi anni cosa abbiamo fatto? Abbiamo scelto la strada cosiddetta unitaria, ma il giorno dopochiunque si è sentito legittimato a non riconoscere politicamente il segretario».

Pompeo non fa nomi, ma la storia politica del Pd di questi ultimi anni è chiara: prima Lucio Migliorelli, poi Sara Battisti, quindi Simone Costanzo. Tutti e tre hanno dovuto fare i conti con il “fuoco amico” dall’interno del partito. Rileva Antonio Pompeo: «Un tempo i congressi si facevano tranquillamente e ci si confrontava. Credo che la strada debba essere questa. Con una premessa: ci si impegna davvero a riconoscere la legittimità di chi vincerà e avrà quindi l’onere e l’onore di indicare la linea politica. Maggioranza e opposizione fanno parte delle dinamiche della democrazia, soprattutto interna. Il clima deve favorire l’unità del partito, francamente preferirei più candidati e un confronto alla luce del sole piuttosto che una finta unità sulla quale non si può costruire nulla e dalla quale poi si generano soltanto spaccature. Il rispetto e il confronto viaggiano di pari passo. D’altronde, proprio all’Amministrazione Provinciale abbiamo dimostrato che si possono raggiungere risultati politici importanti dialogando con franchezza».

Il riferimento è alla costituzione del gruppo unico del Pd, attraverso la ricucitura proprio con i Democratici per Pompeo. Il tempo però stringe e le grandi manovre sono in atto. Una su tutte: una candidatura unitaria alla segreteria. L’ipotesi è al vaglio dei leader. L’idea è la seguente: Simone Costanzo e Domenico Alfieri decidono di non candidarsi alla segreteria e a quel punto verrebbe proposto un terzo nome. In pole position c’è Alessio Gentile, dell’area che fa riferimento a Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Ma c’è pure l’ipotesi di Enrico Pittiglio, sindaco di San Donato Valcomino. Come ipotesi ci sarebbe anche quella di valutare la possibilità di designare Domenico Alfieri come presidente provinciale del Partito.

Non sarà facile però andare a dama. Non sarà semplice trovare un accordo su questo. E non sarà semplice convincere Simone Costanzo ad un passo indietro: neppure per Francesco De Angelis e per Sara Battisti. Difficile pure che Domenico Alfieri a questo punto si fermi: il consigliere provinciale e sindaco di Paliano intende giocarsi le sue carte davanti all’assemblea dei delegati. Con lui l’onorevole Nazzareno Pilozzi, impegnato in prima persona a portare la candidatura di Alfieri al congresso. L’obiettivo del parlamentare è quello di far emergere comunque rapporti di forza ed equilibri. Alfieri proviene dall’area del senatore Francesco Scalia, il quale è tra i fautori di una soluzione unitaria. Ma ha sempre sottolineato che questo ruolo può svolgerlo proprio Domenico Alfieri.

La platea congressuale Nelle varie assemblee dei circoli voteranno tutti gli iscritti del 2014 che hanno rinnovato la tessera nel 2015. Dovrebbero essere circa 4.700 persone. Tutti i leader si dicono sicuri di avere la maggioranza, ma è chiaro che a questo punto soltanto il voto dirà come stanno le cose. Naturalmente strategie e alleanze risulteranno fondamentali. Si annunciano giorni caldissimi, tra confronti, faccia a faccia, cene, aperitivi, sms e telefonate a raffica. Al momento le quotazioni della candidatura unitaria sono in ribasso. Si va verso il confronto, che però potrebbe non essere limitato a Simone Costanzo e Domenico Alfieri.

Un terzo scenario esiste in ogni caso. E avrebbe una valenza interna trasversale

 

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